Skip to main content

Phisikk du role – Le elezioni e la profezia che si autoavvera

“Dicunt” che, nonostante la maggioranza di governo si trovi a godere di un indubbio largo vantaggio sulle opposizioni, peraltro divise, la legislatura potrebbe avere una durata non troppo lunga. L’orizzonte, dicono questi occulti divinatori, potrebbe essere dettato dai risultati delle prossime elezioni europee. Ecco perché nella rubrica di Pino Pisicchio

La politica non è mai stata una scienza esatta, nonostante i nobili impianti sistemici offerti per comprenderla da filosofi e pensatori a vario titolo, eccezion fatta forse per Niccolò Machiavelli che, avendola un po’ praticata, l’aveva intinta della giusta dose di cinismo che la rendeva più credibile. Il perché della sua imprevedibilità sta certamente nella sua origine umana, troppo umana, e nella sua attitudine ad impregnarsi del meglio e del peggio di cui è impastata ogni persona. Questa caratteristica, che in genere non fa diverse classi dirigenti e popolo, può, in certe circostanze eccezionali produrre leadership straordinarie – si pensi ai governi e alle assemblee parlamentari dei primi anni della Repubblica, con De Gasperi statista campione di frugalità e di pensiero lungo – così come, nelle stagioni di “magra”, costringerci a farci bastare personalità, diciamo così, con pensieri meno “proiettati”.

È ormai da un bel po’ che siamo costretti a farci bastare quel che passa il convento senza che il poco ed il pochissimo a nostra disposizione sia influenzato da bandiere o ideologie, tanto, come diceva il famoso filosofo contemporaneo Giuseppe Grillo, “uno vale uno”. E allora, se non soccorre più la scienza per capire cosa sta accadendo in politica e che cosa accadrà domani, bisognerà far ricorso ad altre chiavi di lettura. Per esempio l’umanissimo “cui prodest”, a chi giova una situazione o l’altra, partendo dall’idea che il motivo di ogni azione del politico contemporaneo sia non il tornaconto della collettività, ma solo quello della propria parte.

In definitiva: se stesso. Questa ermeneutica pret a porter ispira alcuni rumors che stanno circolando in questi giorni di fine anno nei palazzi romani sui destini della legislatura. “Dicunt” che, nonostante la maggioranza di governo si trovi a godere di un indubbio largo vantaggio sulle opposizioni, peraltro divise, la legislatura potrebbe avere una durata non troppo lunga. L’orizzonte di legislatura, dicono questi occulti divinatori, potrebbe essere dettato dai risultati delle prossime elezioni europee: se il partito della presidente del Consiglio, oggi dato in grande spolvero dai sondaggisti, dovesse fare il botto alle europee di giugno, e i suoi stessi alleati di governo (peraltro rissosi e competitivi) subire ridimensionamenti così come le non temibilissime opposizioni, si potrebbe scivolare al votò in un amen. E il premierato elettivo, padre di tutte le battaglie? Beh, quello potrebbe essere un buon motivo: “Noi volevamo e vogliamo farlo, gli altri si mettono di traverso, andiamo direttamente a chiedere al popolo sovrano che cosa ne pensa”.

È fantascienza, direbbe l’on. Meloni. Forse. Ma era fantascienza quella dei robot di Isaac Asimov in anni remoti, e oggi abbiamo in casa l’intelligenza artificiale. Era fantascienza il governo Cinquestelle-Lega e abbiamo avuto Conte I, era fantascienza un nuovo governo con M5S e PD dopo quello e abbiamo avuto Conte II. Era fantascienza fare campagne elettorali sotto gli ombrelloni e abbiamo votato a settembre.
Insomma sarà pure il gossip dei pensierini da retroscena ma in mancanza di quelli lunghi teniamone conto. Di certo nell’anno che verrà ne vedremo parecchie. Delle belle. Speriamo anche delle buone. Auguri.



×

Iscriviti alla newsletter