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Questioni primarie. Così Renzi rilancia i gazebo a Firenze

L’ex Rottamatore lancia ufficialmente nella corsa per Palazzo Vecchio la vicepresidente della regione Toscana, che sfiderà l’assessora al welfare Sara Funaro. Occhio però, perché Renzi ha già messo mano alla fondina…

Anche stavolta di mezzo c’è un fiume: non il Rubicone, ma l’Arno. La sostanza, però, non cambia: il dado è tratto. Questa mattina alle Murate Matteo Renzi ha ufficializzato la candidatura di Stefania Saccardi a sindaco di Firenze. Una mossa attesa ma non per questo scontata. E invece, tanto tuonò che piovve.

L’ex Rottamatore lancia così ufficialmente nella corsa per Palazzo Vecchio la vicepresidente della regione Toscana, che sfiderà l’assessora al Welfare Sara Funaro, scelta dal parlamentino Pd senza passare per i gazebo con grande disappunto di Cecilia Del Re. Proprio sulla possibile convergenza con l’ex titolare dell’assessorato all’Urbanistica si appunta ora l’attenzione di Italia Viva: un ticket Saccardi-Del Re? Una tregua armata? O, affronto degli affronti, la convocazione di primarie contro la volontà di chi le primarie le ha introdotte in Italia, ovvero il Partito democratico? “Sarebbe bello fare le primarie, aperte a Stefania, Cecilia e chiunque lo desideri”, dice oggi Renzi dopo aver sbeffeggiato gli ex compagni di strada per la scelta di ammainare quei gazebo dai quali lui stesso – oltre che l’attuale segretaria Elly Schlein – partirono alla conquista della leadership democratica.

Vedremo ora quali saranno le mosse di Del Re che – nell’attesa di capire se è ancora possibile intavolare una trattativa con il Pd, di cui è stata cintura nera di preferenze nel 2019 – ringrazia Saccardi per gli inviti alla collaborazione e sonda l’ipotesi di una candidatura in solitaria con una lista civica. In quel caso i candidati in corsa a sinistra sarebbero tre, ma un quarto è già dietro l’angolo. Già, perché il professor Tomaso Montanari non ha ancora abbandonato l’idea di scendere in campo – magari sotto le insegne del M5S – per provare a coagulare il consenso dell’area più radicale dei progressisti, compresa quella Sinistra Italiana già in accordi con il Pd purché Italia viva resti fuori dalla coalizione: vada anche per la nuova pista di Peretola, ma Renzi proprio no.

E vediamo ora quali saranno anche le mosse del Pd, che ha già incassato il plauso per la candidatura di Funaro (considerata molto vicina all’attuale sindaco Dario Nardella) da Volt, Psi, Azione è +Europa oltre che, come detto, da SI. Chiederanno i dem la testa (alias la poltrona) di Saccardi in giunta regionale, come si ventila da settimane? “Ho un ottimo rapporto con Eugenio Giani – dice lei dalle Murate – sono al suo fianco fino a quando lui vorrà”.

Occhio però, perché Renzi ha già messo mano alla fondina: “Se chiedono le sue dimissioni noi usciamo dalla maggioranza regionale e da tutte le parti in cui siamo in maggioranza in Toscana”. Una robetta non da poco, considerando che il prossimo anno si vota in cinque regioni e la partita delle alleanze sta già creando forti malumori a sinistra in Sardegna, Piemonte e Basilicata. Ci manca solo la Toscana, che al voto andrà – se tutto va bene – nel 2025. Per non parlare dei Comuni: 183 sono quelli toscani chiamati alle urne il prossimo anno, tra loro ci sono anche Livorno e Prato. Meglio star tutti buoni.

Sull’altra sponda dell’Arno invece tutto tace: tra meno di due settimane Eike Schmidt saluterà gli Uffizi e andrà a trovare la famiglia d’origine in Germania per le vacanze di Natale. Al suo rientro in Italia sapremo se sarà lui a tentare la disperata e titanica impresa di strappare Palazzo Vecchio alla sinistra. Mal che vada, c’è un altro museo che lo aspetta: Capodimonte.


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