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Disinformazione ed Europee, il bilancio di Onori sul conflitto ucraino

Di Federico Goya

“È da marzo 2023, attraverso una serie di interrogazioni, che ho cercato di sensibilizzare il governo in merito alla necessità di mitigare il rischio di inquinamento dello spazio mediatico nazionale, soprattutto con l’avvicinarsi delle prossime elezioni europee, ma mi auguro che questo esecutivo si attivi, con tutti gli strumenti a disposizione, per affrontare questa minaccia”. Conversazione con la deputata Federica Onori (Azione)

Il conflitto ucraino prosegue inesorabile e non si intravede ancora una fine. La posta in gioco è altissima e l’esito della guerra in corso avrà ripercussioni di lungo termine anche sull’intera regione europea. Tra le numerose difficoltà di un conflitto armato, i temi che emergono in questa fase storica sono, da un lato, il bilancio complessivo relativo a quanto l’Italia si sia impegnata direttamente ed indirettamente per la risoluzione del conflitto e, dall’altro, la disinformazione e la propaganda in vista delle elezioni europee.

È proprio in questa direzione che va l’intesa decennale siglata dal presidente Giorgia Meloni a Kyiv, finalizzata a creare una articolata partnership di sicurezza a lungo termine tra Italia e Ucraina. In questa prospettiva “l’unica strada auspicabile sembrerebbe essere una sempre maggiore integrazione in ambito della difesa nel contesto dell’Unione europea a cui si vada a sommare una strategia nazionale di ciascuno Stato membro che risulti coerente, unitaria, armonica nei macro-obiettivi condivisi”. A spiegarlo è la deputata di Azione, Federica Onori, segretario della Commissione esteri della Camera dei deputati.

Ad oggi, infatti, l’Italia ha approvato ben nove “pacchetti” di aiuti militari, preso atto della necessità per il Paese di ottemperare agli impegni assunti, anche nell’ambito dell’appartenenza all’Unione europea. In generale, poi, ha fornito all’Ucraina un sostegno trasversale in svariati settori, dimostrando sincera solidarietà. A titolo di esempio, per quanto riguarda l’assistenza finanziaria, ha fornito 110 milioni di euro per il sostegno al bilancio di Kyiv e, con riguardo ai prestiti agevolati, sono stati concessi circa 200 milioni di euro. A queste si sommano ancora i 100 milioni di euro per gli aiuti umanitari e i circa 820 milioni di euro destinati al sostegno dei rifugiati ucraini in Italia, senza dimenticare il contributo di 200 milioni di euro destinato alla sostenibilità energetica e la ricostruzione delle infrastrutture, come il restauro del tetto della Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa, gravemente danneggiato dai bombardamenti russi.

In questo contesto, la postura dei partiti italiani, relativamente al fronte orientale, non agevola in nessun modo un ordine chiaro di idee su quanto si è fatto finora e quale è la direzione da prendere. Tutto si riconduce anche alla figura di Putin che, come riferisce Onori, “è sempre stata quella attuale visto che in Occidente, alcuni di noi si ostinano a voler chiudere gli occhi, a nascondere la testa sotto la sabbia di fronte a eventi gravissimi. Non si possono dimenticare la Cecenia, la Georgia e la Crimea nel 2014, solo per fare esempi eclatanti ma la lista sarebbe lunga” e aggiunge “che saper riconoscere di aver sbagliato sul leader russo è parimenti importante. Pochi, purtroppo, hanno l’onestà intellettuale di farlo”.

Proprio su questo muovono i passi la disinformazione e la propaganda russa. Ciò è confermato, da ultimo, dalla recente Relazione annuale dell’intelligence al Parlamento. Nel documento si riporta che gli apparati di informazione legati al Cremlino – che possono contare sull’appoggio di network mediatici di Paesi terzi per promuovere le proprie narrative – hanno continuato a operare all’interno del dominio dell’informazione per minare la coesione europea e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni sia nazionali, che dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica, anche in vista delle elezioni europee.

In tal senso, gli sforzi del Parlamento su questi temi sono stati molteplici e, conclude la deputata, “è da marzo 2023, attraverso una serie di interrogazioni, che ho cercato di sensibilizzare il governo in merito alla necessità di mitigare il rischio di inquinamento dello spazio mediatico nazionale, soprattutto con l’avvicinarsi delle prossime elezioni europee, ma mi auguro che questo esecutivo si attivi, con tutti gli strumenti a disposizione, per affrontare questa minaccia anche se, personalmente, percepisco l’Italia in una posizione davvero rischiosa, considerato che all’interno di questa maggioranza c’è una forza, come la Lega, che non riesce a fare pulizia interna rispetto ai suoi legami con Mosca”.



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