Siglato dai ministri Crosetto, Shapps e Kihara il trattato internazionale per lo sviluppo del jet di sesta generazione. Quartier generale nel Regno Unito. Il primo ad dell’organizzazione governativa verrà da Tokyo, mentre il primo leader di quella imprenditoriale da Roma
Italia, Regno Unito e Giappone hanno firmato un trattato internazionale per stabilire un programma aereo da combattimento volto allo sviluppo di un caccia di sesta generazione, il Global Combat Air Programme. L’accordo è stato firmato a Tokyo dai ministri della Difesa dei tre Paesi – l’italiano Guido Crosetto, il britannico Grant Shapps e il giapponese Minoru Kihara. Dovrà ora essere ratificato dai parlamenti dei tre Paesi. “Per la prima volta inoltre l’Italia parteciperà con la stessa dignità (33%) a un programma di questa portata”, si legge in una nota della Difesa che sottolinea come sull’Eurofighter, unico programma paragonabile, la percentuale italiana è del 22%, molto inferiore a quella britannica. “Equal partnership” è stata la parola d’ordine del ministro Crosetto.
Un anno fa l’annuncio
A dicembre dell’anno scorso i capi dei governi dei tre Paesi – l’italiana Giorgia Meloni, il britannico Rishi Sunak e il giapponese Fumio Kishida – avevano annunciato la fusione tra le ricerche condotte dal Giappone sul jet F-X e da Italia e Regno Unito sul Tempest. Un’intesa che prendeva atto del fatto che “la sicurezza dell’Euro-Atlantico e dell’Indo-Pacifico sono indivisibili”, aveva commentato il primo ministro britannico. Allora i tre governi avevano concordato di sviluppare insieme una piattaforma di combattimento aerea di nuova generazione entro il 2035. Nella nota comune, i capi del governo dei tre Paesi avevano sottolineato in particolare il rispettivo impegno a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, a difesa della democrazia, per cui è necessario istituire “forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile”.
I dettagli
Entrambi i quartieri generali del Global Combat Air Program e la sua controparte industriale avranno sede nel Regno Unito. Il primo amministratore delegato dell’organizzazione governativa verrà dal Giappone, mentre il primo leader dell’organizzazione imprenditoriale verrà dall’Italia. Sotto la supervisione dell’organismo di coordinamento, un consorzio formato dall’azienda aerospaziale italiana Leonardo, dalla giapponese Mitsubishi Heavy Industries e dalla britannica Bae Systems Plc punta a completare la progettazione del nuovo velivolo entro il 2027.
Le parole di Crosetto…
“Essere qui oggi rappresenta per l’Italia, e penso per tutti noi, un traguardo molto importante per il programma Gcap, e allo stesso tempo un messaggio fortissimo perché la nostra partnership è un messaggio per il resto del mondo”, ha detto Crosetto all’inizio dell’incontro trilaterale. “Viviamo in un’epoca molto complessa che è caratterizzata dalla presenza di attori aggressivi sul palcoscenico internazionale”, ha continuato il ministro della Difesa. “Una situazione di instabilità crescente, di competizione tra stati e di rapidi cambiamenti tecnologici. Ed è quindi diventato di vitale importanza rimanere un passo avanti rispetto alle minacce che crescono ogni giorno. Le nostre tre nazioni hanno relazioni antiche consolidate, basate sugli stessi valori di democrazia e libertà, rispetto dei diritti umani e lo stato di diritto. Attraverso il Gcap potremmo sviluppare ancora di più i nostri rapporti e rafforzarli nel campo della difesa”, ha concluso. Per il programma la spesa prevista dal Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2023-2025 è passata dai 3,8 miliardi stimati lo scorso anno ai 7,7 riportati nell’ultimo documento diffuso nelle scorse settimane.
… e quelle di Shapps
“Il nostro programma di aerei da combattimento leader a livello mondiale mira a essere cruciale per la sicurezza globale e continuiamo a fare progressi estremamente positivi verso la consegna dei nuovi jet alle nostre rispettive forze aeree”, ha affermato il ministro britannico Shapps. Il jet stealth supersonico sarà dotato di un radar in grado di fornire 10.000 volte più dati rispetto ai sistemi attuali, ha affermato il governo britannico.
Il Gcap
Il progetto del Global combat air programme è destinato a sostituire i circa novanta caccia F-2 giapponesi e gli oltre duecento Eurofighter britannici e italiani, e prevede lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo integrato, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso, provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione, al sostegno al combattimento, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. L’intero pacchetto capacitivo è poi inserito all’intero nella dimensione all-domain, in grado, cioè di comunicare efficacemente e in tempo reale con gli altri dispositivi militari di terra, mare, aria, spazio e cyber. Questa integrazione consentirà al jet di essere fin dalla sua concezione progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi.
Le altre aziende italiane coinvolte
Nella nota diffusa dopo l’accordo dalla Difesa italiana vengono evidenziati come risultati del programma: il vantaggio operativo per affrontare le sfide poste dai nuovi scenari attraverso lo sviluppo di un sistema di sistemi, una combinazione di velivoli pilotati e senza pilota, altamente connessi con un numero variabile di altri assetti per aumentare le loro capacità; la sovranità tecnologica e industriale; la prosperità. Infatti, livello industriale, in Italia, il programma è guidato da Leonardo It, che si avvale della collaborazione di Mbda It, Elettronica e Avio Aero, con l’obiettivo di instaurare un processo di cooperazione che coinvolgerà, oltre alle aziende leader nel settore, piccole e medie imprese, centri di ricerca e università, “formando così un network di competenze capace di mettere a sistema le eccellenze nazionali attive sia in ambito industriale che accademico”. Il Gcap “realizzerà tecnologie innovative con rilevanti ricadute in termini di occupazione, competenze e know-how per tutto l’eco-sistema industriale nazionale”, conclude la nota.