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Sua maestà la Porsche 911, la regina delle strade. Il racconto di Vecchiarino

Dalla mente geniale di Ferdinand Porsche alle vittorie su pista: ecco la gloriosa storia della Porsche 911 con le sue linee, rimaste pressoché immutate dall’ormai lontano 1963, che hanno conquistato i cuori di tutti gli amanti dei motori

Ladies and gentleman oggi non vi parlo di caccia militari, né di battaglie, spie o ekranoplani; oggi vi parlo di auto o, meglio, dell’”Auto”, quella più iconica del mondo, l’unica vettura di serie che vanta il maggiore palmarès in tutte le corse automobilistiche del pianeta, dal Rally di Montecarlo alla 24 ore di Les Mans passando per la Parigi – Dakkar: signore e signori ecco a voi l’unica e inimitabile Porsche 911.

LE ORIGINI

Per dirla come Ferry Porsche “la 911 è l’unica vettura che dopo aver gareggiato a Le Mans può accompagnarti in un safari africano, poi al teatro e dopo a fare un giro per le strade di New York”; ma partiamo dalle origini. La casa automobilistica Porsche nacque nel 1931 grazie al genio di Ferdinand Porsche, rivoluzionario ingegnere, che aprì uno studio di ingegneria di Stoccarda. Distintosi per le sue idee innovative, durante il periodo nazista su richiesta di Hitler in persona, disegnò e progettò un veicolo che portò alla produzione della Volkswagen Tipo 1: il celebre Maggiolino. Nel 1939, sfruttando la base del Maggiolino, realizzò un prototipo della prima Porsche, la Porsche Type 64, prima vettura a portare il suo cognome.

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Nel 1944 gli uffici Porsche vennero trasferiti nella cittadina austriaca di Gmünd, in Austria, per sfuggire ai bombardamenti degli alleati su Stoccarda, ma nel novembre del 1945 Herr Porsche venne catturato con uno stratagemma dai militari francesi ed incarcerato con l’accusa di collaborazionismo; aveva infatti progettato carri armati per l’esercito tedesco. Secondo alcuni era stato arrestato soprattutto con il fine di estorcergli progetti da utilizzare nell’industria dell’automobile, ma grazie all’intervento di Piero Dusio, proprietario dalla casa automobilistica italiana Cisitalia (Compagnia Industriale Sportiva Italiana), che pagò la cauzione in cambio del progetto della nuova Cisitalia da Formula 1, Ferdinand fu liberato dopo 20 mesi.

LA 356

Nell’agosto 1947 in una vecchia segheria sempre in Austria, Ferdinand Porsche, appena liberato dalla prigionia, suo figlio Ferry, Karl Rabee, Erwin Komenda e il carrozziere Frederich Weber si ritrovarono per mettere giù il progetto di una vettura sportiva. La base fu il modello Type 64 del 1939 su cui fu installato un motore VW 1.1 elaborato e portato a 40 CV. Nel corso degli anni successivi la 356 è stata oggetto di restyling e aggiornamenti che porteranno, oltre alla realizzazione della celeberrima versione Speedster utilizzata da James Dean, alla realizzazione del modello 2.0 Carrera GS da 130 CV, il più potente della serie. Dal 1948 al 1965 ne furono prodotte più di 76.000 esemplari. Nel frattempo, nel 1952 Ferdinand Porsche era morto e suo figlio Ferry trasferì definitivamente la sede della produzione a Stoccarda nel distretto di Zuffenhausen; inoltre, nel 1953 venne creato il nuovo stemma della casa che era il risultato della fusione dell’emblema del Baden-Wurttemberg con la cavallina di Stoccarda.

UN NUOVO MODELLO DI PORSCHE

Sul finire degli anni ’60 la Porsche 356 iniziava a sentire il peso degli anni e serviva un nuovo modello con un nuovo motore più potente per battere la concorrenza. Per la progettazione della nuova vettura Ferry Porsche, affidò al figlio Ferdinand Alexander Porsche, soprannominato dai suoi familiari “Butzi”, l’innovazione stilistica della nuova vettura, mentre lui si occupò della parte tecnica.

