Paramonov difende la decisione e attacca. Una mossa dimostrativa per mettere pressione su Roma, anche alla luce del suo ruolo alla guida del G7, dove si discute l’utilizzo degli asset di Mosca per sostenere l’Ucraina
La responsabilità “per le conseguenze negative” delle relazioni commerciali ed economiche tra Italia e Russia “ricade interamente sulle autorità italiane che hanno sacrificato i reali interessi nazionali della Repubblica per partecipare a sterili e pericolose avventure geopolitiche anti-russe”. È in questo passaggio della nota dell’ambasciata russa a Roma, dopo la convocazione dell’ambasciatore Alexey Paramonov alla Farnesina, la spiegazione di Mosca in merito al trasferimento in amministrazione temporanea di Ariston Thermo Rus, società appartenente al gruppo Ariston, a un’impresa del gruppo statale Gazprom.
Con questa mossa dimostrativa (anche considerato che la Russia pesa poco sul fatturato di Ariston), Mosca punta a mettere pressione sull’Italia anche alla luce del suo ruolo di presidente del G7. Lo dimostra un altro passaggio della nota russa, in cui non viene mai citata l’aggressione dell’Ucraina alla base delle sanzioni occidentali: “Non si può non considerare che la retorica e il tono sempre più aggressivi e irresponsabili dei leader occidentali e delle loro compagini non possono che essere interpretati come deliberata intenzione di minacciare in modalità continuativa la sicurezza della Federazione Russa, quella nazionale, economica, energetica e di ogni altro tipo”.
In ballo c’è l’utilizzo degli asset russi congelati in Occidente per sostenere l’Ucraina, uno dei temi al centro dell’agenda G7. Stati Uniti e Regno Unito spingono per un accordo davanti alle resistenze di Francia e Germania. Nei giorni scorsi, ai lavori del G7 interministeriale nell’ambito degli Spring Meetings a Washington, Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha spiegato che sugli asset russi la presidenza italiana è alle prese con “un compito delicatissimo”. Un tema che può avere riflessi di tipo legale “non banali”. Si attende una proposta di lavoro da portare al vertice dei leader di metà giugno in Puglia.
Paramonov è stato ricevuto dall’ambasciatore Riccardo Guariglia, segretario generale della Farnesina, che ha riferito “il forte disappunto del governo italiano” per il provvedimento definito “inatteso”, con motivazioni “che non trovano fondamento nel diritto”. In linea con i partner europei, in particolare con la Germania colpita anche essa da un simile provvedimento contro Bosch, “l’Italia chiede alla Federazione Russa di ritirare le misure adottate contro legittime attività economiche di imprese straniere nel Paese”, conclude la nota della Farnesina.