La diffusione dei 38 minuti di conversazione tra i vertici della Bundeswehr alimenta divisioni in Germania e tra gli alleati che sostengono l’Ucraina. Il ministro Pistorius parla di “attacco ibrido”
C’era anche Ingo Gerhartz, capo della Bundeswehr, alla conferenza su Webex tra alti ufficiali tedeschi i cui contenuti sono stati diffusi da Margarita Simonyan, giornalista di Russia Today e volto noto della propaganda russa. Un audio di 38 minuti che ha fatto finire il cancelliere tedesco Olaf Scholz di nuovo nella bufera dopo la gaffe sui missili Taurus che ha fatto infuriare gli alleati britannici e francesi.
La conversazione, datata 19 febbraio, è stata “intercettata”, come ha confermato il ministro della Difesa tedesco che pur ha spiegato di non poter stabilire “con certezza” se “siano state apportate modifiche alla versione registrata e trascritta che circola sui social”.
Alcuni ufficiali tedeschi parlano del possibile impatto dei missili Taurus sul ponte sullo stretto di Kerch che collega la terraferma russa alla Crimea, annessa unilateralmente da Mosca dieci anni fa. “Il ponte a Est è difficile da colpire, essendo un bersaglio piccolo, ma il Taurus potrebbe farcela e potrebbe colpire anche i depositi di munizioni”, è uno dei passaggi della conversazione. Ma si parla anche di operazioni collegate ai missili da crociera inviati alle forze ucraine da Parigi e Londra. Che, è l’ammissione tedesca, sarebbero “direttamente coinvolte nel conflitto da molto tempo”. Parole sulle quali, è la reazione di Mosca per bocca della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, Berlino dovrà fornire “prontamente” spiegazioni.
Facciamo un passo indietro, anzi due. Primo: Scholz ha avuto un duro botta e risposta con il presidente francese Emmanuel Macron sull’eventuale invio di truppe Nato al fianco di Kyiv – e le successive minacce del leader russo Vladimir Putin di una risposta nucleare. Poi ha spiegato, per la prima volta, il suo rifiuto a concedere all’Ucraina i missili a lunga gittata Taurus così: “È chiaro che non prenderemo parte alla guerra, né direttamente, né indirettamente”, “ciò che può essere fatto da francesi o britannici nel direzionamento dei missili ma “non può essere fatto dalla Germania”. Parole avevano fatto infuriare gli alleati, tanto da portare l’ex ministro della Difesa britannico Ben Wallace a definire il cancelliere tedesco come “l’uomo sbagliato al posto sbagliato al momento sbagliato”.
L’audio ha alimentato tensioni e sfiducia tra gli alleati dell’Ucraina in un momento di stallo sull’invio degli aiuti a Kyiv e a poche settimane dalle elezioni europee. Ma ha anche dato un nuovo argomento a chi vorrebbe che il sostegno occidentale si fermasse. Boris Pistorius, ministro della Difesa tedesco, ha accusato la Russia di cercare di “destabilizzare” il Paese e minare “l’unità” della Germania con quell’audio definito una “attacco ibrido di disinformazione”. “Spero sinceramente che Putin non ci riesca e che rimarremo uniti”, ha spiegato. Ha anche sottolineato che la conversazione era tecnica e non politica, dunque che nessuna decisione era stata presa.
Ma l’onda ormai si è alzata. Viene, però, un dubbio. Possibile che Mosca non conoscesse già i dettagli delle consegne di armi a Kyiv, cosa piuttosto difficile da mantenere segreta? Ma la cosa più importante era pubblicare quell’audio. Perché? Per seminare discordia in Occidente. Operazione riuscita, a giudicare dalle reazioni.