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L’e-learning lancia la sfida all’istruzione. L’esempio in Uk spiegato da Chimenti (Oxford)

Di Anna Chimenti

Formiche pubblicherà un ciclo di “op-ed” a firma di professori universitari ed esperti del settore per discutere del futuro dell’università. L’Italia è al terzultimo posto tra i Paesi Ocse per percentuale di laureati (28%), davanti solo a Messico e Indonesia. Il Regno Unito ne ha più del doppio (57%). Tra i motivi di questo risultato c’è un alto tasso di e-learning, di cui parla Anna Chimenti, academic visitor Public law and Constitutional affairs, St. Antony’s College, University of Oxford

Nella Gran Bretagna post Brexit e post Covid, dove il governo conservatore di Rishi Sunak sta cercando di tenere a bada l’inflazione, che è calata al livello più basso negli ultimi 18 mesi, risuona ancora lo slogan che Tony Blair pronunciò alla Conferenza laburista del 1996: education, education, education.

Ma un’altra parola avanza e cresce di popolarità nel settore dell’istruzione: e-learning. Infatti il mercato delle università online è il segmento in più rapida crescita nel settore dell’istruzione, con un incremento globale del 900% dal 2000 ad oggi. In particolare, il settore EdTech nel Regno Unito è stato valutato circa 3,2 miliardi di sterline nel 2021, quasi 4 miliardi di euro, con un aumento del 72% sul 2020, epoca Covid.

Ma chi sono gli studenti più propensi all’utilizzo dei corsi online nel Regno Unito?

La maggioranza sono quelli in età compresa tra i 25 ed i 34 anni, con il 22% di questo gruppo che ha utilizzato un corso online per un avanzamento nella propria carriera. Mentre il 46% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha cominciato ad utilizzare i materiali didattici online durante il periodo del Covid, e ormai l’apprendimento a distanza è diventato per loro il metodo più naturale e lo strumento diffuso per lo studio e l’acquisizione di nozioni e dati.

Secondo uno studio di Oxford Learning College il 31% dei giovani residenti nel Regno Unito ha preso in considerazione l’idea di conseguire una laurea online, mentre l’84% sostiene che ci dovrebbero essere più scuole e università che offrano corsi e-learning.

La più antica e famosa università specializzata nell’apprendimento a distanza viene fondata in Gran Bretagna già nel 1969 durante il governo laburista di Harold Wilson: si chiama Open University (OU) e nasce con l’obiettivo, fortemente voluto dallo stesso primo ministro Wilson, di aprire il mondo dell’istruzione a tutti, indipendentemente dal background sociale, e dare accesso all’università anche agli studenti provenienti dalle zone più disagiate e remote, che non possono permettersi un trasferimento per motivi di studio. Oggi la OU, con oltre 174.000 iscritti, rappresenta una delle università statali più grandi al mondo, dal 1969 ad oggi ha avuto più di 2 milioni di studenti che hanno frequentato i suoi corsi.

Secondo le fonti Ucas (Servizio per le ammissioni ai college e alle università anglosassoni) il 63% degli iscritti a Open University nel 2023 sono donne e la maggioranza degli studenti sono residenti nel Regno Unito; il 40% è iscritto al primo anno mentre il 60% direttamente agli anni successivi; il 7% frequenta corsi post laurea e il 93% degli studenti i corsi di laurea triennali.

Accanto ad Open University negli ultimi anni molte delle università britanniche si sono affrettate ad incrementare i corsi online, sia per venire incontro agli studenti internazionali che durante il lockdown avevano lasciato il Regno Unito per tornare a casa, sia per estendere l’offerta dei corsi anche agli studenti nazionali. Nell’ultimo decennio si è registrato un aumento del 135% degli studenti sudafricani ed australiani che hanno studiato in Gran Bretagna esclusivamente da remoto attraverso e-learning.

Tra le università che hanno programmi di approfondimento online, a Londra troviamo UCL, King’s College, Imperial College, nel resto dell’Inghilterra le università di Manchester, Liverpool, Nottingham, Leeds, Essex, Birmingham, e in Scozia l’università di Edimburgo, con una varietà di corsi online in vari settori tra cui economia, ingegneria, business e management, psicologia.

Il Regno Unito ha dunque lanciato la sfida alla trasformazione digitale nel campo dell’istruzione e dell’apprendimento, e attualmente già il 96% delle università e il 79% degli istituti superiori utilizza attività formative interamente o parzialmente online, con il supporto di podcast, di video seminari e video conferenze, di big data, e piattaforme per la condivisione di documenti.

Si prevede che il futuro dell’e-learning nell’istruzione superiore e nella formazione sarà guidato dai progressi dell’intelligenza artificiale e della realtà virtuale; il microapprendimento e l’integrazione di piattaforme di e-learning basate sul cloud favoriranno le opportunità di apprendimento mirato e personalizzato e miglioreranno la conservazione dei materiali didattici.

Accanto allo sviluppo delle EdTech indirizzate agli studenti stanno nascendo varie società di E-Learning consultancy mirate a fornire programmi innovativi di formazione in vari settori, come quello sanitario e dei Civil Servant. Uno dei più recenti del 2023, fornito da Marshall E-Learning Consultancy, è un programma di apprendimento e sviluppo per la polizia scozzese. Tra le novità anche Schoox, una piattaforma di e-learning che esplora le nuove tendenze degli strumenti di apprendimento online attraverso un podcast condotto da David Wentworth, pioniere della talent technology e da un anno vice presidente del Gruppo, che spiega come l’apprendimento e lo sviluppo possano migliorare le prestazioni aziendali e venire incontro alle esigenze del cliente.


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