Le nuove tecnologie “stanno abbassando le barriere all’ingresso” permettendo agli attori ostili di muoversi “a un ritmo più veloce” per colpire gli elettori statunitensi, avverte il direttore Wray. Il suo è un avvertimento inedito, a dimostrazione dell’urgenza della questione
L’Fbi torna a suonare l’allarme sul rischio di interferenze da parte di attori stranieri ostili in occasione delle elezioni che si terranno a novembre degli Stati Uniti. I progressi tecnologici, in particolare l’intelligenza artificiale generativa, “stanno abbassando le barriere all’ingresso” permettendo a questi soggetti di muoversi “a un ritmo più veloce” per colpire gli elettori statunitensi, ha dichiarato Christopher Wray, direttore dell’agenzia federale, durante un evento all’Intelligence and National Security Alliance, un gruppo industriale di intelligence. L’intelligenza artificiale rende “più sofisticati e più difficili da individuare gli sforzi di influenza straniera da parte di attori vecchi e nuovi”, ha aggiunto spiegato ancora sottolineando una preoccupazione condivisa dagli alleati e dai partner like-minded degli Stati Uniti, a partire dall’Unione europea.
A dicembre, durante un’esercitazione alla Casa Bianca, funzionari di Fbi e di altre agenzie hanno fatto i conti con uno scenario simulato in cui operativi cinesi avevano creato un falso video con l’intelligenza artificiale in cui un candidato al Senato distruggeva le schede elettorali, come rivelato dalla Cnn. Secondo la stessa emittente, il discorso di Wray, che ha rappresentato l’occasione per presentare la nuova strategia quinquennale dell’agenzia, è “uno degli avvertimenti pubblici più diretti da parte di un alto funzionario degli Stati Uniti” sul potenziale dei deep fake prodotti dall’intelligenza artificiale per accelerare la propaganda e la disinformazione rivolta agli elettori statunitensi.
Solo nei giorni scorsi la campagna elettorale di Dean Phillips, sfidante (senza speranze) del presidente Joe Biden nelle primarie del Partito democratico, ha preso le distanze da un consulente che avrebbe commissionato una robocall che, tramite l’intelligenza artificiale, imita la voce dell’attuale inquilino della Casa Bianca e si rivolgeva agli elettori del New Hampshire.
Wray ha parlato anche di minacce non legate alle elezioni, affermando che l’Fbi è “fortemente concentrata” su una serie di minacce informatiche e di sicurezza nazionale provenienti dal governo cinese. Per quanto riguarda l’Iran, invece, ha affermato che Teheran “negli ultimi anni è stata più sfacciata di quanto abbia mai visto nella mia carriera”. Lo dimostrano, ha spigato, un attacco informatico del 2021 all’ospedale pediatrico di Boston e un piano per l’assassinio dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, entrambi attribuiti dall’Fbi all’Iran (Teheran ha sempre negato).