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Da Bruxelles le linee per la Difesa comune. Aumentare gli investimenti e ridurre la frammentazione

I leader dei Paesi dell’Ue si sono ritrovati a Bruxelles per una riunione del Consiglio europeo concentrata sul potenziamento della difesa comune, il supporto all’Ucraina e la crisi umanitaria in Medio Oriente. Tutti i Paesi hanno espresso, all’unisono, la volontà di aumentare i loro investimenti nel settore militare, al fine di ottenere un miglioramento generale delle capacità del Vecchio continente

La priorità per l’Unione europea è potenziare l’industria militare attraverso meccanismi che, a livello comunitario, vadano a ridurre l’attuale grado di frammentazione. Questo il tema al centro della riunione a Bruxelles del Consiglio europeo, che ha visto riunirsi per due giorni i leader dei Paesi Ue, tra cui la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. Nelle sue conclusioni finali, il Consiglio ha ha invitato la Commissione a presentare un report, entro giugno, in cui vengano esplorate tutte le possibilità a disposizione di Bruxelles per mobilitare fondi verso il suddetto fine. Tutti i Paesi hanno infatti espresso, all’unanimità, la volontà di aumentare i loro investimenti nel settore al fine di ottenere un miglioramento generale delle capacità europee.

Industria della difesa

Centrale in questo campo sarà il potenziamento dell’industria che, a detta dei capi di governo dei Ventisette, implicherà un aumento della cooperazione tra Stati membri anche a livello progettuale, al fine di facilitare la transizione dal livello nazionale a quello comunitario. L’obiettivo è anche quello di ridurre gli sprechi di risorse causati dalla frammentazione dell’industria. Altro aspetto a cui andrà fatta attenzione sarà l’identificazione degli elementi più fragili delle catene logistiche dell’industria dei singoli Paesi al fine di ridurre la capacità di potenze esterne, esportatrici di materie prime, di mettere in stallo l’industria bellica dei Ventisette. I leader hanno spiegato come un rafforzamento europeo implichi, automaticamente, un rafforzamento dell’Alleanza Atlantica. Nel pratico, gli obiettivi principali per i paesi europei saranno il potenziamento delle loro capacità industriali militari, l’accrescimento della collaborazione fra Stati membri a tutti i livelli e un aumento della resilienza dell’industria militare.

Ucraina

Riguardo la questione dell’Ucraina i leader europei hanno espresso una linea coerente con le posizioni degli scorsi due anni supportando, apertamente, Kyiv. Nel pratico è stata approvata il tredicesimo pacchetto di sanzioni nei confronti della Federazione russa. Il Consiglio ha riconosciuto come l’Ucraina “che esercita i suoi, legittimi, diritto d’autodifesa”, stia affrontando una situazione critica sia per quanto riguarda il munizionamento d’artiglieria, sia per i sistemi di difesa antiaerea sollecitando, quindi, i Paesi membri a consegnare la maggior quantità di aiuti  nel minor tempo possibile. Come segnalato, infatti, nel comunicato finale del Consiglio, l’obiettivo è far arrivare a Kyiv “tutta l’assistenza militare necessaria”. La riunione dei leader si è poi rivolta direttamente a quegli attori non internazionali che stanno fornendo supporto militare alla Russia, intimandogli di fermare il loro aiuto nei confronti di Mosca. Il Consiglio si è infatti detto “estremamente preoccupato dall’Iran” che sta continuando supportare il Cremlino inviando un grande numero di droni, spesso utilizzati contro la popolazione civile ucraina. I leader dei Paesi europei hanno spiegato come, dovesse Teheran continuare a consegnare queste armi, sarebbero pronti ad applicare, insieme ai loro partner internazionali, “importanti misure restrittive contro l’Iran”.

Medio Oriente

Il consiglio si è anche occupato della questione del Medio Oriente. In quel contesto, seppure schierandosi dalla parte di Tel Aviv riconoscendo gli atti terroristici del 7 ottobre, i Paesi dell’unione hanno chiesto l’attuazione di un cessate il fuoco umanitario che permetta di tamponare la situazione emergenziale che si è andata a creare nella striscia di Gaza. L’Ue ha espresso il suo supporto alle missioni delle Nazioni Unite in loco riconoscendone l’importanza e auspicando che il loro lavoro possa continuare. L’Unione continuerà a lavorare nei teatri vicini ad Israele, Libano e mar Rosso, per evitare un’escalation del conflitto. Un esempio di questo intento è l’attuale operazione, a guida italiana, per la protezione del naviglio dalla minaccia dei guerriglieri Houthi: Aspides. In conclusione, riguardo la questione mediorientale, il Consiglio ha anche espresso il suo sostegno alla soluzione dei due Stati per porre fine alle ostilità in Palestina, e dichiarato la sua disponibilità ad aiutare lo stato palestinese nella futura ricostruzione.


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