Storia di una delle più belle, iconiche e leggendarie automobili mai realizzate nella storia, diventata uno dei
simboli dell’opulenza degli anni Ottanta
Correva l’anno 1973 e mentre Richard Nixon poneva fine alla convertibilità del dollaro statunitense, la Cina veniva ammessa all’Onu, Giovanni Leone veniva eletto presidente della Repubblica italiana, John Lennon pubblicava Imagine, Jackie Stewart vinceva il suo secondo titolo mondiale di formula 1 con la Tyrrell e a Londra apriva il primo Hard Rock Cafè, al Salone dell’Auto di Ginevra veniva presentata la Lamborghini Countach diventando subito un’auto leggendaria grazie al suo design futuristico che sembrava arrivare direttamente da un film di fantascienza. Ma ripercorriamo insieme la sua storia.
LE ORIGINI
Le origini della Lamborghini vanno ricondotte al talentuoso Ferruccio Lamborghini, industriale di successo nei settori dei trattori agricoli, dell’oleodinamica e dei bruciatori per il riscaldamento domestico. Nato sotto il segno del toro, il simbolo che sceglierà per la sua impresa, a Renazzo di Cento, una piccola frazione tra Ferrara e Bologna, Ferruccio sin da bambino fu affascinato dalla meccanica. Dopo la guerra, passata sull’isola di Rodi come meccanico militare, rientrò in Italia e iniziò a lavorare con le macchine agricole, che in quel momento erano le più richieste; si specializzò nell’acquisto di veicoli da guerra abbandonati e nella loro successiva riconversione in macchine agricole.
LA LAMBORGHINI TRATTORI
Nel 1948 fondò la Lamborghini Trattori e in pochi anni la produzione dell’azienda passò da un trattore alla settimana a circa 200 all’anno, con nuovi motori di fabbricazione italiana che sostituirono i vecchi residuati bellici. Tre anni dopo, nel 1951, nacque la “L 33″ prima trattrice tutta Lamborghini prodotta in serie ad eccezione del motore.
LA PASSIONE PER LE AUTO
Lamborghini divenne così un industriale importante, e la sua grande passione per i motori sfociò nell’acquisto delle migliori auto sul mercato: dalla piccola Fiat Topolino potenziata con i pezzi della “Testadoro” alle Alfa Romeo 1900 Sprint e Super Sprint, dalla Lancia Aurelia B20 alla Mercedes 300 SL “ali di gabbiano”, passando per la Maserati 3500 GTs e arrivando poi al top del momento: la Ferrari 250 GT e 250 GT Berlinetta. Ferruccio, però, aveva il “piede pesante” e amava spingere le auto al limite, e ben presto emersero alcuni problemi meccanici con le frizioni delle “rosse” che a suo avviso non erano all’altezza delle potenze del motore.
LA LITE CON ENZO FERRARI
Così, nel 1962, Lamborghini si presentò direttamente a Maranello, lamentandosi del problema delle sue rosse e arrivando a suggerire direttamente a Enzo Ferrari come risolvere il problema. Ferrari, a dir poco orgoglioso, rispose “la macchina va benissimo. Il problema è che tu sei capace a guidare i trattori, non le Ferrari”. Ferruccio, che in quanto a carattere non era da meno a Enzo, ribatté schiettamente: “Caro Ingegnere, non comprerò più le tue macchine. Da ora in poi le auto me le faccio io, così sono sicuro che andranno come piace a me.”
LA LAMBORGHINI AUTOMOBILI
Detto, fatto. Il 7 maggio 1963 Ferruccio fondò la società “Automobili Lamborghini” in uno stabilimento appositamente costruito a Sant’Agata Bolognese. Si circondò immediatamente di ingegneri e tecnici molto capaci come Giotto Bizzarrini, Gian Paolo Dallara, Paolo Stanzani e Franco Scaglione, e solo dopo sei mesi presentò al Salone di Torino la prima vettura, il prototipo della 350 GT, spinta da 12 cilindri di 3,5 litri. Entrata in produzione del 1964, nel ‘66 la 350 GT cedette il posto alla sua evoluzione, la 400 GT che a differenza della serie precedente montava un V12 a 3929 cm³ da 320 CV.
LA MIURA
Poco dopo però arrivò la vera svolta con la “400 TP”, il progetto di una supersportiva fuori dagli schemi: il motore era sempre il 12 cilindri della 400 GT, ma posizionato trasversalmente dietro l’abitacolo, con il cambio e il differenziale fusi con il basamento del motore; in più il telaio era realizzato in lamiera piegata, saldata e forata per ridurne il peso. Il design fu affidato a Marcello Gandini, della Carrozzeria Bertone, che realizzò una fantastica carrozzeria schiacciata a terra, bassissima, con le prese d’aria sui montanti delle portiere per raffreddare il potente V12. Venne presentata al Salone dell’automobile di Ginevra del 1966 con il nome Miura, come la celebre razza di tori, e inaugurò la leggendaria tradizione dei nomi legati al mondo delle corride e divenne un successo mondiale.
