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Difesa dalle minacce biologiche, ma anche crescita. La bussola di Buccina (Nsceb)

Di Michela Marchini

Stabilire obiettivi condivisi nel campo delle biotecnologie emergenti tra Paesi con valori e principi comuni è fondamentale. Per questo gli Usa hanno bisogno di alleati come l’Italia. Il punto sul biotech di Joseph Buccina, National security commission on emerging biotechnology Usa

Il ruolo delle biotecnologie è sempre più centrale sia per la sicurezza nazionale sia per lo sviluppo economico e gli Stati Uniti ne sono pienamente consapevoli. È per questo che, nel 2021, il governo statunitense istituisce la National security commission on emerging biotechnology (Nsceb), ente governativo focalizzato sull’analisi e la promozione delle biotecnologie emergenti che si propone come faro nella definizione della strategia di sicurezza e cooperazione internazionale del XXI secondo. A parlarne è Joseph Buccina, policy e research director della Nsceb. Con un occhio rivolto al futuro, sottolinea come la bio-manifattura e la protezione dei dati genetici rappresentano non solo un campo di ricerca avanzato, ma anche un fattore chiave che plasmerà la geopolitica globale nei prossimi anni.

La tecnologia è sempre più al centro della competizione geopolitica. Ma perché le biotecnologie, in particolare, sono così strettamente legate alla sicurezza nazionale, tanto da essere incluse nel recente Chips and science Act?

Il Congresso ha creato la National security commission on emerging biotechnology (Nsceb) nel dicembre 2021, seguita dalla pubblicazione dell’Executive order on advancing biotechnology and biomanufacturing innovation for a sustainable, safe, and secure american bioeconomy nel settembre 2022. Già queste recenti iniziative, da sole, dimostrano quanto sia importante la biotecnologia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Infatti, il governo statunitense si sta impegnando non solo per proteggersi dalle minacce biologiche, ma anche per sostenere la crescita del settore biotech, data la sua importanza per la competitività economica. Le biotecnologie sono importanti per la crescita economica e l’innovazione in diversi settori, da quello sanitario a quello industriale, dall’agricolo all’energetico… La bioproduzione potrebbe diventare la piattaforma produttiva più importante del XXI secolo.

È fondamentale mantenere la nostra leadership nel settore delle biotecnologie non solo per favorire l’economia, ma anche per migliorare i mezzi di sussistenza, sostenere i valori e le libertà democratiche a livello globale e proteggere la nostra sicurezza nazionale. La Commissione ha il compito di esaminare le biotecnologie emergenti e fornire raccomandazioni a supporto delle decisioni politiche, in modo che gli Stati Uniti e gli alleati siano in grado di essere leader del settore non solo oggi, ma anche domani. Come altre tecnologie, anche le biotecnologie presentano dei rischi, ed è per questo che la Commissione sta lavorando con i leader del governo e dell’industria per rafforzare le norme e gli standard per il progresso dell’industria e la difesa della nostra nazione.

Sebbene il Chips and science act includesse alcune iniziative con componenti biotecnologiche, la sua attenzione principale era rivolta ai semiconduttori. Il lancio dell’Nsceb e il Biotechnology Executive order di cui parlavo prima sono sforzi più proattivi che ci porteranno, al successo nella crescente bioeconomia.

Quanto è fondamentale stabilire obiettivi condivisi nel campo delle biotecnologie emergenti tra Paesi che sostengono valori e principi comuni, soprattutto nell’attuale contesto di forte instabilità? Sarebbe auspicabile una sorta di “Alleanza biotecnologica delle democrazie”?

La definizione di obiettivi condivisi è davvero cruciale. Abbiamo bisogno di alleati come l’Italia per realizzare la nostra visione. Questo è evidente in quasi tutti gli aspetti del nostro lavoro alla Commissione. Quando analizziamo le barriere e gli ostacoli lungo la filiera che possono limitare il settore delle biotecnologie nel raggiungimento del suo pieno potenziale, è chiaro quanto siano intrecciate le nostre catene di approvvigionamento globali, e questo è un punto di forza. Dobbiamo affidarci ai nostri Paesi amici per produrre molti degli elementi chiave della bioeconomia. L’Italia, ad esempio, è leader nella terapia oncologica.

Per promuovere norme e standard contro l’uso improprio delle biotecnologie emergenti, abbiamo bisogno di partner come l’Italia e altri Paesi europei, che si presentano al tavolo con una serie di valori condivisi in aree importanti come la sicurezza dei dati genetici.

Nel domandarci chi realizzerà le innovazioni biotecnologiche destinate a cambiare il mondo, dobbiamo avere una visione globale. Abbiamo bisogno di creare maggiori connessioni, e più forti, con luoghi strategici come Siena, importante hub per i vaccini.

Considerando che molte biotecnologie hanno un potenziale dual-use, come possiamo bilanciare i benefici reali con i rischi potenziali?

Questa è una delle sfide principali con cui ci misuriamo come Commissione, ma le strategie da mettere in atto dipendono dalla tecnologia specifica in questione. Posso però fornire due esempi del tipo di lavoro che stiamo svolgendo per affrontare questa sfida.

In primo luogo, vogliamo promuovere la bioliteracy ­­– definita come la conoscenza e la valorizzazione di questo campo – in tutti gli Stati Uniti, ma soprattutto per il governo americano e altri componenti della nostra comunità politica. La domanda di competenze in biologia, biotecnologia e discipline correlate è in rapida crescita. Rafforzare l’expertise in questo settore del governo degli Stati Uniti significherebbe creare una forza lavoro federale le cui competenze corrispondano alle esigenze delle Agenzie. Queste risorse potrebbero consentire al governo degli Stati Uniti di massimizzare i benefici, riducendo al minimo i rischi, delle biotecnologie.

In secondo luogo, stiamo esplorando nuove modalità per promuovere i benefici della biotecnologia riducendo al minimo i rischi. Ad esempio, il commissario Alexander Titus ha recentemente pubblicato un documento sul Violet Teaming, che combina il sondaggio delle vulnerabilità avversarie (red teaming) con soluzioni per la sicurezza (blue teaming). Questa metodologia è promettente per affrontare i rischi dell’IA nelle biotecnologie.

Entro la fine del 2024, l’Nsceb dovrebbe consegnare un rapporto con alcune raccomandazioni. Quale direzione potrebbero prendere queste raccomandazioni e come riusciranno a tenere il passo con un campo in così rapida evoluzione?

Il modo migliore per avere un’anteprima del nostro rapporto finale del dicembre 2024 è leggere il nostro rapporto intermedio, che sarà pubblicato questo mese (dicembre 2023). Questo rapporto descrive le aree di intervento su cui intendiamo concentrare il nostro lavoro. Il rapporto finale esaminerà ulteriormente queste aree di intervento e si concentrerà sulle questioni politiche più importanti e praticabili al nesso tra biotecnologie e sicurezza nazionale. Come avete notato, sarà una sfida per le raccomandazioni tenere il passo con un settore in rapida evoluzione. La mia speranza è che alcune delle nostre raccomandazioni superino la prova del tempo, dando alle Agenzie del ramo esecutivo la possibilità di prendere decisioni informate in materia di biotecnologie e sicurezza nazionale. Più in generale, spero che l’impegno del Nsceb crei uno slancio duraturo nel governo degli Stati Uniti per continuare ad affrontare l’intersezione tra biotecnologie e sicurezza nazionale.



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