LA 911

Presentata al Salone di Francoforte sessant’anni fa, il 12 settembre 1963, il nuovo modello di punta della Porsche fece subito scalpore per le sue forme sobrie ma audaci per l’epoca e per essere una vettura sportiva ma con quattro posti, che in realtà divenne 2+2. Fu inizialmente battezzata 901 ma solo pochi mesi dopo i vertici della Porsche furono costretti a modificare il nome in 911, poiché Peugeot aveva già registrato tutte le sigle con lo “zero” in mezzo.

IL BOXER 6 CILINDRI

Da quel momento, sistemato il nome, nacque la leggenda della 911 che da quel giorno si è evoluta in ogni senso, tranne in un aspetto tecnico fondamentale: il motore. La storia della Porsche 911, infatti, è strettamente legata alla scelta di adottare un propulsore divenuto una vera e propria icona per la casa tedesca, ovvero il 6 cilindri boxer raffreddato ad aria e montato sull’asse posteriore dalla cilindrata di 2 litri. Altre soluzioni tecniche d’avanguardia furono le sospensioni a quattro ruote indipendenti con barra di torsione, i freni a disco, il cambio a quattro marce con la quinta optional, e un peso leggermente superiore ai 1000 kg per una potenza di ben 130CV; l’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 9,1 secondi e la velocità massima di 210 km/h la resero una delle più̀ veloci auto sul mercato alla metà degli anni ’60.

LA VERSIONE S E VERSIONE TARGA

Il successo della Porsche 911 fu immediato e dopo soli 3 anni dal lancio, nel 1966, la casa di Stoccarda fece debuttare sul mercato la 911 S, che si distinse dalla prima per un aumento di potenza del motore sino a 160 cavalli. Nel 1965 Porsche presentò una versione decappottabile, non cabriolet ma Targa, cioè con un elegante roll bar inserito nel lunotto in vetro di sicurezza fisso che lasciava solo la parte superiore scoperta e un tettuccio removibile. Il nome Targa poi fu adottata dalla Porsche per omaggiare la vittoria di Umberto Maglioli al volante della Porsche 550 Spyder alla Targa Florio del 1956. La Porsche come casa automobilistica detiene il maggior numero di successi nella competizione siciliana.

IL DEBUTTO A LE MANS

Per un’auto sportiva come la 911 era quindi d’obbligo partecipare alla mitica 24 ore di Le Mans, già peraltro vinta nel 1951 dalla 356. Fu così che nel 1966 ci fu la prima partecipazione di una Porsche 911 alla corsa che al debutto vinse nella categoria due litri GT. La Porsche e la 24 Ore di Le Mans rappresentano uno storico connubio ricco di successi che iniziò nel 1951 ed è costellato di record e superlativi: 16 vittorie assolute e 103 vittorie di classe: un record di successi per Porsche.

L’ACCENSIONE A SINISTRA

E proprio dalla 24 ore di Le Mans che la 911 ha ereditato l’inconfondibile accessione a sinistra. In quel periodo le gare iniziavano con la “partenza Le Mans”: vetture schierate a spina di pesce con il motore spento e piloti allineati dall’altro lato del rettilineo di partenza che attraversavano il tracciato correndo a piedi prima di salire in macchina. Il posizionamento del blocchetto di accensione a sinistra permetteva quindi ai piloti di risparmiare tempo durante la fase di start perché potevano ingranare la marcia con la mano destra e girare la chiave con l’altra.

IL RALLY DI MONTECARLO

Per accrescere la pubblicità il capo del reparto corse della Porsche, Huschke von Hanstein, decise di iscrivere una 911 al prestigioso Rally di Montecarlo: con uno sgargiante colore rosso rubino e pochissime modifiche tecniche l’auto si piazzò al quinto posto in classifica generale, un buon inizio per una vettura che negli anni successivi vincerà il Rally nel 1968, 1969,1970 e nel 1978 con una Carrera RS 3.0. Una versione appositamente rinforzata partecipò anche al folle rally “Londra-Sydney”, ma questa è un’altra storia.

LA 911 CARRERA RS E IL DUCK TAIL

Nel 1972 fu presentata la 911 Carrera RS (RennSport), equipaggiata dal classico 6 cilindri boxer portato a 2.687 cm³ con 210 CV e con cofani e portiere in alluminio per renderla più leggera. Ma a rendere unica la 911 Carrera RS 2.7 è stato il suo celebre alettone posteriore, il famoso “duck tail”, lo spoiler a becco d’anatra, com’era chiamato per la sua curiosa forma, che fino ad allora era utilizzato esclusivamente sulle vetture da corsa. La versione da competizione denominata 911 Carrera RSR vinse la Targa Florio nel 1973, la 12 Ore di Sebring sempre nel 1973 e nel 1977 la 24 ore di Daytona.

