Il mancato invito del presidente Yoon tra gli ospiti del vertice in Puglia. Un’altra occasione per la propaganda di Pechino per tentare di seminare discordia tra i Sette e i partner like-minded
Il mancato invito del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol tra gli ospiti del vertice dei leader del G7 che si terrà in Puglia a metà giugno ha rappresentato per la propaganda cinese un altro pretesto per tentare di seminare discordia tra i Sette e i partner like-minded.
Domenica un alto funzionario della presidenza sudcoreana ha confermato le indiscrezioni di stampa. “Era nostra intenzione partecipare all’incontro se l’Italia ci avesse invitato. Tuttavia, l’Italia ha ripensato alla lista degli invitati fino all’ultimo minuto, ma ha chiesto la nostra comprensione, spiegando che avrebbe inevitabilmente dovuto limitare il numero degli invitati”, ha dichiarato un alto funzionario dell’ufficio presidenziale al giornale The Dong-A Ilbo. “Ci è stato detto che molti leader del G7 sostenevano l’idea di invitare la Corea del Sud all’incontro e che per l’Italia è stata una decisione difficile da prendere”, ha aggiunto.
Il funzionario ha osservato che i Paesi europei, quando presiedono il G7, invitano solitamente governi d’interesse europeo. E così, in passato, Francia, Germania e Italia hanno invitato solo nazioni africane. La decisione dell’Italia, che ha posto sul tavolo del G7 il tema del rapporto con l’Africa e il Sud globale, è in linea con quella tedesca del 2022: negli quattro ultimi anni la Corea del Sud è stata invitata al vertice dei leader del G7 nel 2020, 2021 e 2023 dalle presidenze rispettivamente di Stati Uniti, Regno Unito e Giappone.
La notizia ha alimentato le critiche dell’opposizione sudcoreana, che ha espresso preoccupazioni sull’efficacia della diplomazia “G7 plus” di Yoon. Ma è stata anche un’occasione per i media cinesi, che in questi giorni sono impegnati, allineati con il ministero degli Esteri, a criticare il G7 in particolare dopo la ministeriale Esteri di Capri. “In passato, la Corea del Sud era corteggiata dal G7 solo per le sue relazioni amichevoli con la Cina, che conferivano a Seul un valore strategico superiore”, si legge sul Global Times, megafono in lingua inglese della propaganda del Partito comunista cinese. “Ora che la Corea del Sud si è completamente allineata con l’Occidente, posizionandosi proattivamente contro la Cina, non è più necessario che l’Occidente faccia molti sforzi per corteggiarla”, si legge ancora.
La conclusione: “Se la Corea del Sud vuole davvero un vero rispetto da parte del mondo, i suoi sforzi non dovrebbero essere concentrati sul G7, ma piuttosto sul non seguire più ciecamente gli Stati Uniti nel confronto con la Cina e sul prendere decisioni mature per il bene della Corea del Sud”.