LA LP500
Alla fine degli anni Sessanta la Miura aveva ormai esaurito la sua spinta innovativa e in Lamborghini si iniziava a ragionare su un nuovo modello altrettanto dirompente che doveva sbaragliare nuovamente la concorrenza, in primis quella della Ferrari. Fu così che dalla fantasia del celebre designer Marcello Gandini e dalle capacità meccaniche di Paolo Stanzani nacque il prototipo LP500, dove il 500 indicava la cilindrata (5000 cm³) del motore, e LP stava per la posizione dello stesso, longitudinale posteriore, che venne presentato al Salone dell’automobile di Ginevra del 1971.
IL NOME COUNTACH
Il prototipo fu un successo clamoroso, il suo design futuristico con la linea a cuneo, che diventerà poi il tratto distintivo di tutte le Lamborghini, si accompagnava a prestazioni sensazionali che la resero sin da subito l’oggetto del desiderio di tutti gli uomini più facoltosi del mondo. Nel 1974 venne commercializzata con il nome “Countach“, espressione di stupore in dialetto piemontese che corrisponde ad “accidenti“, pronunciata, secondo alcune voci, da uno dei tecnici alla vista della carrozzeria finita e secondo altre da Nuccio Bertone in persona quando venne a sapere che l’auto non aveva ancora un nome ufficiale.
COUNTACH LP400
Bassa, larga, spigolosa e con delle geniali portiere con l’apertura verso l’alto, caratteristica rimasta poi su ogni nuova Lamborghini, la Countach aveva anche gli innovativi fari a scomparsa, ideati per non alterare le linee aerodinamiche della vettura quando non erano accesi. Per questioni di affidabilità e costi per la prima versione fu però utilizzato lo stesso motore della Miura, da 4,0 litri e 375 CV, a cui fu abbinato un cambio rivolto verso l’abitacolo, per accentrare le masse e migliorare il comportamento su strada. La velocità massima dichiarata della LP400 era di 315 km/h, grazie all’uso di pneumatici a sezione convenzionale, ed era l’auto di serie più veloce al mondo.
LA PERISCOPICA
LP400 venne prodotta tra il 1973 e il ’77 e viene indicata come “periscopica”; questo soprannome si deve al fatto che uno degli esemplari pre-serie montava un particolare specchietto retrovisore periscopico, che eliminato sul modello di serie lasciò spazio ad una presa d’aria sul tetto. La linea della Lamborghini Countach, del resto, è stata disegnata in quella che probabilmente è stata l’era più affascinante dell’automobilismo, quella a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, cioè il periodo in cui è nato il concetto di supercar, e questo modello resta ancora la principale ispirazione per il design di tutte le nuove vetture realizzate a Sant’Agata Bolognese.
TUTTI IN FILA
Le Lambo di Sant’Agata diventarono uno status symbol. Le celebrità, i regnanti, i petrolieri e i banchieri più importanti del mondo impazzirono per le Lamborghini. Lo Scià di Persia, Grace di Monaco, il Sultano del Brunei, Dean Martin, Elton John, Paul Mc Cartney, Twiggy, Gino Paoli, Claudio Villa e Little Tony, solo per citarne alcuni, ne possedevano una. Frank Sinatra, grande appassionato di auto, disse: “chi vuole sembrare qualcuno compra una Ferrari, chi è già qualcuno compra una Lamborghini”. Fra i clienti Liz Taylor, che si dice abbia preso la patente al solo scopo di guidarla, Malcom Forbes dell’omonima dinastia di editori statunitensi, il pilota di F1 Keke Rosberg e il petroliere Walter Wolf. Negli anni Ottanta erano la rappresentazione dell’opulenza.
LA CRISI ECONOMICA
Accadde però l’impensabile. Tra la crisi economica, lo shock petrolifero, le lotte sindacali, gli anni di piombo e l’imposizione della tassa sui beni lusso, il mercato delle supercar crollò. La crisi toccò anche le fabbriche di Lamborghini e Tonino Ferruccio, per ripianare i debiti, vendette il ramo delle automobili all’industriale svizzero Georges-Henri Rossetti.
LA LP400S
Iniziò così una nuova era per la casa di Sant’Agata Bolognese che nel 1978 presentò una nuova versione della Countach: la LP400S, con un rinnovato spoiler frontale, l’eliminazione della scanalatura sul tetto e i passaruota, più profilati per ospitare una nuova gommatura più generosa che rese l’auto più guidabile.
