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Timidi apprezzamenti per von der Leyen e l’ipotesi Metsola (molto amata). Tutti i dettagli dal congresso del Ppe

Di Margherita Tacceri

Tiepidi gli animi durante il discorso della von der Leyen molto focalizzato sulla Ucraina e sulla difesa comune europea. Infatti, seppur eletta spitzenkandidat, in sala si respirava il malcontento di qualche delegazione. Qualche insider sussurra di un possibile cambio di passo dopo l’estate in favore di Metsola. Standing ovation per Manfred Weber, leader del Ppe. Il racconto di Tacceri

Si è concluso oggi a Bucarest il Congresso del partito popolare europeo (Ppe) che ha sancito la ricandidatura della tedesca Ursula von der Leyen come “spitzenkandidat” della famiglia popolare per la presidenza della Commissione europea. In vista delle elezioni europee, previste il prossimo giugno, tutti i partiti politici nominano il loro candidato alla carica di Presidente della Commissione europea e poi in base al risultato elettorale, i Capi di Stato e di Governo riuniti nel Consiglio europeo propongono un candidato che verrà poi votato dall’Europarlamento.

Al congresso a Bucarest erano presenti i 12 primi ministri dei Paesi dell’Ue, dove il Pppe è al governo, la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (ricandidata per un altro mandato), tutti i commissari europei della famiglia popolare, i delegati di 83 partiti dei 44 Paesi Membri del Ppe (europei e non). Sul palco con i leader europei era presente il vice presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, molto gradito negli ambienti europei, al punto che gli addetti ai lavori vociferano di un ritorno di Tajani a Bruxelles con un incarico di prestigio nella prossima Commissione europea. ‎

Molto folta la pattuglia dei delegati italiani appartenenti ai tre partiti membri del Ppe (Forza Italia, Udc, Popolari per l’Italia), c’era la vice presidente del Senato Licia Ronzulli, i capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato Barelli e Gasparri, i sottosegretari Maria Tripodi e Alberto Baracchini, Alessandro Battilocchio, Andrea Caroppo, Debora Bergamini, Lorenzo Cesa, Mario Mauro e tutta la pattuglia di europarlamentari guidata dal capogruppo Martusciello.

Il discorso più politico e più applaudito è stato quello del padrone di casa, ovvero il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber che dal palco di Bucarest ha chiarito le priorità dei popolari per i prossimi 5 anni (tra le quali: migrazione, fifesa comune europea, valori fondanti dello Stato di diritto, supporto all’Ucraina) e ha ribadito che il suo partito non coopererà mai con partiti che rifiutano i valori europei e con i partiti amici di Putin. Weber ha continuato il suo discorso citando i successi di ogni primo ministro presente e ricordando alla platea che il Ppe vuole vincere le elezioni europee, non perché gli altri sono deboli, ma perché il Partito popolare ha delle idee per il futuro.

Tiepidi invece gli animi durante il discorso della von der Leyen molto focalizzato sulla Ucraina e sulla difesa comune europea, infatti seppur eletta spitzenkandidat, in sala si respirava il malcontento di qualche delegazione (prima fra tutte quella francese, seguita dagli sloveni) per un suo eventuale secondo mandato. Qualche insider fa notare che per la divisione delle cariche europee bisogna aspettare il risultato elettorale e chissà che l’estate non riservi sorprese con un’ eventuale designazione della attuale presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, molto amata nel partito.

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