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Italia in stand by sul carro franco-tedesco. L’industria aspetta gli accordi politici

Di Francesca Lenzi

La società franco-tedesco Knds ha temporaneamente chiuso le porte del progetto Mgcs, ma l’Italia potrebbe presto unirsi a questa ambiziosa iniziativa per rivoluzionare la difesa europea con un nuovo carro armato all’avanguardia

Il consorzio franco-tedesco Knds per lo sviluppo del futuro carro armato principale, noto come Main Ground Combat System (Mgcs), resterà chiuso agli altri azionisti almeno per il momento. Questa decisione è stata confermata dalla filiale francese di Knds, la società di difesa che guida il progetto insieme a Rheinmetall e Thales.

Il 30 aprile scorso, le aziende coinvolte hanno annunciato la formazione di una società di progetto per lavorare sul Mgcs, stabilendo una partecipazione equamente suddivisa: le due componenti francese e tedesca di Knds, Rheinmetall, e Thales deterranno ciascuna il 25% della società di progetto. Knds France ha dichiarato che l’integrazione di nuove società sarà considerata solo quando il programma sarà aperto ad altre nazioni a livello governativo.

La questione dell’inclusione di nuovi partner nel progetto Mgcs resta complessa, necessitando di prolungati negoziati per definire un’intesa equa sulla ripartizione dei compiti. Il modello concordato garantisce un equilibrio tra le capacità industriali di Francia e Germania, con quest’ultima che assume il ruolo di leader del progetto.

Il progetto Mgcs è organizzato in otto pilastri chiave, la guida di ciascuno è assegnato a una o più specifica componente nazionale o aziendale. Per quanto riguarda la piattaforma, il telaio e il sistema di navigazione automatizzata è assegnato alla Germania, mentre il sistema di fuoco principale, ovvero il cannone, la torretta e le munizioni saranno realizzati insieme da Berlino e Parigi. Per quanto riguarda le armi innovative, gli armamenti secondari, ad esempio missili guidati saranno realizzati dalla Francia. I sistemi di bordo come la comunicazione, comando e ingaggio saranno gestiti da entrambe le nazioni, così come i sistemi di simulazione e la parte dell’infrastruttura di supporto, logistica e infrastrutture. I sensori saranno francesi, mentre i sistemi di protezione e di difesa dai droni sarà tedesco.

Emmanuel Chiva, capo dell’agenzia francese per gli armamenti DGA, ha dichiarato in un’intervista che il progetto include un carro armato pesante e “altri effettori” come veicoli corazzati con armi innovative, droni e una nuvola di combattimento. I primi contratti sono previsti per l’inizio del 2025.

Di recente, il ministro delle Forze armate francesi, Sébastien Lecornu, ha prospettato l’inclusione dell’Italia nel progetto Mgcs durante un incontro con il suo omologo italiano, Guido Crosetto. Lecornu ha sottolineato l’interesse e le esigenze operative dell’Italia, affermando che la partecipazione italiana al futuro programma del carro armato sarebbe un’evoluzione naturale. “Ne parleremo con i nostri amici tedeschi, ma sarebbe naturale che l’Italia potesse partecipare a questo progetto per un futuro carro armato,” ha affermato Lecornu. “L’interesse c’è, ci sembra che la necessità operativa possa esserci, e ovviamente continueremo i nostri scambi con i nostri amici tedeschi su questo argomento.”

Inoltre, è in programma un imminente incontro tra i comandanti delle Forze di terra di Francia, Germania e Italia per discutere delle esigenze future dei mezzi corazzati e blindati dell’Esercito italiano. Questo vertice sarà determinante per delineare le necessità operative e individuare possibili aree di cooperazione, aprendo la strada a una potenziale inclusione dell’Italia nelle prossime fasi del progetto Mgcs.

L’ingresso dell’Italia potrebbe apportare nuove competenze e risorse al progetto, potenziando la difesa collettiva europea. Tuttavia, l’integrazione dell’Italia sarà soggetta all’approvazione dei partner tedeschi e a ulteriori negoziati tra i paesi coinvolti.

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