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Cosa dice il primo report dell’intelligence finlandese dopo l’ingresso nella Nato

Con l’adesione all’alleanza, Mosca rimane la principale minaccia per la sicurezza nazionale, recita la relazione 2023 della Supo. Che si concentra anche sulle sfide poste dalla Cina, recentemente accusata di un cyber-attacco contro le istituzioni democratiche di Helsinki

La minaccia di attività di intelligence e di influenza da parte della Russia è rimasta elevata nonostante il deterioramento delle condizioni per le operazioni di human intelligence. Non si sono verificati cambiamenti significativi per quanto riguarda la minaccia terroristica che la Finlandia deve affrontare. Sono i due punti chiave della relazione annuale della Suojelupoliisi (o Supo), l’agenzia d’intelligence finlandese che da inizio anno si è riorganizzata internamente per favorire la raccolta e il flusso informativi. È la prima da quando il Paese scandivano è entrato nella Nato e quella del 75° anniversario del servizio.

Proprio la novità legata all’ingresso nell’Alleanza atlantica segna l’azione della Russia, considerata “la più grande minaccia alla sicurezza nazionale” della Finlandia, “che viene trattata come uno Stato ostile e come un obiettivo per attività di spionaggio e di influenza”. “Gli obiettivi principali delle operazioni di influenza russa rivolte alla Finlandia sono creare un deterrente e influenzare la natura dell’adesione finlandese alla Nato”, si legge ancora.

L’appartenenza alla Nato, tuttavia, “protegge la Finlandia dalle misure più incisive” dell’attività russa, evidenzia l’intelligence di Helsinki. Il lavoro di controspionaggio, l’espulsione di funzionari dell’intelligence russa accreditati come diplomatici e una rigida politica dei visti hanno permesso alla Finlandia di rendere più difficili le attività di human intelligence russa. Rimangono però alcune minacce, come le operazioni di intelligence contro i finlandesi che ancora viaggiano o risiedono in Russia, i cittadini finlandesi in Paesi terzi, il cyber-spazio e le infrastrutture critiche. In due parole: minacce ibride.

Secondo la Supo, la Russia non ha motivo di modificare la sua politica di confine nel prossimo futuro, si legge nel rapporto che sottolinea l’utilizzo dell’immigrazione come arma da parte di Mosca per influenzare il dibattito pubblico in Finlandia. Lo scorso autunno, la Russia ha modificato la politica in materia di frontiere con la Finlandia e ha iniziato a consentire l’accesso ai valichi di frontiera a persone prive di documenti di viaggio idonei. “Si tratta di una minaccia a lungo termine, un modo semplice per la Russia di tenere la Finlandia sulle spine”, ha commentato Teemu Turunen, direttore ad interim della Supo.

Nel rapporto la Supo evidenzia anche si monitorare “attentamente” l’andamento delle relazioni tra Cina e Russia in particolare dopo l’invasione russa dell’Ucraina. L’agenzia evidenzia che Pechino e Mosca hanno “obiettivi comuni che promuovono congiuntamente quando ciò serve ai loro interessi. Entrambe cercano di minare la posizione dei Paesi occidentali, e in particolare degli Stati Uniti, nelle arene internazionali”. La Cina è diventata sempre più vita per la Russia ma non è vero il contrario. Piuttosto, la Cina usa la sua posizione ambigua nel contesto della competizione con gli Stati Uniti.

Non stupisce gli addetti ai lavori l’attenzione finlandese alla Cina, in particolare per quanto riguarda le minacce ibride e la penetrazione nel tessuto socio-economico. Inoltre, è di martedì la decisione di Helsinki di denunciare pubblicamente l’attacco di un gruppo legato al governo cinese contro il parlamento finlandese avvenuto nel 2021. Un’uscita pubblica che evidenzia l’attenzione dell’intelligence e delle forze di polizia finlandesi ma anche della politica finlandese verso la Cina.

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