Il testo italiano appena approvato promette investimenti per un miliardo di euro, posizionando l’Italia come potenziale leader nel settore. Il commento di Silvia Castagna, analista sociale ed esperta di comunicazione, membro della Commissione AI del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri
L’intelligenza artificiale rivestirà un ruolo di primo piano nel prossimo vertice del G7, presieduto dall’Italia, che vedrà la partecipazione straordinaria e inedita di papa Francesco. L’evento si svolgerà in Puglia dal 13 al 15 giugno, riunendo i leader mondiali per discutere le opportunità e i rischi di questa tecnologia avanzata. Anche in vista del rilevante appuntamento, il ddl sulla intelligenza artificiale appena approvato rappresenta un passo importante per l’Italia nel contesto internazionale, anticipando l’entrata in vigore delle tutele previste dall’AI Act europeo.
Il testo si distingue, dunque, per il suo approccio pionieristico a livello internazionale e per la volontà di integrare le direttive europee con specificità nazionali.
Ecco alcuni punti forti.
Primo: si stabiliscono sanzioni penali, variabili da 1 a 5 anni di reclusione, per chi utilizza impropriamente l’intelligenza artificiale, introducendo il cosiddetto “reato di deep-fake”. Queste misure si applicano anche come circostanze aggravanti in contesti di reati tradizionali. Rappresentano un deterrente significativo contro gli abusi, con un’attenzione particolare alla protezione dei minori, i quali sono considerati particolarmente vulnerabili in questo ambito.
Secondo: si pone un’enfasi particolare sulla sanità e il lavoro, due ambiti fondamentali, delineando linee guida dettagliate per un’integrazione etica e responsabile dell’intelligenza artificiale.
Terzo: si salvaguarda il diritto d’autore, equilibrando l’innovazione con la protezione dei contenuti originali, consentendo l’uso di opere tutelate per formare modelli di intelligenza artificiale avanzati.
Quarto: si rafforza la governance e la responsabilità, assicurando che l’essere umano rimanga al centro di ogni decisione, garantendo un impiego consapevole e centrato sull’individuo dell’intelligenza artificiale.
La strategia nazionale sulla intelligenza artificiale ha quindi adottato una impostazione antropocentrica, etica, sicura e responsabile. L’idea di aggiornare il testo ogni due anni circa è un ulteriore punto di forza perché, da un lato, sarà molto importante monitorare gli sviluppi tecnologici e normarli, dall’altro, sarà importantissimo capire come risponderà l’opinione pubblica all’introduzione e adozione della intelligenza artificiale che, di questi tempi, suscita due forti sentimenti contrastanti. Da un lato, un entusiasmo quasi fideistico, dall’altro, grande preoccupazione soprattutto riguardo ai temi legati al lavoro e alla formazione. Anche in tema di informazione, editoria, comunicazione in senso lato, comprendendo il delicato settore della pubblicità e della creatività, l’’intelligenza artificiale rischia di impattare in modo molto pesante l’attuale panorama introducendo rischi e opportunità tutte da verificare e misurare.
La scelta di una governance “duale”, con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), guidata dal prefetto Bruno Frattasi, e l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), guidata da Mario Nobile, ha suscitato un interessante confronto di idee e posizioni. Le due agenzie avranno ruoli distinti e complementari nella supervisione e nell’attuazione della strategia nazionale sull’intelligenza artificiale. Questo approccio mira a promuovere l’innovazione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale anche dal punto di vista industriale.
Infine, un punto di grande attenzione sono gli investimenti italiani in intelligenza artificiale. Sebbene l’AI Watch 2020 indichi Francia e Germania come i Paesi che hanno investito di più, se si considera l’investimento proporzionale alla dimensione economica del Paese, le nazioni che spiccano sono l’Irlanda e i paesi scandinavi. Tuttavia, il testo italiano appena approvato promette investimenti per un miliardo di euro, posizionando l’Italia come potenziale leader nel settore. Questo movimento strategico potrebbe complessivamente cambiare la dinamica degli investimenti in intelligenza artificiale in Europa nei prossimi anni.