Nel 2018 la famiglia Wang ha acquistato un hotel a Unterbach, villaggio di poche centinaia di anime nell’Oberland bernese, a pochi passi dalla base operativa dei jet elvetici di ultima generazione. Erano spie di Pechino?
Semplici gestori di una locanda tradizionale arrivati dalla Cina o spie di Pechino sotto copertura? Chi sono i Wang che nel 2018 hanno acquistato un hotel a Unterbach, villaggio di poche centinaia di anime nell’Oberland bernese tra le culle dello sci in Svizzera, accanto alla pista di atterraggio militare di Meiringen, che funge da base operativa per gli F-35 delle forze aeree elvetiche?
A raccontare la loro storia è il quotidiano svizzero Tages-Anzeiger citando fonti anonime degli ambienti di sicurezza di Berna. Per cinque anni, dopo l’acquisto dell’hotel, la famiglia vive una vita lontana da qualunque visibilità o sospetto. Ma questa estate la polizia fa irruzione nella locanda e porta via i due coniugi. Secondo il giornale, c’entra lo spionaggio: la coppia e il loro figlio – anche se non è certo che siano realmente imparentati – sono sospettati di aver acquistato l’hotel Gasthof Rössli solo per spiare le operazioni di volo a Meiringen, base operativa degli F-35, i jet di quinta (e ultima, per ora) generazione, svizzeri.
L’anno scorso i tre sono stati messi nel mirino del Servizio delle attività informative della Confederazione (Ndb), l’agenzia di spionaggio svizzera, scrive il Tages-Anzeiger. Le autorità di sicurezza erano infatti convinte che gli albergatori fossero spie cinesi. Tuttavia, sembra che la Ndb non abbia trovato prove di attività sospette da parte della famiglia, che in ogni caso è stata trovata sprovvista di permesso di lavoro o di soggiorno. Così i tre hanno lasciato la Svizzera e da allora non sono più tornati, mentre la locanda è stata messa in vendita.
Il figlio, raggiunto al telefono da uno degli autori dell’inchiesta, ha negato categoricamente le accuse, bollando la faccenda come fake news e sottolineando che la famiglia ha intenzione di tornare in Svizzera e proprio all’hotel quanto prima.
Ma secondo l’esperto di geopolitica Ralph Weber, non ci sarebbe da sorprendersi se si trattasse di un vero caso di spionaggio: “La Repubblica popolare cinese gestisce diversi servizi di intelligence civili e militari estremamente attivi in tutto il mondo”, ha affermato. E tra gli interessi principali di Pechino c’è chiaramente tutto ciò che ha a che fare con gli Stati Uniti, come gli F-35.
Nei giorni scorsi un giornale britannico aveva rivelato che un appartamento a pochi metri dal quartier generale del Secret Intelligence Service, o MI6, è collegato a un altro appartamento, a Mosca, vicino a dove è stato sviluppato il Novichok. Non si tratta di un caso, hanno affermato alcuni funzionari. Anche nel caso britannico, infatti, sono forti i timori di attività di spionaggio, in particolare in merito all’identità degli appartenenti al servizio. L’edificio è dotato di sistemi di sicurezza all’avanguardia, comprese pareti e finestre progettate per resistere a proiettili e bombe; ha una “gabbia di Faraday” per impedire le intercettazioni; due fossati; e, si presume, un tunnel che passa sotto il Tamigi per collegarlo a Whitehall. “Molto più facile, quindi, per i nemici del Regno Unito approfittare del mercato immobiliare londinese e osservare l’andirivieni dalla comodità del proprio balcone”, ha scritto l’autore dell’inchiesta, Richard Holmes.