Il governo britannico annuncia l’ingresso nella Chips Joint Undertaking, l’impresa comune europea sui microchip che mira a ristabilire la leadership tecnologica dell’Unione nel settore. Da Londra anche una campagna per rafforzare i legami con i ricercatori di Italia e Spagna
Ieri il Regno Unito ha annunciato l’ingresso, come “Stato partecipante”, nella Chips Joint Undertaking, l’impresa comune europea sui microchip che mira a rafforzare l’ecosistema industriale europeo in questo settore e ristabilire la leadership tecnologica dell’Unione europea. Le aziende britanniche, dunque, potranno attingere a finanziamenti per 1,3 miliardi di euro per la ricerca e lo sviluppo dei semiconduttori. Il Regno Unito, invece, metterà a disposizione un finanziamento da 35 milioni di sterline (poco meno di 41 milioni di dollari), per le iniziative britanniche nei prossimi anni. Di questi, 5 milioni di sterline saranno forniti inizialmente per aiutare ricercatori e imprese che operano nel Regno Unito a richiedere l’accesso ai fondi, ha dichiarato il governo di Londra. Altri 30 milioni di sterline saranno stanziati tra il 2025 e il 2027 per finanziare ulteriori ricerche.
I semiconduttori sono un elemento essenziale, e dunque molto prezioso, per le nuove tecnologie. Si pensa all’intelligenza artificiale, che richiede un’enorme potenza di calcolo. O all’elettronica di consumo. O, ancora, alle smart car. Tuttavia, il loro sviluppo è frammentato. Il governo ha stimato che ci sono “decine di migliaia di aziende britanniche” che possono beneficiare delle sovvenzioni, che hanno un valore medio di 450.000 sterline. Forse, dunque, fare di più e in maniera meno dispersiva. Il Regno Unito è stato un attore cruciale nella ricerca sui chip, ma come per altre categorie di hardware tecnologico, più in generale il mercato è stato dominato da un numero ristretto di aziende e ciò ha avuto ripercussioni su questo particolare ecosistema, come evidenzia TechCrunch.
E l’annuncio di ieri conferma che, dopo la Brexit, il Regno Unito non può fare a meno degli alleati e degli ex partner, in particolare nel campo tecnologiche. Dopo gli accordi con la Corea del Sud (per la condivisione dei dati), il Canada (per la scienza e l’innovazione) e gli Stati Uniti (su tecnologia e dati), Londra si sta riavvicinando a Bruxelles. Infatti, l’anno scorso ha aderito al programma europeo Horizon Europe, di ricerca e sviluppo con un bilancio di 95,5 miliardi di euro, di cui Chips Joint Undertaking è parte. Molte aziende del Regno Unito stanno già mettendo a frutto i finanziamenti di Horizon Europe, tra cui Nova Innovation, che ha allestito un consorzio capace di aggiudicarsi oltre 17 milioni di sterline per generare energia mareomotrice nelle isole Orcadi, e The Floow, un’azienda tecnologica del South Yorkshire che fa parte di un progetto dedicato alla sicurezza stradale a cui è stato assegnato un finanziamento di poco inferiore a 3 milioni di sterline.
Oggi il governo britannico ha lanciato la campagna internazionale Horizon Europe, per il rafforzamento dei legami tra ricercatori del Regno Unito e i colleghi di Italia e Spagna. L’obiettivo è chiamare a raccolta imprese, scienziati e ricercatori di Italia e Spagna per sfruttare al massimo le nuove opportunità che il Regno Unito può garantire, grazie al proprio status di Paese associato al programma Horizon Europe. Mettendo in risalto i vantaggi derivanti dal programma, questa campagna d’impatto si rivolge particolarmente alle piccole e medie imprese e ai ricercatori alle prime esperienze che intendono presentare la richiesta di finanziamenti in collaborazione con le loro controparti del Regno Unito. “Vogliamo incoraggiare pensatori e ricercatori dallo spirito innovativo in Italia e Spagna a collaborare con i loro colleghi del Regno Unito tramite il programma Horizon Europe, su progetti che potrebbero trasformare settori come la salute, l’energia e non solo”, ha dichiarato Michelle Donelan, ministra per la Scienza e la tecnologia. “Considerando che l’Italia e la Spagna figuravano tra i più importanti partner del Regno Unito nel programma che ha preceduto Horizon, possiamo far leva su questo fortissimo legame per massimizzare il potenziale che Horizon Europe può garantire alla nostra comunità scientifica”, ha aggiunto.