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Dieci anni di fondazione Fs. L’heritage attento al territorio

Di Miro Scariot

Quello della fondazione Fs è un ottimo esempio di come coniugare al presente la storia di un’azienda la cui evoluzione racconta un Paese. L’impegno della fondazione ha un importante valore culturale: con il suo lavoro racconta un mondo – quello ferroviario – che è fatto di persone che hanno permesso di realizzare i collegamenti nella Penisola, anche con grande sacrificio e in condizioni non semplici

La crescita e lo sviluppo del gruppo Ferrovie dello Stato procede, sotto la guida dell’ad Luigi Ferraris, lungo il percorso tracciato dal Pnrr e dall’ambizioso piano industriale del gruppo. La corsa al rinnovamento del parco mezzi e di quella che è un’infrastruttura fondamentale per l’Italia, non cancella tuttavia un certo senso di orgoglio per un passato non troppo lontano che racconta un intero Paese e l’evoluzione tecnologica dell’industria italiana.
In questo contesto il lavoro della fondazione Fs, grazie al costante impegno e alla passione del direttore Luigi Cantamessa, continua la sua opera di valorizzazione dell’heritage e la promozione della cultura ferroviaria.

Il lavoro della fondazione va ben oltre la semplice “archeologia industriale”, svolgendo anche una grande azione di rigenerazione e riqualificazione urbana. Quella di Ferrovie rappresenta la più grande fondazione ferroviaria d’Europa, una creatura che, nel suo primo decennio di vita, ha generato e valorizzato un ricco tesoro fatto di treni storici, musei ferroviari a cui si aggiunge un ingente patrimonio archivistico-documentario.

Un patrimonio anche immateriale che il direttore Cantamessa ha promosso dando grande risalto a ciò che la ferrovia ha significato per interi territori e per un Paese che, nel secondo dopoguerra, ha visto nel treno e nella ferrovia quell’ago e filo necessari per ricucire una nazione ferita e desiderosa di rimettersi in moto. Uno spirito che è custodito nelle locomotive a vapore a traino delle carrozze storiche con gli interni arredati da panchette in legno, così come negli elettrotreni dal design capace di coniugare esigenze aerodinamiche con lo stile e il buongusto tipico italiano.

L’esaltazione del bello si unisce altresì al recupero delle tratte dismesse dall’alto valore storico e naturalistico, le quali vengono sottratte dal degrado per far correre, alla scoperta delle aree interne, i treni storici. Un esempio emblematico di questa vocazione è la riattivazione della linea ferroviaria Noto – Pachino, chiusa dal 1 gennaio 1986, i cui lavori porteranno alla sua riapertura per dare vita a un vero e proprio treno del barocco.

Un lavoro non semplice che dona nuova vita alle aree interne grazie a un modello di turismo sostenibile, capace di narrare il territorio anziché consumarlo, il tutto vivendo un’atmosfera d’altri tempi. Fondazione Fs quindi non parla a sé stessa ma a intere comunità. Il treno torna a essere al centro dei progetti di sviluppo del Paese, una cura del ferro a 360°, che non trascura il turismo esperienziale e di prossimità.

È il caso della “Transiberiana d’Italia” o, dell’ormai prossima Roma-Calalzo di Cadore che, il 15 dicembre, vedrà il debutto sulle rotaie di Tti (Treni Turistici Italiani). Una società, quest’ultima, nella quale il direttore di fondazione Fs Luigi Cantamessa – nel ruolo di amministratore delegato – ha investito l’esperienza acquisita in questo decennio e il consueto entusiasmo al fine di offrire una proposta innovativa che fa rinascere un collegamento storico con vetture completamente revampizzate e servizi premium, fra cui il ritorno sulle rotaie di una vera e propria vettura ristorante.

L’impegno di fondazione Fs ha un importante valore culturale per l’azienda che rappresenta. Con il suo lavoro racconta un mondo – quello ferroviario – che è fatto di persone che hanno permesso di realizzare i collegamenti nella Penisola, anche con grande sacrificio e in condizioni non semplici. Si tratta di un bellissimo esempio di come l’heritage di un gruppo che rappresenta l’Italia possa generare valore condiviso, dialogando con i territori e per i territori. Un’azione simbiotica mossa da passione per il mezzo e per i luoghi, conservando la storia e diffondendo la conoscenza di un passato prossimo ancora vicino a molte persone. Grazie a fondazione Fs il treno diventa patrimonio nazionale. La sua memoria racchiude la storia d’Italia e di milioni di italiani che sulle rotaie hanno incontrato amori, scoperto luoghi o costruito la propria emancipazione.

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