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Lettera di un energivoro sul decreto legge sicurezza energetica. Firmata Medugno

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dopo l’approvazione della Legge n. 11/24 in Parlamento, ha dichiarato che essa prevede 27,4 miliardi di euro di investimenti per una transizione bilanciata e realistica. Un buon biglietto da visita anche in occasione della presidenza italiana del G 7. L’intervento di Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta

Dopo una giornata di scarso soleggiamento, ma di grande vento vado a cercare qualche dato sulle “performance” energetiche dell’Italia e del sistema più in generale. Apro uno dei tanti siti specializzati in materia.

Al 2 marzo le rinnovabili elettriche sono al 41,2%, il petrolio a quasi 80 dollari, il gas al TTF al 26 euro, la CO2 a 58,5 al 1° marzo.

Tutto ciò mentre il Pun – secondo lo stesso sito – è a 89,13 euro per il 4 marzo.

È un dato, quest’ultimo, difficile da conciliare (cioè che “non torna” proprio) con quanto ascoltato in un recente convegno, in cui un importante produttore di fonti rinnovabili chiedeva che le prossime aste fossero fissate a 100-110 euro a MKW.

Tutto ciò – secondo lo stesso produttore – è per far fronte a investimenti rilevanti e ad un costo del denaro elevato, così da garantire un ragionevole ritorno alle imprese.

Ma un energivoro (tra l’altro, anche molto gasivoro), deve guardare con attenzione (e ottimismo) alla Legge n. 11/2024 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 7 febbraio) che converte il decreto legge n. 181/2023 e che è entrata in vigore l’8 febbraio scorso (ormai quasi un mese fa).

Essa reca disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia e il sostegno alle imprese a forte consumo di energia.

Ricordo che gli energivori sono tanti in Italia e producono i materiali alla base di filiere industriali importanti come quelle della carta, acciaio, vetro, metalli.

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dopo l’approvazione della Legge n. 11/24 in Parlamento, ha dichiarato che essa prevede 27,4 miliardi di euro di investimenti per una transizione bilanciata e realistica. Un buon biglietto da visita, secondo il ministro, anche in occasione della presidenza italiana del G 7.

La legge contiene molte novità di cui tenere conto. Dal fondo per il servizio di rigassificazione (art. 2), ad una articolata regolamentazione in materia di stoccaggio geologico della CO2 (art. 7), allo sviluppo della filiera degli impianti eolici galleggianti a mare (art. 8). Importante anche l’art. 5 che prevede che per ritardi nella conclusione dei lavori si intendono anche quelli relativi all’impianto qualificato non imputabili a responsabilità del produttore. In particolare, ci si riferisce anche ai ritardi relativi all’attivazione, da parte del gestore di rete, della connessione alla rete del gas naturale nonché i ritardi nel rilascio di verifiche o attestazioni da parte delle autorità e degli enti di controllo.

Non mancano misure per potenziare le infrastrutture di rete elettrica (art. 9) e disposizioni urgenti per lo sviluppo di progetti di teleriscaldamento e teleraffrescamento (art. 10) e l’individuazione di Sogesid quale società in house delle amministrazioni centrali dello Stato. Ancora sono da segnalare modifiche alla Commissione Via Vas che passa, tra l’altro, da 50 a 70 componenti (art. 4 bis), mentre ci sono disposizioni per i poteri del Commissario unico per gli interventi in materia di acque reflue (art. 14 ter) e disposizioni urgenti per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti nella Regione siciliana (art. 14 quater).

Di seguito tocchiamo solo qualche capitolo, leggendolo con il punto vista di un’”impresa a forte consumo di energia”.

Ad esempio l’Electricity Release.

Secondo l’art. 1 i nuovi impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici di potenza minima ricompresi nella Electricity Release saranno da 200 kW in su e non più 1 MKW minimo. Ciò significherà poter includere anche superfici più piccole già nella disponibilità delle imprese energivore. Inoltre i contraenti della precedente Electricity Release entro 60 giorni potranno recedere dai contatti a due vie sottoscritti senza ulteriori penalizzazioni.

Scadenza rilevante ed importante, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della norma, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica definirà un meccanismo per lo sviluppo di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili per le imprese energivore

Novità importanti anche in materia di gas. Nell’art. 2, dedicato appunto al gas, si prevede che entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore (9 marzo), il Gestore dei servizi energetici – GSE S.p.A, o le società da esso controllate, avvieranno, su direttiva del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, procedure per l’approvvigionamento di lungo termine di gas naturale di produzione nazionale a prezzi ragionevoli mediante invito rivolto ai soggetti previsti.

Sono previsti anche incentivi per le regioni a ospitare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Infatti, l’art. 4 prevede che per le finalità di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale un fondo ad hoc.

Peccato che il Fondo sia costituito con una quota dei proventi delle aste delle quote di emissione di anidride carbonica (Ets) nel limite di 200 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2032.

Sì “peccato” perché, intanto, il Fondo per la Transizione Industriale (art. 4 opties), alimentato da fondi Ets, passa da 150 milioni a “soltanto” 300 milioni (e dal 2025).

Tutto ciò mentre le “revenues” ogni anno sono circa 3 miliardi di euro e, in coerenza con il quadro comunitario, esse potrebbero costituire una leva importante per la decarbonizzazione del sistema industriale, in particolare di quello energivoro.

Così l’energivoro (anche molto gasivoro), mentre si domanda ancora come un Pun a circa 89 euro possa “giustificare” aste per le rinnovabili a 100-115 euro, continua a guardare con attenzione e ottimismo alla prossima attuazione dell’Electricity e Gas Releases.

D’altro canto la “ratio” della legge è quella di sostenere le imprese a forte consumo di energia.

Magari in un prossimo futuro sarà anche possibile raddoppiare il Fondo per la transizione industriale, portandolo a 600 milioni.

 

 

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