La politica estera è matrice della politica interna e disvela spesso le strategie e le intenzioni di fondo. La campagna elettorale globale è appena iniziata e chi crede nella democrazia, nel rispetto dei diritti e della dignità della persona non può permettersi di fare da spettatore. L’intervento di Marco Bentivogli
Quest’anno più della metà del mondo andrà al voto. Oltre 4,2 miliardi di persone saranno coinvolte da elezioni regionali e nazionali. Nessun appuntamento elettorale è trascurabile ma ha particolare rilevanza quello che accadrà negli Stati Uniti e in Europa. Negli Stati Uniti Trump, nonostante il suo coinvolgimento nell’assalto a Capitol Hill, è in testa nei sondaggi. In Russia Putin dopo 25 anni auto-succederà a sé stesso. Per quel che ci riguarda, maggiore attenzione e un minor provincialismo, che valgono sempre, questa volta, sono ancora più importanti vista la posta in gioco. Non esiste solo un problema di equilibrio a livello globale e commerciale tra Stati Uniti e Cina, lo scontro ha una portata più ampia.
La guerra fredda è stata ampiamente sostituita da un conflitto globale “a pezzi” ovunque. Dopo l’invasione Russia dell’Ucraina la guerra in Medio Oriente, vi sono oltre 52 conflitti nel mondo. La sovranità del nostro Paese si difende puntando con sempre più coraggio sull’Europa come unica condizione di autonomia e di viluppo. In questo quadro bisogna sostenere la scelta netta verso gli Stati Uniti d’Europa.
La campagna elettorale globale di Putin è iniziata da tempo e l’arma della disinformazione ha già mietuto vittime nel grado di consapevolezza dell’Occidente proprio rispetto alle poste in campo. Nei dati di eurobarometro, la rilevazione periodica sull’opinione pubblica europea, vede il nostro paese tra i meno sensibili in Europa in termini sostegno all’Ucraina. Confondiamo il desiderio di pace con quello di “essere lasciati in pace” pensando che la libertà e la democrazia siano conquiste irreversibili. Siamo tra i più esposti in termini di fragilità nella penetrazione delle campagne di disinformazione russe. Come tutte le dittature, la guerra è nella loro curvatura. Una guerra fatta di invasioni imperialiste ma anche di una guerra sporca fatta disinformazione e corruzione.
Nelle nostre tv bisogna riscoprire e valorizzare giornalisti che rivendichino chiarezza, che pongano contraddizioni che non lascino esporre clamorose bufale in monologhi auto-applauditi. Non è un caso che proprio in Italia proliferino iniziative organizzate da gruppi filo Putin in nome della “libertà di espressione”. Posizioni filo dittatoriali in nome di un pluralismo anti-mainstream sono diventate il mainstream dei nostri media.
La situazione in Ucraina è drammatica: l’escalation nel Donbass, l’assedio di Avdiivka, i missili sui civili in tutta l’Ucraina, l’uccisione e la deportazione di decine di migliaia di bambini. La Russia ha complicità internazionali in tutte le peggiori dittature del pianeta (Iran, Korea del Nord, etc.). In quadro così drammatico e foriero di ulteriori preoccupazioni, nel nostro paese serve chiarezza da parte di tutte le forze di Governo e di opposizione. Le sortite di Salvini, anche in politica estera, rendono opache anche le posizioni più nette. Allo stesso tempo, anche oggi, il M5S ha tentato di far approvare lo stop al sostegno della resistenza Ucraina (elemento poi espunto perché approvata continuità del sostegno militare). Il Pd ha votato la sua risoluzione (che conteneva coerentemente il punto sul sostegno militare) e si è astenuto sulle risoluzioni presentate da tutti gli altri gruppi. Forse sarebbe stata una buona occasione per votare la risoluzione della maggioranza e lasciare isolato chi ha dimostrato disinvoltura nel rapporto con Putin, Trump e Xi Jinping. Come ha ricordato Stefano Ceccanti citando il Vangelo di Matteo: il vostro parlare sia “si” il si e “no” il no. Il “di più” viene dal maligno.
La politica estera è matrice della politica interna e disvela spesso le strategie e le intenzioni di fondo. La campagna elettorale globale è appena iniziata e chi crede nella democrazia, nel rispetto dei diritti e della dignità della persona non può permettersi di fare da spettatore.