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Tibet, Hong Kong e Xinjiang proibiti su TikTok? Rapporto Ncri

Il Network Contagion Research Institute della Rutgers University ha messo a confronto il dibattito sulla piattaforma di Bytedance e Instagram. I risultati rilanciano i sospetti sull’influenza del governo cinese sull’app ormai al centro della dieta mediatica degli under 30

Ci sono temi, come il Tibet, le proteste a Hong Kong e la situazione degli uiguri nello Xinjiang, che vengono spesso silenziati dal governo cinese che teme la diffusione di idee divergenti dalla linea del Partito comunista. E che stranamente sono poco presenti su TikTok se si confronta il dibattito sulla piattaforma di proprietà della società cinese ByteDance con quello su Instagram, che conta centinaia di milioni di utenti in più. A rivelarlo è un rapporto presentato dal Network Contagion Research Institute della Rutgers University, in cui sono stati analizzati il volume dei post con determinati hashtag su TikTok e Instagram.

Il confronto

Qualche esempio. #TaylorSwift e #Trump, temi diffusi quando si parla di cultura pop e politica, i ricercatori hanno trovato circa due post su Instagram per ogni post su TikTok; otto post a uno per #Uyghur o #Uighur, 30 a uno per #Tibet, 57 a uno per #TiananmenSquare e 174 a uno per #HongKongProtest. L’analisi ha portato gli autori a concludere che è “molto probabile che i contenuti su TikTok vengano amplificati o soppressi in base al loro allineamento con gli interessi del governo cinese”.

La replica

TikTok, che ha ripetutamente negato che il governo cinese abbia qualsiasi tipo di influenza sull’app, ha respinto anche queste accuse. “Il rapporto utilizza una metodologia errata per giungere a una conclusione predeterminata e falsa”, ha dichiarato Alex Haurek, portavoce dell’azienda. Inoltre, ha affermato che gli hashtag sono stati creati dagli utenti, non da TikTok, e che “chiunque abbia familiarità con il funzionamento della piattaforma può vedere da sé che i contenuti a cui si riferiscono sono ampiamente disponibili e le affermazioni di soppressione sono prive di fondamento”. La società ha aggiunto che un terzo dei video visualizzati su TikTok non ha hashtag e che Instagram esiste da più tempo.

Il contesto

La guerra tra Israele e Hamas ha riacceso le preoccupazioni sul modo in cui le piattaforme di social media moderano i contenuti. E la posizione di TikTok è di particolare interesse per le autorità statunitensi, e non soltanto, visti i precedenti. TikTok è stata accusata di spingere contenuti pro-palestinesi e anti-israeliani ai giovani americani, cosa che l’azienda ha definito ingiusta e inaccurata. Ma, come evidenzia il New York Times, le accuse hanno alimentato nuove domande da parte del Congresso e degli esperti su come Pechino possa influenzare i contenuti su TikTok, app che sta rafforzando il suo ruolo di fonte di notizie per gli americani sotto i 30 anni.



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