Skip to main content

Cosa rappresenta il sì di Elon Musk (e non solo) ad Atreju. L’analisi di Carone

Se è vero che proprio le opinioni del patron di X, Tesla e Space X rappresentano un punto importante della chiacchierata che si è svolta ad Atreju, è anche vero che è la presenza di Musk ad essere di per sé un punto importante segnato da Meloni. Un segnale di credibilità del governo e di capacità di coinvolgere e dialogare con interlocutori di grande rilievo che rappresentano plasticamente le nuove sfide su cui l’Europa è chiamata a misurarsi. L’analisi di Martina Carone

Prima della pausa festiva, giorni di eventi. Il weekend politico è intenso, e ovviamente perché negli ultimi giorni si è parlato molto della kermesse di Atreju: in fondo, quella che è stata per anni la manifestazione simbolo della destra giovanile è oggi diventata una vera e propria festa di governo, in cui il partito di Giorgia Meloni celebra i suoi rappresentanti nelle istituzioni e soprattutto racconta la propria visione e i propri valori. Ma le novità di quest’anno non si esauriscono qui: la caratura degli ospiti ha infatti catalizzato l’attenzione di molti, detrattori compresi.

Una delle caratteristiche degli eventi politici è infatti quella di rappresentare dei veri e propri mezzi per raccontare il posizionamento di chi li organizza: attraverso la location scelta, attraverso i messaggi gli slogan, ma anche attraverso gli ospiti.

È in questo filone che si inserisce una delle maggiori novità di Atreju 2023: l’invito (accettato) a Elon Musk, patron delle tecnologie, ma soprattutto imprenditore, innovatore, opinion leader; personaggio discusso (se non discutibile), punto di riferimento per l’ultradestra americana e l’alt-right, in qualche modo vicino alla proposta Trumpiana e conservatrice e foriero di una visione sulla libertà d’espressione giudicata da molti estrema (se non estremista).

Secondo Musk, la libertà di espressione è infatti un vero e proprio baluardo della libertà dell’individuo, al punto da diventare uno dei valori più sbandierati proprio su X (già Twitter), in cui la censura e la regolamentazione dei discorsi (compresi quelli estremisti, se non proprio d’odio) è ridotta al minimo.

Non è però prima volta che Elon Musk e incrocia il percorso di Giorgia Meloni: già dopo l’insediamento i due si incontrarono ad un tavolo in cui si vedeva anche Antonio Tajani, in cui gli argomenti discussi toccarono temi come l’Intelligenza Artificiale ma anche le politiche industriali così come la natalità. Il tema emerge anche nell’incontro di Atreju, in cui Musk si presenta con il figlio in braccio e sottolinea la necessità di tutelare la natalità per assicurare una continuità delle identità culturali dei Paesi, Italia compresa.

Ma se è vero che proprio le opinioni del patron di X, Tesla e Space X rappresentano un punto importante della chiacchierata che si è svolta ad Atreju, è anche vero che è la presenza di Musk ad essere di per sé un punto importante segnato da Meloni (che infatti l’ha personalmente accolto alla kermesse): un imprenditore così noto nel panorama mondiale diventa un vero e proprio simbolo e un messaggio di che valori Meloni e il suo governo vogliono tutelare. E soprattutto sono un segnale di credibilità del governo e di capacità di coinvolgere e dialogare con interlocutori di grande rilievo che rappresentano plasticamente le nuove sfide su cui l’Europa è chiamata a misurarsi.

E con la campagna elettorale in vista (e visto il sistema elettorale proporzionale, in cui in fin dei conti tutti i partiti competono con gli altri, cercando di massimizzare il proprio risultato per contarsi) un incontro così dialogante è un ottimo punto di partenza per il governo, per Giorgia Meloni e per Fratelli d’Italia.



×

Iscriviti alla newsletter