LA DENOMINAZIONE CARRERA

La denominazione Carrera fu adottata per la prima volta sulla Porsche 356A 1500 GS del 1955, in ricordo della vittoria di classe conquistata da Hans Herrmann, alla guida di una 550 Spyder, durante la Carrera Panamericana del 1954, prima vittoria di classe della Porsche in una gara internazionale. Soprannominata “Mille Miglia dell’altro mondo”, la Carrera Panamericana si correva in Messico dal 1950 al 1954 su una distanza quasi doppia rispetto alla corsa italiana (oltre 3.000 chilometri contro circa 1.600). Il tracciato di gara congiungeva idealmente il confine statunitense con quello guatemalteco e si sviluppava per oltre 3.000 km, attraversando l’intero territorio messicano.

PORSCHE 911 TURBO

Nel 1975 venne introdotta la 911 Turbo o Turbo Carrera, dotata di motore di 2994 cm³, iniezione meccanica e sovralimentato con turbocompressore. La potenza sviluppata era di 260 CV, che permetteva alla 911 Turbo 3.0 di scattare da 0–100 km/h in 6,5 secondi e raggiungere i 251 km/h di velocità massima. Soffriva però di turbolag, ovvero il ritardo di risposta del turbocompressore, che faceva esplodere tutta la potenza del motore in maniera quasi violenta e che in pochi guidatori erano capaci di controllare; da qui il malizioso nome di “widowmaker “, “fabbrica di vedove”.

LA 911 CARRERA 3.0 E 911 SC

Nel 1976 venne presentato un nuovo modello: la 911 Carrera 3.0. Dotata di parafanghi posteriori larghi, la versione sportiva della 911 fu dotata ora del nuovo motore della Turbo con cilindrata di 2994 cm³ derivato dalla Carrera RS 3.0, ma senza il turbocompressore. Nel 1977 fu presentata la 911 SC, dove le due lettere SC indicavano la dicitura “Super Carrera”, che sostituiva tutte le altre versioni “non turbo” (standard, S e Carrera); aveva una cilindrata di 2994 cm³ e una potenza di 188 CV. Accanto alla versione stradale la Porsche sviluppò un modello da competizione, la 911 SC RS: 200 kg in meno e 255 CV.

IL SAFARI RALLY

Nel 1978 la Porsche decise di partecipare con due 911 SC appositamente preparate al Safari Rally, il rally più duro del mondo che attraversava il Kenya, l’Uganda e la Tanzania. La sfida consisteva nel superare 5.000 chilometri di piste durissime, sotto un caldo torrido e una pioggia torrenziale; la 911 terminerà la gara al quarto posto dopo aver avuto problemi al retrotreno.

LA 911 CARRERA 3.2

Nel 1984 le 911 SC lasciarono il posto alle 911 Carrera 3.2, che erano pressoché invariate esteticamente, a parte i piccoli fendinebbia rettangolari di serie, ora integrati nello spoiler anteriore, e l’ala posteriore opzionale di diverso profilo. La nuova 911 Carrera fu prodotta in versione coupé, targa e cabriolet in circa 85.000 esemplari fino al 1989 e riservò importanti novità tecniche nella parte meccanica: cilindrata portata a 3164 cm³, alimentazione a iniezione elettronica anziché meccanica e potenza di 231 CV.

LA PARIGI-DAKAR

Nel 1984 la Porsche partecipò anche alla Parigi – Dakar con una 911 chiamata internamente 953, derivata dalla Carrera 3.2 ma modificata per poter resistere ai 14.000 chilometri attraverso alcune delle regioni più dure e inospitali del pianeta. Alla sua prima partecipazione vinse e fu la prima vittoria nella storia della Parigi-Dakar di un’auto sportiva. Nel 1986, la Porsche 959, evoluzione delle 953, vinse nuovamente questa gara.

