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Parlare di Crosetto per non parlare di mala Giustizia. L’opinione di Cangini

I partiti di maggioranza hanno difeso l’integrità del ministro nel denunciare lo sconfinamento della magistratura sul terreno politico, Pd e 5 Stelle hanno finto scandalo per le sue parole. Tra i pochi ad attendersi con cognizione di causa al merito della questione, il deputato di Azione Enrico Costa, da sempre in prima fila per una Giustizia giusta e rispettosa dei propri limiti costituzionali…

Com’era prevedibile, l’informativa del ministro Guido Crosetto alla Camera dei deputati si è trasformata in un classico dialogo tra sordi. I partiti di maggioranza hanno difeso l’integrità del ministro nel denunciare lo sconfinamento della magistratura sul terreno politico, Pd e 5 Stelle hanno finto scandalo per le sue parole. Tra i pochi ad attendersi con cognizione di causa al merito della questione, il deputato di Azione Enrico Costa, da sempre in prima fila per una Giustizia giusta e rispettosa dei propri limiti costituzionali. “Crosetto – ha osservato Costa dai banchi dell’opposizione – ha detto cose che sono sotto gli occhi di tutti da anni: il tentativo della magistratura di sostituirsi agli esecutivi e di condizionare la politica”. Le dichiarazioni dei vari Albamonte, Musolino e toghe varie citate, sia pure in forma anonima, dal ministro in Aula ne sono la dimostrazione plastica.

Strano Paese, l’Italia. Si grida allo scandalo e si pretende un intervento chiarificatore in sede istituzionale perché un ministro della Difesa ha detto ciò che le cronache giornalistiche riferiscono da ormai trent’anni e che un ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, ha raccontato con dovizia di particolari in un libro. Non ci si scandalizza, né si invoca la presenza chiarificatrice del ministro della Giustizia, di fronte ai tanti, troppi casi di malagiustizia che minano la fiducia e coartano le libertà costituzionali dei cittadini.

“Non è che uno si può inventare un’indagine… se una persona è perbene e pulita il reato non lo trovi… male non fare paura non avere”, ha detto nei giorni scorsi Piercamillo Davigo. L’ha detto con sprezzo del ridicolo poiché contro l’evidenza dei fatti. Fatti minuziosamente contabilizzati dal sito di informazione errorigiudiziari.com. Tra il 1991 e il 2022, 30778 concittadini sono stati non solo arrestati, ma sbattuti in prigione da innocenti. In media, 961 ogni anno, per un costo complessivo di 933 milioni di euro che lo Stato, cioè tutti noi, ha dovuto pagare in forma di indennizzi e risarcimenti.

Ci sono stati casi eclatanti come quello di Enzo Tortora. Ci sono casi meno noti, ma non meno agghiaccianti, come quello di Beniamino Zuncheddu, il pastore sardo che ha trascorso 21 anni in prigione per un omicidio che non aveva commesso. E infine ci sono i dati del Csm, da cui risulta l’indifferenza della corporazione giudiziaria nei confronti dei magistrati che sbagliano. Anche quando gli “errori” hanno una cadenza seriale e prospettano l’esistenza di un metodo.

Altro che male non fare, paura non avere. Per non aver paura di finire stritolati da innocenti in un ingranaggio giudiziario occorrerebbe essere del tutto incoscienti. Incoscienti, ed indifferenti ai principi fondanti lo Stato di diritto, come i deputati del Pd e del Movimento 5stelle che oggi, in Aula, alla Camera minimizzavano il problema della malagiustizia e drammatizzavano le ovvietà del ministro Guido Crosetto.

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