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Ai servizi segreti di oggi serve un cambiamento. Che si dice a Londra

Younger e Fleming, già a capo di MI6 e GCHQ, si dicono d’accordo sulla necessità di riorganizzare le agenzie per rafforzare l’integrazione. Attenzione, però: nel Regno Unito non si lavora al servizio unico

“Se doveste creare i servizi segreti nel 2024 e non nel 1945, lo fareste in modo diverso”. Sono le parole di Sir Alex Younger, il più longevo capo del Secret Intelligence Service ovvero l’agenzia di intelligence britannica per l’estero, riportate da The Record. Durante un panel alla Munich Cyber Security Conference, l’uomo che ha guidato dal 2014 al 2020 le attività del servizio reso celebre anche da James Bond, l’MI6, ha sottolineato anche che è “importante” non considerare i confini organizzativi dei vari servizi – ovvero controspionaggio, attività all’estero e signals intelligence – “come un feticcio. Ciò che ci è stato richiesto come funzionari pubblici era di essere pronti a organizzare le nostre capacità specifiche in combinazione con gli aspetti più importanti per la nostra nazione”, ha detto.

Al panel, moderato da Christopher Ahlberg, amministratore delegato di Recorded Future, ha preso parte anche Sir Jeremy Fleming, dal 2017 al 2023 direttore del Government Communications Headquarters, ovvero l’agenzia britannica di signals intelligence. I due relatori si sono trovati d’accordo su un punto centrale: integrazione anziché isolamento. Ovvero, una riorganizzazione dell’intelligence per contrastare direttamente le minacce, superando le distinzioni tra interno ed estero definite obsolete. Un impegno che, hanno spiegato, è stato al centro del loro operato alla guida dei due servizi.

“Le agenzie di intelligence non dovrebbero essere organizzate in base alle loro strutture tradizionali” bensì “in base alle minacce che stanno contrastando e alla sicurezza delle popolazioni che servono”, ha detto Fleming. Il volto delle agenzie sta cambiando, ha spiegato ancora: “All’inizio degli anni Novanta, quando entrambi siamo entrati a far parte delle nostre agenzie, se aveste messo in fila i membri di ciascuna agenzia”, cioè MI5, ovvero il controspionaggio, MI6 e GCHQ, “probabilmente avreste avuto buone possibilità di indovinare chi lavorava per quale agenzia. Credo che se lo faceste ora, non lo sapreste”.

Per la sua dimensione ridotta e per aver affrontato una minaccia terroristica costante per molti anni, quella britannica è “la comunità di intelligence più avanzata al mondo per quanto riguarda l’integrazione delle nostre capacità”, ha dichiarato Younger.

Le parole dei due potrebbero sembrare una sponda all’unificazione dei servizi. Ma così non è. Non c’è dibattito nel Regno Unito attorno a quest’ipotesi che anche in passato era stata scartata per diverse ragioni, a partire da quelle finanziarie e logistiche. Piuttosto, c’è la volontà di continuare a rafforzare la collaborazione tra le varie agenzie che pur in questi anni si è particolarmente consolidata.



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