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La Nato a caccia di sommergibili. Gli obiettivi dell’esercitazione Dynamic Manta

Nel corso di dodici giorni le marine militari di sei Paesi dell’Alleanza Atlantica si addestreranno nella guerra antisommergibile. L’evento offrirà la possibilità di migliorare le capacità di cooperazione tra le varie forze presenti in mare e di comprendere meglio gli scenari operativi derivanti da un’escalation del conflitto con la Federazione russa

Sta iniziando al largo della costa siciliana l’esercitazione navale Nato Dynamic Manta, che coinvolgerà marine e aereonautiche militari dei Paesi dell’Alleanza Atlantica con l’obbiettivo di affinare le loro capacità di antisommergibile e aumentare il livello della cooperazione tra i paesi del patto Atlantico. L’attività addestrativa, pianificata dal Comando marittimo alleato Nato (Marcom) si svolgerà al largo delle coste orientali e meridionali della Sicilia.

L’esercitazione

L’evento vedrà la partecipazione di unità navali di Italia, Francia, Grecia, Spagna, Stati Uniti e Turchia e di unità aeree di Germania, Canada, Grecia, Regno Unito, Stati Uniti e Turchia. Le operazioni vedranno sette sommergibili alternarsi nei ruoli di cacciatori e prede per simulare istanze di guerra navale nel Mediterraneo. I sottomarini opereranno aiutati dagli asset navali di superficie e aerei schierati dai Paesi partecipanti. L’Italia, Paese ospitante dell’evento, parteciperà all’evento con unità navali e velivoli ad ala rotante oltre a mettere a disposizione dei partecipanti le sue strutture logistiche, in particolare la base navale di Augusta. Le navi inviate dall’Italia sono la fregata antisommergibile Carlo Margottini, il cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne, il pattugliatore Francesco Morosini e due sommergibili.

La centralità della cooperazione

L’esercitazione è fondamentale dato che lo scenario più realistico di un intervento navale Nato nel Mediterraneo consiste nel sigillare le tre entrate del Mare, gli stretti dei Dardanelli e Gibilterra e il canale di Suez, per impedire l’ingresso di potenze avversario, per poi, in una seconda fase, iniziare a pattugliare il mare individuando ed eliminando le minacce sottomarine. Lo sviluppo di capacità di collaborazione fra le aereonautiche e le marine dei diversi Paesi membri è la pietra d’angolo per tali operazioni e sarà centrale per controbilanciare l’ipotetica superiorità numerica delle marine avversarie.

Il ruolo della Turchia

È interessante la presenza della Turchia tra i partecipanti dell’esercitazione. Il Paese, infatti, di recente è stato al centro di alcuni dissidi all’interno del Patto, come per esempio relativamente all’ingresso della Svezia nella stessa. Erdogan, in un primo momento, aveva anche tentato di presentarsi come figura di mediazione tra la Russia e l’Occidente, in contrapposizione alla linea prevalente nel resto del blocco atlantico. La sua presenza nell’esercitazione Dynamic Manta è però il riconoscimento della sua centralità in qualunque piano di contenimento della Federazione russa. La Turchia avrebbe, infatti, un ruolo centrale nel mantenimento del blocco dello stretto dei Dardanelli e nell’eliminazione della flotta Russa nel mar Nero, grazie alla sua posizione geografica. Il contenimento della Russia nel mar Nero senza partecipazione e impegno della Turchia sarebbe quasi irrealizzabile.

La proiezione oltre Suez

L’esercitazione dimostra come l’avversario principale per cui si prepara l’Alleanza atlantica sia la Federazione russa. Il teatro mediterraneo implica chiare condizioni operative per le marine dell’Alleanza Atlantica che possono contare su catene logistiche molto corte ed efficienti e, soprattutto, su un avversario, Mosca, con limitate capacità navali. Una questione più complessa è la proiezione delle dinamiche relative all’esercitazione nel contesto di un’eventuale operazione proiettata verso l’Indo-Pacifico. Le marine europee dovrebbero riuscire ad acquisire le capacità logistiche per operare nel teatro asiatico con la stessa efficienza che hanno nel Mediteranno. La questione più pressante sarebbe il bisogno di un continuo rifornimento di missili intercettori, indispensabili, per rispondere alle minacce missilistiche che caratterizzerebbero il teatro dell’Indo-Pacifico. Probabilmente, anche in uno scenario diverso dal conflitto con la federazione Russa, le marine europee dovrebbero garantire la sicurezza del Mediterraneo allargato permettendo, così, alla marina statunitense di concentrare tutte le sue forze ad Oriente.


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