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Perché il G7 vuole investire in un cavo sottomarino nell’Artico

I Sette si sono impegnati, nella prima ministeriale a guida italiana, a valutare rotte alternative “affinché si possa avere, comunque e a prescindere, cavi di sicurezza condivisi”, ha spiegato il ministro Urso. Si punta a Nord

Nel corso dei lavori della prima ministeriale G7 sotto la presidenza italiana, quella di Verona e Trento su industria, tech e digitale, è emersa la “necessità di reti resilienti, sia sottomarine, terrestri e satellitari”, considerate “strategiche” dai Paesi partner. Lo ha sottolineato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, al termine della riunione. “La connettività sottomarina accresce la sicurezza delle comunicazioni globali”, per questo “stiamo valutando anche rotte alternative attraverso l’Artico, affinché si possa avere, comunque e a prescindere, cavi di sicurezza condivisi”, ha proseguito Urso. La rotta artica, ha chiosato, “ci sembra in questo momento la più realizzabile” ed è per questo che il tema è rientrato, attraverso un allegato, nella dichiarazione finale dei lavori.

“Alla luce del potenziale impatto positivo dei percorsi dei cavi sottomarini sulla sicurezza e la resilienza delle comunicazioni, sottolineiamo l’importanza della cooperazione per una connettività via cavo sicura e resiliente, tenendo in debita considerazione gli aspetti sociali, ambientali e di sicurezza”, si legge nell’allegato del G7. “A tal fine, accogliamo con favore gli sforzi per promuovere la consapevolezza dell’importanza strategica della connettività via cavo, anche nell’Artico e nel Pacifico”, conclude il documento.

Secondo uno studio di Copenaghen Economics, un cavo artico potrebbe incrementare il prodotto interno del Nord Europe di oltre 1 miliardo di euro all’anno, se pienamente utilizzato. Inoltre, le basse temperature e l’ampio accesso alle fonti di energia rinnovabili consentirebbero ai data center di essere più efficienti dal punto di vista energetico e di emettere meno CO2 nella regione rispetto ad altre regioni europee.

Uno o più cavi nell’Artico sarebbero complementari ai collegamenti esistenti nell’Area di Suez, rappresentando una preferenziale per il Nord Europa verso l’Asia e il Nord Americano e rafforzando la sovranità digitale dell’Unione europea. Infine, è utile ricordare che i cavi sottomarini possono anche servire come strumenti scientifici per l’osservazione della Terra e per la ricerca marina e sismica.

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