LA PORSCHE 911 SERIE 964

Nel giugno 1989 la Porsche introdusse la 911 serie 964, un approfondito aggiornamento della 911. Presentata inizialmente con numerosi aggiornamenti in gran parte derivati dalla Porsche 959 nella versione Carrera 4, dove il 4 stava ad indicare la trazione integrale sulle quattro ruote permanente, era dotata di un motore da 3600 cm³ con doppia accensione e 250 CV. Esteticamente rinnovata nei paraurti più avvolgenti ed integrati, cerchi dal design più moderno a 5 razze, la fanaleria posteriore era come un’unica fascia avvolgente in colore rosso, mentre risulta innovativo l’alettone posteriore a completa scomparsa e comando elettrico (fuoriusciva automaticamente oltre 90 km/h oppure a comando manuale del conducente).

LA PORSCHE SUPERCUP

Il modello più potente della seria, la 911 Carrera 3.8 RS, con motore di 3,8 litri da 300 CV, fu scelto come veicolo di base per la prima edizione della Porsche Supercup nel 1993, un campionato monomarca professionistico internazionale, che si tiene in concomitanza dei weekend di Gran Premi della Formula 1.

LA PORSCHE 993

Prodotta dal 1994 al 1998 in sostituzione della 964, la Porsche 993 è stata l’ultimo modello della 911 nonché l’ultima vettura stradale di produzione in serie, ad essere venduta con motorizzazione esclusivamente avente sistema di raffreddamento ad aria; era equipaggiata con il classico motore 6 cilindri boxer raffreddato ad aria aspirato da 3,6 litri e 286 CV.

LA PORSCHE 996

Nel 1997 venne presentata la Porsche 996 ,la vettura spartiacque tra le vecchie e nuove generazioni della 911 per via dei grandi cambiamenti apportati al modello: è stata la prima ad essere dotata di un motore raffreddato ad acqua nonché della distribuzione a quattro valvole per cilindro, aveva una linea esterna ed un abitacolo completamente ridisegnati e un più alto livello di comfort. In più, da un punto di vista estetico, presentava una fanaleria anteriore piuttosto vistosa a “uovo fritto” che soppiantava per la prima volta i fari tondi tipici della 911 e della Targa; ampiamente contestata dai clienti, i fari furono ridimensionati attraverso un restyling intermedio. Nonostante ciò, è stata la 911 più venduta della storia.

LA PORSCHE 997

Nel 2005 un restyling di fari anteriori e posteriori, paraurti e interni ha dato vita alla serie 997. Rispetto al modello precedente la nuova versione, oltre al ritorno dei fari anteriori circolari oblunghi sulla serie precedente, riportava alcune novità tecniche, soprattutto riguardanti il motore con cilindrata di 3600 cm³ da 325 CV per il modello base.

LE ULTIME PORSCHE 991 E LA 992

Nel 2011 è stata presentata la Porsche 991, una 911 completamente rinnovata rispetto alle serie precedenti. Pur mantenendo un’estetica familiare alla precedente, è una vettura progettata integralmente da zero con volumi maggiori ed il passo allungato di 10 cm. Nel 2018 è stata presentata la nuova 911, evoluzione della 991 chiamata Porsche 992 che rappresenta l’ultima evoluzione stilistica della 911 in produzione dal 1963.

LA REGNA DELLA PIKES PEAK

Nel 2022 una 911 Turbo S ha stabilito il nuovo record per auto di serie alla Pikes Peak International Hill Climb, la celebre cronoscalata automobilistica e motociclistica il cui tracciato si snoda lungo le pendici del Pikes Peak, catena montuosa situata nello Stato del Colorado, negli Stati Uniti. L’auto è stata guidata da David Donner che ha ottenuto il tempo record di 9 minuti e 53,5 secondi, battendo il precedente del 2019 appartenuto alla Bentley Continental GT, con 10 minuti e 18,4 secondi.

L’ULTIMO RECORD DEL MONDO

Il 2 dicembre 2023 una Porsche 911 4S , appositamente preparata e alimentata con eFuels, ha scalato il vulcano Ojos del Salado in Cile arrivando a 6.734 metri sulla vetta della cresta occidentale, stabilendo così il nuovo record mondiale di altitudine mai raggiunta da un veicolo a combustione.

Per la gioia di tutti gli appassionati la storia della “regina delle strade” è destinata a continuare.

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