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Cosa c’è nella strategia Nato per le tecnologie quantistiche

In settimana l’alleanza ha presentato il documento. Centrali la cooperazione, la coerenza degli investimenti, lo sviluppo di forza lavoro qualificata e una maggiore consapevolezza della situazione

Questa settimana la Nato ha pubblicato la sua prima strategia per le tecnologie quantistiche, approvato dai ministri degli Esteri dei Paesi alleati durante la riunione di novembre.

Il documento evidenzia come le tecnologie quantistiche siano un elemento cardine della competizione strategica, fornendo vantaggi inediti nel campo dell’informatica, delle comunicazioni e del rilevamento. Inoltre, sottolinea la natura dual-use delle tecnologie quantistiche e mira ad aumentare rapidamente e responsabilmente le capacità quantistiche dell’Alleanza per impedire un vantaggio strategico ad avversari e concorrenti. Mentre la politica si concentra su intelligenza artificiale e machine learning, la Nato, che sta per aggiornare la sua strategia del 2021 sull’intelligenza artificiale, ha pubblicato questa strategia rendendo ancora più evidente l’urgenza della materia nei settori della difesa. Basti pensare alle capacità di rompere gli algoritmi crittografici e di trasmettere dati in maniera ultrarapida, per citare soltanto due esempi che possono avere ripercussioni in materia di sicurezza. In Italia se ne occupa l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ma a fine 2022 il governo ha accolto un ordine del giorno presentato alla Camera del deputato Alessandro Battilocchio (Forza Italia) per impegnare l’esecutivo a valutare l’opportunità di costituire un Centro nazionale di crittografia.

Pochi giorni dopo quel voto, la diplomazia francese inviava il suo primo cablogramma “post-quantistico”. “Un domani, un computer quantistico sufficientemente potente sarà in grado di rompere tutti gli algoritmi crittografici e decifrare i nostri messaggi”, aveva dichiarato Pascal Confavreux, portavoce dell’ambasciata francese a Washington. Era “una dimostrazione della competizione in corso tra le nazioni per la supremazia quantistica, per chi sarà in grado di sviluppare un computer quantistico in grado di rompere i cifrari attuali e di implementare una nuova crittografia”, aveva spiegato il professor Massimiliano Sala, direttore del laboratorio di crittografia all’università di Trento e presidente dell’associazione De Componendis Cifris, a Formiche.net. 

Non mancano sfide tecniche che ne impediscono l’immediata adozione e commercializzazione. Tra queste, la difficoltà di creare e stabilizzare computer quantistici su larga scala e resilienti.

In questo contesto, la strategia della Nato sottolinea la necessità di cooperazione tra gli alleati, la coerenza degli investimenti, lo sviluppo di forza lavoro qualificata e una maggiore consapevolezza della situazione. inoltre, evidenzia l’importanza di promuovere una comunità quantistica transatlantica “per coinvolgere il governo, l’industria e il mondo accademico in tutti gli ecosistemi di innovazione”. Il Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic e il Nato Innovation Fund vengono individuati come cruciali per l’impegno alleato nell’ecosistema quantistico.

Il tempo non è molto. Secondo una stima pubblicata da McKinsey and Company nell’aprile 2023, la Cina ha superato l’Unione europea (guidata dai Paesi Bassi) e gli Stati Uniti per quanto riguarda gli investimenti pubblici annunciati per le tecnologie quantistiche. Tuttavia, le aziende statunitensi come IBM rimangono leader nello sviluppo di tecnologie quantistiche avanzate. Dal 2018, gli Stati Uniti hanno cercato di contrastare i progressi della Cina nel campo dell’informatica quantistica e di altre tecnologie dual-use con sanzioni e restrizioni commerciali e all’esportazione di chip semiconduttori avanzati. Ma a inizio anno Pechino ha lanciato Origin Wukong, il computer quantistico superconduttore di terza generazione sviluppato in modo indipendente dalla Cina. A dimostrazione di come i due (almeno) sistemi stiano prendendo strade separate.


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