Nel documento riguardante l’Ucraina, i membri del G7 riaffermano il loro sostegno al Paese fino al raggiungimento di una “pace giusta”. Nel testo si menzionano nucleare, energia, sanzioni, ma anche diritti umani e ricostruzione
Uniti accanto all’Ucraina che lotta per la sua sopravvivenza. La posizione del G7 che emerge dal comunicato, rilasciato in seguito al termine del summit dei ministri degli Esteri dei Paesi membri conclusosi ieri a Capri, è chiara e netta. “Chiediamo che la Federazione Russa ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze e attrezzature militari dal territorio dell’Ucraina, riconosciuto a livello internazionale. La Russia può porre fine a questa guerra oggi stesso”, si legge nelle prime righe del documento, ribadendo la posizione del gruppo sulla responsabilità di Mosca e sulle sue violazioni del diritto internazionale, che non si limitano all’invasione in sé.
Anche l’organizzazione dei referendum per l’annessione alla Federazione russa nei territori occupati, nonché lo svolgimento delle elezioni presidenziali negli stessi, sono stati considerati come tali e per questo condannati dal G7, che si è rifiutato di riconoscere queste consultazioni come legittime, così come il loro risultato.
I Paesi del vertice hanno anche riaffermato la loro determinazione a continuare a fornire sostegno militare, finanziario, politico, umanitario, economico e di sviluppo all’Ucraina e al suo popolo. “Accogliamo con favore l’adozione l’adozione da parte dell’Ue dello strumento per l’Ucraina di 50 miliardi di euro e del ‘Fondo di assistenza per l’Ucraina’ di 5 miliardi di euro. Accogliamo con favore anche il sostegno aggiuntivo che i Paesi del G7 hanno approvato, così come la rapida erogazione del sostegno al bilancio nel primo trimestre del 2024 da parte di Canada e Giappone”, si legge nel comunicato, assieme alla sollecitazione all’approvazione di ulteriori sostegni da altri partner internazionali. Si menziona pure la confisca degli asset russi, tema di rilievo nelle ultime settimane.
Il tema delle infrastrutture energetiche ritorna più volte all’interno del documento, sia nella condanna degli attacchi missilistici russi contro di essi (per combattere i quali si promette l’invio di sistemi anti-aerei), sia per quanto riguarda la ricostruzione del Paese, che viene considerata come prioritaria.
Sulla pace, il G7 ribadisce il suo “sostegno agli sforzi dell’Ucraina per promuovere una pace globale, giusta e duratura, coerente con il diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Continueremo ad adoperarci per ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile ai principi e agli obiettivi chiave della Formula di pace dell’Ucraina, anche in vista della conferenza internazionale di alto livello prevista in Svizzera a metà giugno”.
Condannata anche la retorica nucleare della Russia, definita come inaccettabile così come le minacce dell’utilizzo di armi chimiche, biologiche o di distruzione di massa in generale. Facendo specifica menzione del sequestro e del continuo controllo e militarizzazione da parte della Russia della centrale nucleare di Zaporizhzhia, che pone gravi rischi per la sicurezza nucleare, con implicazioni per la più ampia comunità internazionale. “Sosteniamo gli sforzi dell’Agenzia internazionale per l’Energia Atomica per mitigare tali rischi, anche attraverso la presenza continua di esperti dell’Aiea e l’attenzione a garantire la sicurezza nucleare del sito”.
Riaffermata anche l’importanza delle sanzioni contro la Russia, e l’importanza di evitare che Mosca riesca in qualsiasi modo ad evaderle, mentre viene denunciato il comportamento di Iran e Corea del Nord che sostengono lo sforzo bellico di Mosca.
In chiusura, si parla anche della repressione del dissenso in Russia. “Non rinunceremo a chiedere conto ai responsabili della morte di Alexei Navalny, anche continuando a imporre misure restrittive e altre azioni appropriate in risposta a violazioni e abusi dei diritti umani in Russia. Condanniamo la sistematica repressione delle voci dissenzienti da parte del Cremlino, e chiediamo alla Russia di rilasciare tutti i prigionieri politici”.