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Cyber e dipendenze strategiche (dalla Cina). Cos’ha deciso il G7 Trasporti

I ministri dei Sette, riunitisi sotto la presidenza di Salvini, hanno evidenziato sul versante delle tecnologie la necessità di lavorare “per garantire standard elevati per le nostre catene di approvvigionamento”

La pandemia Covid-19 e l’invasione russa dell’Ucraina hanno causato una fiammata negli attacchi informatici, anche nel settore dei trasporti, sempre più dipendente delle nuove tecnologie. Per questo, i ministri dei Trasporti riunitisi nei giorni scorsi a Milano sotto la presidenza italiana di Matteo Salvini hanno sottolineano “l’importanza della cybersecurity” nella dichiarazione finale intitolata “Il futuro della mobilità: garantire la connettività di fronte alla crescente instabilità globale”.

Quanto alle tecnologie, i ministri dei Sette hanno evidenziato la necessità di lavorare “per garantire standard elevati per le nostre catene di approvvigionamento”. Una dichiarazione in linea con i principi stabiliti nella Dichiarazione dei leader del G7 sulla resilienza e la sicurezza economica, 20 maggio 2023, per consentire ampi benefici e proteggerci dai rischi”.

E proprio in linea con quel documento, i Sette hanno parlato di Cina, anche senza citarla – non è necessario, il riferimento è chiaro considerata la supremazia globale della Cina in questo settore a cui si sommano leggi che impongono alle società cinesi la collaborazione con le autorità statali per quanto riguarda la “sicurezza nazionale”, che Pechino interpreta in maniera piuttosto ampia e particolarmente discrezionale. Le tecnologie in grado di raccogliere grandi quantità di dati, utilizzare telecamere sensore ed interagire con le infrastrutture critiche “potrebbero essere soggette ad attacchi informatici e potrebbero essere sfruttate da Paesi o altre autorità in modi che potrebbero minare la sicurezza, la privacy e creare dunque vulnerabilità sistemiche”, si legge. Per questo, l’impegnò è quello di continuare “a lavorare insieme in diversi settori quali: la condivisione delle informazioni sulla sicurezza informatica e altri rischi per la sicurezza nazionale associati ai veicoli connessi e automatizzati, la gestione delle vulnerabilità, la prevenzione dell’uso improprio di tali tecnologie, nonché l’identificazione e la prevenzione di politiche e pratiche che creano intenzionalmente vulnerabilità”.

Si parla di Cina anche poco più avanti, quando i Sette dichiarano di continuare a “nutrire preoccupazione per l’uso sistematico di politiche e pratiche non di mercato, come le sovvenzioni industriali pervasive, opache e dannose, le pratiche distorsive del mercato delle imprese statali e tutte le forme di trasferimenti forzati di tecnologia, nonché altre pratiche che minano la parità di condizioni e creano dipendenze strategiche e vulnerabilità sistemiche, anche nel settore automobilistico”.

Davanti a preoccupazioni condivise, però, servono risposte altrettanto coordinate. Per questo, i Sette hanno istituiti un gruppo di lavoro del G7 sulla resilienza delle catene di approvvigionamento nei trasporti, “con particolare attenzione alle interruzioni, per condividere le migliori pratiche ed esplorare aree di cooperazione reciproca al fine di rafforzare la resilienza dei trasporti, in linea con i termini di riferimento concordati”.  Inoltre, hanno ribadito la necessità di sviluppare delle linee guida e un toolkit in viste di interruzioni dei sistemi di trasporto.

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