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Tim, il nuovo percorso avrà grandi prospettive. Le parole di Labriola

“Sono convinto che post cessione si vedrà maggiore ottimismo”, spiega l’amministratore delegato al Corriere della Sera. “Il nostro obiettivo è una storia industriale solida e non uno e spezzatino”

Io guardo avanti”, dice Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, in un’intervista al Corriere della Sera, al termine di una settimana difficile per il titolo a valle della presentazione del piano “Free to run”, che delinea il futuro della società nel prossimo triennio senza la rete. “Con il piano 2024-2026 Tim torna a generare cassa, a livello di gruppo e in Italia, abbiamo davanti quasi 3 miliardi di potenziali earn-out, stiamo negoziando la cessione di Sparkle, elementi che contribuiranno senza dubbio ad accelerare le nostre riflessioni in materia di remunerazione agli azionisti”, spiega ancora il manager.

“Il nostro obiettivo”, dice Labriola, “è una storia industriale solida e non uno e spezzatino. Siamo concentrati sul raggiungimento degli obiettivi del piano e sulla crescita del business domestico”. Parlando del piano, ribadisce che “la sostituzione della rete in rame con quella in fibra richiede forti investimenti per almeno 1,5 miliardi l’anno per 6-7 anni. Per una Tim verticalmente integrata significherebbe sostenere ingenti investimenti, il 28% del fatturato, soglia insostenibile. Per una società infrastrutturale il discorso è diverso. È questa la logica di creare NetCo e venderla. Inoltre, se restiamo verticalmente integrati non potremmo partecipare al consolidamento” del mercato.

Labriola esclude un potenziale vantaggio per Tim nei rapporti con NetCo, il cui closing per la vendita “è previsto tra giugno e luglio”. “Non vedo elementi neanche potenziali di rischio. I servizi venduti da Netco a Tim saranno forniti in regime di non discriminazione per tutti gli operatori, praticando una politica di prezzi equamente accessibile a tutti, afferma. Quanto al ruolo di Vivendi che resterà il maggiore azionista In ServCo, dice: “Io spero che continui a essere un’azionista ma che sia anche all’interno del Cda per supportare tutte le scelte strategiche del gruppo. È giusto che un socio al 23,7% dia il suo contributo all’interno del consiglio e quindi auspico che in qualche modo possa esserci una convergenza”.

Che spiegazione si è dato per l’ondata di vendite? “Certamente ’è un tema di aspettative di generazione di cassa nel biennio in corso ma è anche vero che il nostro è un titolo molto liquido, che siamo nel mezzo di un’operazione delicata e siamo più esposti alle vendite allo scoperto” dice. Per Labriola “dobbiamo guardare avanti e condividere col mercato che il nuovo percorso è appena cominciato ed avrà grandi prospettive. Sono convinto che post cessione si vedrà maggiore ottimismo”.



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