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Che cosa serve ai leader di oggi. Il manifesto di Pensiero Solido

Di Antonio Palmieri

Sulla base delle suggestioni dei libri di Funiciello e Giansante, la fondazione Pensiero Solido ha avviato un lavoro corale per realizzare il Manifesto della leadership che serve. Un lavoro a cui hanno contribuito 44 tra dirigenti, imprenditori e imprenditrici, comunicatori. Inoltre 202 persone impegnate ad alti livelli di responsabilità – 60 donne e 142 uomini – hanno risposto all’indagine qualitativa sulla leadership che abbiamo realizzato con la società di comunicazione strategica Brunswick e che presenteremo sempre lunedì prossimo. La presentazione a Milano il prossimo 18 marzo

Che cosa ha a che fare la leadership con l’intelligenza artificiale? Forse poco, forse molto…sicuramente la leadership ha a che fare con l’intelligenza, cioè con la capacità di leggere dentro (intus legere) la realtà.
Come mi ha scritto un amico, responsabile delle risorse umane in una grande azienda multinazionale, “in Italia non ci siamo ancora pienamente resi conto dei cambiamenti delle nuove generazioni. A noi bastava la gerarchia: mi dai un ordine e lo eseguo. Ora, invece, ti devo spiegare, coinvolgere, devo creare un ambiente in cui i valori dell’equità, dell’inclusione , della solidarietà, siano pienamente vissuti e dove l’obiettivo non solo sia chiaro, ma rifletta questi valori”. La realtà odierna ci dice che la leadership vecchio stile, monocratica, lontana, dirigista, non basta più, e non solo per i giovani.
Che fare per cambiare la situazione? Noi della Fondazione Pensiero Solido siamo partiti da due libri: “Leadership. Teorie, tecniche, buone pratiche e falsi miti” di Gianluca Giansante e “Leader per forza. Storie di leadership che attraversano i deserti”, di Antonio Funiciello. 
Nelle ultime righe del suo libro, così scrive Giansante: “Sono fiducioso perché vedo tante persone – giovani, ma non solo – pronte a impegnarsi in modo nuovo. Spero che questo libro sia un ulteriore, piccolo incentivo all’azione per chi vuole dedicare la sua vita a rendere il nostro mondo un posto migliore”.
Lo abbiamo preso in parola. Con lui e con Funiciello abbiamo lavorato per otto mesi. Il primo risultato è il Manifesto della “Leadership che serve”. Lo presenteremo lunedì 18 marzo alle 18, al teatro Filodrammatici di Milano. Sarà un momento di comunicazione corale, come lo è stato il lavoro di preparazione. Infatti hanno contribuito alla redazione finale del testo ben 44 tra dirigenti, imprenditori e imprenditrici, comunicatori. Inoltre 202 persone impegnate ad alti livelli di responsabilità – 60 donne e 142 uomini – hanno risposto all’indagine qualitativa sulla leadership che abbiamo realizzato con la società di comunicazione strategica Brunswick e che presenteremo sempre lunedì prossimo.
Ci vedremo a teatro, ma non sarà un evento. Sarà l’atto di nascita di un gruppo di donne e di uomini di tutte le età che si mettono a disposizione per far capire che:
• Essere leader non è semplicemente emergere sugli altri ma essere capaci di costruire un gruppo, di tenerlo unito e coeso nelle diversità e nelle avversità e di farlo lavorare per raggiungere un traguardo comune.

• Essere un buon leader è una questione che ci riguarda tutti. È un compito e una responsabilità che tocca a ogni persona, a seconda del ruolo che occupa.

• Essere leader è un processo collettivo, collaborativo e altruistico. I capi centrati su se stessi e accentratori sono un pericolo per le comunità loro affidate.
Il Manifesto della Leadership che serve illustra questi principi ed è un primo strumento operativo per avviare un lavoro di formazione, di mobilitazione, di cambiamento di mentalità nell’ambito delle aziende, delle realtà del terzo settore, della comunicazione e dell’accademia.
Nel corso del 2024 continueremo a organizzare presentazioni del Manifesto, per farlo sottoscrivere da singole persone, realtà del terzo settore e dell’accademia. L’obiettivo è costituire una comunità impegnata a valorizzare una modalità di leadership che mette al centro la persona, che valorizza il noi invece dell’io, per fare del proprio meglio laddove si trova.
Naturalmente, siamo ben consapevoli dei nostri limiti. Non abbiamo alcuna pretesa di fare i maestri ma vogliamo semplicemente metterci a disposizione per accompagnare un cammino di crescita e di consapevolezza, per tutti, con impegno e senza arroganza.
Come scrive nel suo ultimo libro (“Il potenziale nascosto. Sbloccare le nostre risorse più preziose per raggiungere grandi traguardi”) Adam Grant: “Volere è potere”, sentiamo ripetere spesso. Ma altrettanto frequentemente dimentichiamo che, se le persone non vedono un tragitto percorribile, smettono di sognare la destinazione. Per accendere la loro volontà, dobbiamo mostrare loro la strada”. Per mostrare loro la strada occorrono leadership adeguate, che siano capaci di “costruire cambiamento”, come dice il pay off della nostra Fondazione. Questa è la leadership che serve è che racconteremo lunedì prossimo a Milano e prossimamente in tutta Italia.


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