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Come gestire il boom di richieste visto per l’Italia. Scrive l’amb. de Luca Gabrielli

Di Folco de Luca Gabrielli

L’esternalizzazione del trattamento dei visti da parte del governo italiano è iniziata 20 anni fa a Delhi ed è ora estesa a circa 50 Paesi. Le ambasciate e i consolati italiani possono concentrarsi sulle decisioni relative al rilascio dei visti solo delegando a fornitori esterni di servizi, come Vfs Global, gli aspetti amministrativi non valutativi del processo di richiesta visto. L’intervento di Folco de Luca Gabrielli, ex ambasciatore italiano a Singapore e in Malesia, responsabile per l’Italia a Vfs Global

La richiesta di visti per viaggiare in Italia non è mai stata così alta. Sempre più turisti di tutto il mondo scelgono di visitare l’Italia per le sue bellezze naturali e la sua ricca storia. Ultimamente, però, sta aumentando anche il numero delle richieste di ingresso per lavoro. Il governo italiano ha infatti ampliato il numero di nulla osta per gli ingressi legali di lavoratori per supplire a carenze in settori chiave dell’economia come l’agricoltura e la pesca, ma anche altri quali, ad esempio, l’edilizia, la meccanica e la sanità.

Recentemente è stato annunciato il rilascio di 425.000 nuovi permessi di lavoro entro il 2025, con un aumento di quasi il 150% rispetto agli anni precedenti, con specifiche quote per  ciascun Paese come, ad esempio, il Bangladesh, le Filippine e il Marocco.

Per dare un’idea del livello della domanda, sembrerebbe che lo scorso dicembre, durante il cosiddetto “click day”, solamente nei primi quattro minuti siano state presentate undicimila richieste di assunzione di cittadini extracomunitari come collaboratori domestici, a fronte dei soli 9.500 permessi totali previsti.

Parallelamente, negli scorsi anni è aumentato esponenzialmente anche il numero di richieste di visti turistici per l’Italia. Nell’ultimo decennio, ad esempio, il numero di visitatori provenienti dalla Cina, principalmente turisti, è passato da 350mila nel 2014 a 570mila circa nel 2019, anno di picco ante pandemia.

I periodi di maggiori richieste per turismo variano a seconda dei Paesi e, ad esempio, sempre per la Cina, i periodi di punta si riscontrano a dicembre e gennaio per il Capodanno Cinese, tra aprile e settembre durante le vacanze estive e per la festa nazionale cinese in ottobre.

Le richieste invece per viaggi d’affari tendono ad avere il loro picco in occasione  delle principali fiere internazionali, quali il Salone del Mobile di Milano, Cosmoprof, (fiera di bellezza e cosmetica), Eicma, (il salone del motociclo di Milano) e Vinitaly (mostra internazionale del vino e dei distillati).

I crescenti flussi verso l’Italia hanno creato un notevole carico di lavoro aggiuntivo per le nostre missioni diplomatiche che devono esaminare ogni richiesta di visto singolarmente prima di decidere se vi sono i presupposti o meno per il loro accoglimento. Tutto ciò, a fronte di risorse umane ovviamente limitate, ha creato oggettive difficoltà.

L’esternalizzazione del trattamento dei visti da parte del governo italiano è iniziata 20 anni fa a Delhi ed è ora estesa a circa 50 Paesi. Le ambasciate e i consolati italiani possono concentrarsi sulle decisioni relative al rilascio dei visti solo delegando a fornitori esterni di servizi, come Vfs Global, gli aspetti amministrativi non valutativi del processo di richiesta visto.

Dal 2004, Vfs Global e gli altri operatori hanno svolto quindi un ruolo determinante, e oramai insostituibile, per consentire al governo italiano di rispondere in maniera più adeguata ed efficace all’accresciuto numero delle richieste. Negli ultimi dieci anni, sarebbe stato assolutamente impossibile farvi fronte senza ricorrere all’esternalizzazione.

Assicurando una maggiore flessibilità nel rispondere all’evolversi della domanda e accollandosi tutta la fase della informativa all’utenza e della raccolta della documentazione necessaria, assistendo anche, quando necessario, i richiedenti nella compilazione della richiesta stessa, Vfs Global e gli altri operatori hanno sollevato i nostri uffici all’estero da una notevole mole di lavoro consentendogli di concentrarsi sulla fase decisionale del processo e cioè quella più delicata ed importante.

Va infatti sottolineato che Vfs Global non prende alcuna decisione in merito al rilascio dei visti: il suo compito è esclusivamente quello di raccogliere la documentazione in accordo alle checklist fornite dall’ufficio visti ed eseguire le attività di inserimento dati nel portale destinato all’outsourcing.

In pratica, anche per i richiedenti risulta più conveniente presentare la domanda direttamente presso i Centri degli operatori (Vac, Visa Application Centre) dove trovano spazi appositamente studiati e strutturati per la loro accoglienza, oltre che per la promozione commerciale, personale in grado di fornire loro tutta l’assistenza necessaria e la possibilità di usufruire di servizi aggiuntivi a pagamento tra cui, ad esempio, il controllo dei documenti,  traduzioni, la restituzione del passaporto tramite corriere e la possibilità di usufruire della “premium lounge”.

Questi Centri sono aperti per appuntamenti anche in orari non strettamente d’ufficio e nel corso dei fine settimana e sono spesso presenti anche nelle città minori, risparmiando così all’utenza di dover percorrere lunghe distanze, con notevoli costi e disagi.

L’outsourcing del processo di raccolta delle richieste di visto è una tendenza oramai generalizzata ed in crescita: quasi tutti i Paesi nel mondo hanno deciso di affidarsi ad un operatore privato per gestire il volume crescente di domande di visto e non solo. Vfs Global ha, ad esempio, recentemente ottenuto dal governo del Regno Unito un contratto per gestire tutte le richieste di Visti e Passaporti presso i centri Vcas (Visa and Citizenship Application Service ) del Regno Unito in 142 Paesi.

Infine, Vfs Global e gli altri operatori non gravano  minimamente sui contribuenti italiani, ma i loro costi sono pagati con una “commissione di servizio” separata (differente nei diversi Paesi ma che è, ad esempio, di 10 euro in Cina) pagata dai richiedenti insieme alla percezione consolare (di 80 euro per il visto Schengen) che viene invece trasferita immediatamente all’ufficio consolare.

Per concludere, un’osservazione e un auspicio. La prima è che questi Centri sono il “biglietto da visita” dell’Italia in quanto primo punto di contatto per tutti coloro che vogliono venire nel nostro Paese.

Il secondo è che, proprio per tale motivo, la nuova procedura centralizzata per l’assegnazione dei contratti di esternalizzazione continui ad affidarli soprattutto ad operatori con solida e provata esperienza e con strutture e presenza globali.

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