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Le Figlie della Repubblica, memoria personale e passato comune nel podcast della Fondazione De Gasperi

Di Martina Bacigalupi

Dare voce alle “figlie” dei protagonisti della cultura e della politica italiana. È questo l’obiettivo del podcast realizzato dalla Fondazione De Gasperi, “Le Figlie della Repubblica”, che svela la storia da un punto di vista inedito e più intimo. Attraverso le loro testimonianze, le figlie dei principali uomini e donne della storia italiana ci offrono una chiave di lettura nuova e preziosa. Il racconto di Martina Bacigalupi, direttrice della Fondazione De Gasperi

Ricordo con affetto le chiacchierate con Maria Romana De Gasperi, fondatrice e presidente onoraria della Fondazione De Gasperi che solamente due anni fa ci ha lasciati. I suoi racconti sul padre, gli aneddoti che condivideva quando la incontravo nel suo studio hanno acceso in me il desiderio di tenere stretti questi ricordi, di conservarli per farli diventare un patrimonio collettivo e non solamente una memoria individuale.

Nasce così l’idea di dar voce alle “figlie” dei protagonisti della cultura e della politica italiana e di realizzare “Le Figlie della Repubblica”, un podcast che svela la storia da un punto di vista inedito e più intimo. Attraverso le loro testimonianze, le figlie di questi uomini e donne di Stato ci offrono una chiave di lettura nuova e preziosa. Sono testimoni di eventi decisivi, spesso collaboratrici nell’attività istituzionale, confidenti di speranze e paure. Le loro storie, in tre stagioni e sedici puntate, fanno rivivere il passato con una forza rinnovata.

Certo, il loro è un punto di vista di parte, ma la memoria stessa è di parte. E proprio questo rende il podcast ancora più interessante. Le “figlie” non offrono una ricostruzione asettica, ma ci regalano una visione umana e autentica dei loro padri e delle loro madri, svelandone aspetti inediti e raccontandoci un “dietro le quinte familiare” dei grandi eventi storici. Con la prospettiva delle figlie si accende in chi ascolta un’inaspettata attenzione, mettendo questi personaggi sotto a una nuova luce.

“Le Figlie della Repubblica” non è solo un tuffo nel passato, ma un ponte tra generazioni. In tutte le stagioni, un gruppo di venti giovani studenti ha preparato le interviste e realizzato un lavoro di ricerca storica con la supervisione del professore Antonio Bonatesta dell’Università degli Studi di Bari. Dalle interviste sono emersi aneddoti inediti, come lo shopping “immaginario” di Alcide De Gasperi in via Cola di Rienzo, l’amore per le passeggiate in montagna di gran parte dei protagonisti politici o l’inventiva che si applicava nel creare giochi in famiglia.

Ma il vero fil rouge che lega le tre stagioni è sicuramente il sequestro e la morte di Aldo Moro. Una ferita ancora aperta per il Paese, come è stato evidente durante la realizzazione di queste interviste. Voce rotta, commozione negli occhi: le figlie che hanno vissuto quel 9 maggio 1978, rivivono nelle puntate quel clima di paura, impotenza e dolore che si respirava in casa. Nessuna ha dimenticato, nessuna ha superato indenne quel periodo, tutte ricordano.

La prima stagione, uscita a inizio 2022, con i racconti di Maria Romana De Gasperi, Stefania Craxi, Chiara Ingrao, Serena Andreotti e Flavia Piccoli, è stata una scommessa. La seconda stagione, con le testimonianze di Marina Fanfani, Anna Maria Cossiga, Rosa Giolitti, Rosa Russo Jervolino e Luisa La Malfa, è stata una conferma. Oggi siamo alla terza stagione, forse la più intima. Tina Anselmi, Ciriaco De Mita, Carlo Donat-Cattin, Benigno Zaccagnini, Miriam Mafai e Sandro Pertini con le loro figlie e nipoti chiudono un progetto che spero non smetta di essere ascoltato. Il mio auspicio è che riesca a entrare nelle scuole per far scoprire frammenti inediti di memoria collettiva che hanno fatto la storia della nostra Repubblica.

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