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Cosa dice di Xi l’ultima riforma della signals intelligence

Chiusa la Strategic Support Force. Al suo posto tre nuove agenzie sotto il controllo diretto del Partito. Una rivoluzione che sembra riflettere l’insoddisfazione del leader nel confronto con Stati Uniti e Giappone, pensando a Taiwan

Una settimana fa, dopo poco più di otto anni di attività, la Strategic Support Force dell’Esercito di liberazione popolare cinese è stata cancellata. Una mossa inaspettata, seguita dalla nascita di tre nuove agenzie poste sotto il controllo della Commissione militare centrale del Partito comunista cinese.

Matthew Brazil della Jamestown Foundation, uno dei maggiori esperti di intelligence cinese, ha scritto su SpyTalk che è come se il presidente americano Joe Biden decidesse d’un tratto di cancellare la National Security Agency, l’agenzia di signals intelligence, per sostituirla con tre strutture dentro la Casa Bianca, alle dipendenze del Consiglio per la sicurezza nazionale.

Il generale Ju Qiansheng, capo della Strategic Support Force apparso solo una volta (a gennaio) dal luglio scorso, è stato licenziato. Non si conosce il suo presente né il suo futuro. Sembra un nuovo capitolo delle epurazioni nel partito e nell’esercito da parte del leader (recentemente sono stati rimossi Qin Gang e il generale Li Shangfu dalla guida dei ministeri degli Esteri e della Difesa). Un ex funzionario d’intelligence di una nazione dell’Asia orientale ha dichiarato a SpyTalk che Ju era indagato per corruzione, ma la sua punizione è stata lieve e sembra che non sia in stato di detenzione.

Il generale Bi Yi, suo vice, è stato chiamato a guidare la nuova agenzia, l’Information Support Force, responsabile della signals intelligence. La Cyberspace Force e l’Aerospace Force, due dipartimenti della defunta Strategic Support Force, sono le nuove strutture responsabili rispettivamente per le operazioni difensive e offensive nel quinto dominio e per l’aerospazio.

In meno di un decennio, sotto Xi sono state decise due importanti riorganizzazioni delle agenzie di intelligence del Partito comunista cinese, che in passato aveva visto simili provvedimenti solo in occasione di eventi storici. Sembra un segnale dell’insoddisfazione del leader Xi Jinping verso i progressi cinesi in quella che gli Stati Untii definiscono “Dottrina congiunta”, ovvero la fusione delle operazioni delle forze terrestri, aeree, spaziali, informatiche e navali attraverso reti digitali rafforzate dall’intelligenza artificiale. Più in generale, nel confronto con Stati Uniti e Giappone, anche pensando a Taiwan.



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