L’Ucraina sta difendendo la libertà e la democrazia. Sono i valori fondanti della nostra identità europea e le basi del diritto internazionale, che intendiamo difendere perché nessuno Stato si senta più minacciato dal proprio vicino. Le democrazie liberali hanno il dovere di lavorare per arrivare a una “pace giusta” e il mondo libero è debitore verso le donne e gli uomini ucraini. Non sono soli: l’Italia continuerà a essere al loro fianco. L’intervento di Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, pubblicato sull’ultimo numero della rivista Formiche
Sono passati due anni da quando la Federazione Russa ha invaso l’Ucraina, segnando uno spartiacque nella storia europea. La guerra continua a provocare devastazione, morte e sofferenze per la popolazione civile e drammatiche conseguenze a livello globale. È un attacco gravissimo all’intera comunità internazionale e alle regole che sono state costruite nell’ambito delle Nazioni Unite; un’aggressione ingiustificata e non provocata in palese violazione del diritto internazionale e dei principi umanitari.
Sin dal primo momento, l’Italia ha sostenuto l’Ucraina con forza e piena convinzione. L’impegno a favore di Kyiv è oggi una priorità della presidenza italiana del G7, come confermato nuovamente dal presidente del Consiglio Meloni al presidente ucraino Zelenskyy: non è un caso che si sia trattato del primo contatto della presidenza italiana del G7 con un leader internazionale. Il nostro Paese sostiene l’Ucraina a 360 gradi.
Al netto dell’assistenza a livello europeo, abbiamo fornito all’Ucraina aiuti per oltre due miliardi di euro, di cui 820 milioni stanziati a favore dei rifugiati, 310 milioni a sostegno del bilancio e oltre 93 milioni per gli aiuti umanitari. La nostra risposta umanitaria, che si è articolata anche nella donazione di beni, è volta a sostenere l’operato delle organizzazioni internazionali e delle nostre organizzazioni della società civile, in prima linea nel rispondere ai bisogni più urgenti in Ucraina e nei Paesi limitrofi. Non dobbiamo dimenticare le ripercussioni globali di questa guerra, in particolare sul piano della sicurezza alimentare.
Nel 2023 l’Italia ha rinnovato il suo sostegno all’iniziativa ucraina “Grain from Ukraine” e continuato a ribadire in tutti i fori internazionali l’importanza delle iniziative per facilitare il trasporto dei prodotti agricoli del mar Nero verso i mercati internazionali e i Paesi più colpiti. Sul piano militare, abbiamo approvato da poco il decreto che proroga la possibilità di sostegno alla difesa ucraina a tutto il 2024 e l’ottavo pacchetto di aiuti.
Il tema degli attacchi alle infrastrutture energetiche ci sta particolarmente a cuore: stiamo lavorando con i partner per rafforzare la resilienza ucraina e consentire alla popolazione di superare senza sofferenze l’inverno. Abbiamo inoltre messo a disposizione un credito di aiuto da 100 milioni di euro per un’iniziativa in cofinanziamento con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo volta a ripristinare la capacità energetica dell’azienda di Stato ucraina. L’Italia è in prima linea anche per la ricostruzione dell’Ucraina, in cui vogliamo avere un ruolo centrale.
Nel 2025 ospiteremo in Italia la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. Stiamo già svolgendo un ruolo di primo piano per ciò che riguarda la ricostruzione di Odessa. Ci siamo subito mossi a favore della tutela del ricco patrimonio storico e culturale di quella città, promuovendo l’inserimento del centro storico di Odessa nel patrimonio mondiale dell’Unesco e quindi nella lista del patrimonio in pericolo dell’Unesco e disponendo un contributo finanziario per la messa in sicurezza della cattedrale.
A livello comunitario, l’Italia sostiene pienamente il percorso europeo dell’Ucraina e ha contribuito attivamente alla concessione dello status di candidato Ue a Kyiv. Siamo in prima linea per l’approvazione dello strumento finanziario pluriennale europeo, del valore di 50 miliardi di euro, per soddisfare le esigenze immediate di bilancio e amministrative, e la ripresa del Paese, anche nella prospettiva dell’allargamento. Sotto il profilo della sicurezza, la presidenza italiana del G7 si coordinerà con i partner per garantire coerenza e rispetto agli impegni di sicurezza bilaterali.
Crediamo sia importante continuare a fare leva sullo Strumento europeo per la pace (Epf) per le forniture all’Ucraina, oltre alle forniture bilaterali. L’Epf permette di assicurare un’azione unitaria e consente alla nostra industria di fare fronte alle esigenze ucraine. Una pace giusta rimane l’obiettivo finale e noi sosteniamo la proposta del presidente Zelenskyy. L’Italia è a favore della Formula di pace in dieci punti e continuerà a lavorare, anche come presidenza del G7, per dialogare con partner e interlocutori globali per la sua attuazione.
L’Ucraina sta difendendo la libertà e la democrazia. Sono i valori fondanti della nostra identità europea e sono anche le basi del diritto internazionale, che intendiamo difendere con forza perché nessuno Stato si senta più minacciato dal proprio vicino. Le democrazie liberali hanno il dovere di lavorare per arrivare a una “pace giusta”. Il mondo libero è debitore nei confronti delle donne e degli uomini ucraini. Non sono soli: l’Italia continuerà a essere al loro fianco.
Formiche 199