Teheran sta cercando di sfruttare le divisioni tra Paesi occidentali e le giunte in Sahel. Nel mirino c’è anche il Paese che ospita 250 soldati italiani
L’Iran sta sfruttando la crescente spaccatura tra diversi leader golpisti del Sahel – in Burkina Faso, Mali e Niger – e i Paesi occidentali, tra cui Stati Uniti e Francia. A sottolinearlo è un rapporto del Soufan Center, centro di ricerca fondato da Ali Soufan. I leader iraniani sono convinti che rafforzare le relazioni con i leader africani possa aiutare Teheran ad aggirare le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e a rafforzare il suo ruolo di fornitore di armi sofisticate, in particolare di droni armati, si legge. La posizione dell’Iran sulla crisi mediorientale e sulle politiche statunitensi e occidentali più in generale suscita l’interesse di molti Paesi dell’Africa e del Sud globale.
Tra questi c’è il Niger, Paese chiave del Sahel e delle rotte dell’emigrazione dove sono presenti circa 250 militari italiani, impegnati nella missione bilaterale Misin, e che ha chiuso le porte a Francia e Stati Uniti. Dall’estate scorsa il Paese è governato dalla giunta del generale Abdourahamane Tiani. Quest’ultimo nei giorni scorsi ha ricevuto il generale Giovanni Caravelli, direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna. Si è trattato, come raccontato su Formiche.net, di un incontro che segue la visita dell’ambasciatore Riccardo Guariglia, segretario generale della Farnesina, e del generale Francesco Paolo Figliuolo, a capo del Comando operativo di vertice interforze. L’obiettivo del governo italiano è “riprendere il dialogo con le autorità de facto nigerine”, come ha dichiarato nelle scorse settimane Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri.
“Cercando di trarre vantaggio dalla svolta del Niger contro le potenze occidentali ed evitando ampiamente le accuse di cercare forniture di uranio in Niger, l’Iran ha dichiarato a fine gennaio di essere disposto ad aiutare il Paese a superare le sanzioni internazionali”, ricorda il rapporto del Soufan Center. In effetti, il 24 gennaio scorso il vicepresidente iraniano Mohammad Mokhber ha incontrato il primo ministro nigerino Ali Mahaman Lamine Zeine condannando “le crudeli sanzioni imposte dal sistema di dominazione” e correndo in aiuto alla giunta: “Condivideremo sicuramente le esperienze che abbiamo” su come aggirare le sanzioni “con i nostri fratelli” del Niger.