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Ripartire dalla scuola per ricostruire la società. Il XXVI congresso dell’Uciim

“Persona e Società nell’era digitale: una nuova paideia” è stato il titolo dell’ultimo congresso dell’Unione cattolica italiana di insegnanti, dirigenti, educatori e formatori. Ecco l’impegno dei prossimi quattro anni nell’intervento di Silvia Brandani

Duecentocinquanta insegnanti provenienti da tutta Italia, fra delegati e soci, hanno partecipato al XXVI Congresso nazionale dell’Uciim, l’Unione cattolica italiana di insegnanti, dirigenti, educatori e formatori, dal titolo “Persona e Società nell’era digitale: una nuova paideia”. L’evento si è svolto a Roma dal 18 al 21 Gennaio 2024 allo “Starhotels Metropole” e a Montecitorio nella prestigiosa Sala della Regina. Il convegno si è concluso Domenica 21 Gennaio con la partecipazione alla S. Messa in San Pietro e all’Angelus di Papa Francesco che ha rivolto una menzione particolare per il gruppo dei docenti cattolici.

LUciim è stata fondata nel 1944 da Gesualdo Nosengo coadiuvato da Cesarina Checacci, nella convinzione che scuola e democrazia costituiscano il cardine dello sviluppo del Paese. Fra le finalità dell’associazione, la formazione e l’aggiornamento dei soci e la crescita spirituale e professionale in relazione alla missione educativa.

Fra i punti all’ordine del giorno del congresso, l’elezione del presidente nazionale e del consiglio nazionale dell’associazione, del collegio dei revisori dei conti e del comitato dei probiviri. Alla presidenza dell’Uciim è stata confermata Rosalba Candela, e nel Consiglio Nazionale, costituito da 14 membri e rinnovato quasi per intero, è stata eletta la Prof.ssa Giuliana Migliorini, presidente della sezione Uciim di Siena, e il prof. Riccardo Bassi della sezione di Pontremoli. Nel comitato dei probiviri è stata eletta la Prof.ssa Marcella Paggetti, Presidente dell’Uciim Toscana.

Sono intervenute varie personalità del mondo della scuola, della cultura e della politica. Padre Giuseppe Oddone, consulente ecclesiastico nazionale, ha aperto e concluso i lavori. Hanno proposto le loro riflessioni sull’educazione e la scuola nella prospettiva di una nuova paideia nell’era digitale: il prof. Giuseppe Bertagna dell’Università di Bergamo e il prof. Carlo Petracca già direttore generale Miur. Particolarmente significativa la relazione di Pier Cesare Rivoltella, ordinario di Didattica e Tecnologie dell’istruzione presso l’Università di Bologna, sul rapporto tra la scuola e il digitale, con particolare riferimento ai nuovi strumenti tecnologici, ai nuovi linguaggi informatici e alla Ddi (Didattica Digitale Integrata). Pierpaolo Triani, Pedagogista dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, si è soffermato sul concetto di “nuova paideia”. A differenza della paideia tradizionale che nell’antica Grecia era il processo di formazione ed educazione dei futuri cittadini, che si concludeva al raggiungimento dell’età adulta, la nuova paideia dura tutto l’arco della vita, mantiene legami di continuità e di evoluzione, dando centralità allo studente che, facendo tesoro di insegnamenti sempre nuovi, modifica il modo di pensare, di sentire e di agire, segno visibile di un apprendimento efficace.

La dirigente scolastica Chiara Di Prima, presidente dell’Uciim della Sicilia, ha parlato della warm cognition, innovativo apprendimento attraverso i cinque sensi, teorizzato dalla pedagogista Daniela Lucangeli, in base al quale più sensi sono stimolati e coinvolti e più entrano in gioco le emozioni, aumentando così la capacità di attenzione e di assimilazione dei contenuti da parte degli studenti.

Papa Francesco, durante l’Angelus, commentando il Vangelo del giorno (Mc. 1,14-20) sulla vocazione dei primi discepoli, ha messo in evidenza l’importanza dell’ascolto della Parola che cambia la vita. Per tutti i congressisti, il monito del Santo Padre è stato accolto come incoraggiamento ad approfondire la riflessione sull’educazione e sul ruolo degli educatori cristiani.

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