LP5000S
Nel 1982 poco dopo il fallimento della Automobili Lamborghini e la creazione della “Nuova Automobili Lamborghini” dei fratelli francesi Patrick e Jean-Claude Mimran, giovanissimi imprenditori dello zucchero, venne presentata la Countach LP 5000S con cilindrata elevata a 4,8 litri e 375 CV e dotata, inoltre, di una più avanzata accensione elettronica.
LA 5000 QUATTROVALVOLE
L’arrivo sul mercato della Ferrari Testarossa spinse la casa di Sant’Agata Bolognese a migliorare ulteriormente la Countach, alzando l’asticella delle prestazioni. La nuova versione, chiamata “Quattrovalvole”, introduceva l’importante novità delle quattro valvole per cilindro e il V12 venne ulteriormente migliorato con una cilindrata da 5.167 cm³ con una potenza di 455 CV, per una velocità massima di 295 km Km/h dichiarati dalla Casa. A richiesta dei clienti c’era la possibilità di scegliere come optional il vistoso alettone posteriore, che fu scelto dalla maggior parte dei compratori più per fini estetici che aerodinamici.
L’ULTIMO ATTO
L’ultimo atto arrivò nel 1989 quando, per celebrare i 25 anni della Lamborghini, venne presentata la Countach Anniversario. Questo modello si distinse per la carrozzeria rivista con appendici maggiorate, cofano ridisegnato, l’eliminazione dell’alettone e, sottopelle, una rivisitazione delle sospensioni. Questa versione, prodotta in poco meno di 700 unità, chiuse la serie della Countach dopo circa 2.050 esemplari prodotti. Nel 1990 Lamborghini la sostituì con un’altra leggenda, la Diablo, disegnata ancora da Gandini.
L’ALETTONE AMERICANO
Alcuni modelli della Countach destinati al mercato degli Stati Uniti, vennero obbligatoriamente modificati con l’aggiunta di un alettone anteriore perché, secondo le norme di sicurezza della NHTSA, i fari non potevano essere posizionati ad un’altezza troppo bassa da terra per evitare che si rompessero troppo facilmente, ad esempio, a seguito di un impatto con un altro veicolo. Il problema è che con tale aggiunta ‘aerodinamica’ poteva capitare, ad alte velocità, di sollevare l’auto in caso di passaggio su un dosso. Essendo rimovibile o facilmente smontabile, lo mantennero in poche.
LA COUNTACH PIÙ PAZZA D’AMERICA
La Lamborghini Countach LP400 S del 1979, con telaio numero 1121112, è conosciuta da molti per essere stata la protagonista del film commedia ‘The Cannonball Run’, diffuso in Italia con il titolo ‘La corsa più pazza d’America’, del 1981, con Burt Reynolds, Roger Moore, Farrah Fawcett, Jackie Chan, Dean Martin, Sammy Davis jr. e Dom Deluise. Nel 2021, a 40 anni esatti dall’uscita del film, quest’auto è stata inserita dal National Historic Vehicle Register della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, gestito dall’Hagerty Driver’s Foundation, tra le sole 30 vetture ad oggi considerate di importanza nazionale per gli Stati Uniti d’America ed è stata esposta per una settimana, all’interno di una teca in cristallo, al National Mall di Washington, sede del Lincoln Memorial e del monumento a George Washington.
LPI 800-4
Nel 2021, a cinquant’anni dalla sua presentazione al Salone di Ginevra, la Lamborghini ha presentato un modello commemorativo della Countach prodotto in soli 112 esemplari. Questo nuovo modello della Casa di Sant’Agata Bolognese, chiamata Countach LPI 800-4, è ispirata al passato ma è proiettata al futuro. Basata sul telaio monoscocca in fibra di carbonio della Lamborghini Aventador, la Countach ha un motore V12 da 6498 cm³ disposto centralmente, al quale è stato aggiunto un motore elettrico a 48 Volt, integrato nel cambio, che insieme generano 814 CV. Prestazioni da urlo: 0–100 km/h viene coperto in 2,8 secondi, e lo 0–200 km/h in 8,6 secondi, mentre la velocità massima dichiarata è di 355 km/h.
THE WOLF OF WALL STREET
A fine 2023 la Lamborghini Countach 25th Anniversary Edition del 1989 utilizzata nel film “The Wolf of Wall Street”, di Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio come protagonista, è stata venduta, durante la Luxury Week, all’asta presso la sede di New York di RM Sotheby’s alla cifra di 1.655.000 dollari.
LA DIABLO
Nel 1987, i fratelli Mimran vendettero la Lamborghini al colosso statunitense Chrysler, che dopo quattro anni la rivendette a una società indonesiana. Dal 1998 la casa di Sant’Agata Bolognese è interamente posseduta dal Gruppo Volkswagen. Nel frattempo, nel 1990 la Countach venne sostituita dalla Diablo, che divenne ben presto un’altra leggendaria auto. Ma questa, come sempre, è un’altra storia.