La proposta replica il modello della commissione Inge al Parlamento europeo per far fronte a una minaccia sottolineata anche dall’intelligence nell’ultima relazione. Tutti i dettagli
Una commissione d’inchiesta sulle ingerenze straniere. È la proposta lanciata da Marco Dreosto, senatore della Lega e già, quando era europarlamentare, membro della commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione (Inge).
Il CONTESTO INTERNAZIONALE
“In un contesto di competizione globale sempre più accesa, dove settori della nostra economia sono sotto attacco, diventa sempre più necessario tutelare i nostri asset strategici dall’interferenza di potenze autocratiche straniere, che minano alla stabilità dell’Occidente”, ha dichiarato il parlamentare, che è segretario della commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
COME SAREBBE E COSA FAREBBE LA COMMISSIONE?
La sua proposta di legge prevede l’istituzione al Senato di una “Commissione parlamentare di inchiesta sulle ingerenze straniere, inclusa la disinformazione, nei processi democratici italiani” per la durata dell’intera legislatura, composta da 20 senatori. Diversi i compiti, tra cui: “condurre un’analisi approfondita delle indagini secondo cui sono state violate o eluse norme e disposizioni vigenti”; “contribuire al dibattito in corso su come rafforzare la responsabilità di contrastare le ingerenze interne ed esterne”; “suggerire un’azione coordinata a tutti i livelli per affrontare le minacce ibride”; “esaminare la dipendenza dalle tecnologie straniere nelle catene di approvvigionamento delle infrastrutture critiche”; “individuare, valutare e proporre modalità per affrontare le violazioni della sicurezza all’intero delle istituzioni”. Inoltre, è prevista una relazione finale all’Aula in cui “figureranno conclusioni di fatto e raccomandazioni in merito alle misure e alle iniziative da adottare”. Le sedute, si legge, “sono pubbliche” ma meno di delibere della commissione, “tutte le volte che lo ritenga opportuno”, per sedute segrete.
LA DIFESA DEGLI INTERESSI STRATEGICI
La relazione annuale dell’intelligence italiana sottolinea i rischi delle ingerenze straniere e delle minaccia ibrida, mettendo Cina (in particolare per la penetrazione economica) e Russia in prima fila tra gli attori ostili. Dreosto cita come esempi “azioni ostili come la manipolazione delle notizie, a ingerenze dirette o indirette, anche elettorali, o all’utilizzo delle nuove tecnologie, inclusi cyber attacchi”. Alla luce di questo, il Parlamento italiano “può e deve essere protagonista della difesa dei nostri interessi strategici: su esempio di quello che già accade al Parlamento europeo con la commissione Inge, l’Italia può essere precursore di iniziative di questo genere, per una maggiore collaborazione tra Parlamenti nazionali dell’Occidente e per creare un fronte di resistenza all’allineamento in corso delle potenze autocratiche, come quelle cinesi e russe”, ha dichiarato ancora.
UN APPROCCIO BIPARTISAN?
Il senatore ha poi auspicato “massimo interesse a far progredire la proposta, frutto di una condivisione delle motivazioni con alcuni colleghi di altri partiti, perché il tema della difesa della democrazia e degli interessi italiani non deve avere colore politico”. A quanto risulta a Formiche.net, alla proposta potrebbero presto aderire senatori dell’opposizione, oltre a quelli della maggioranza.