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Xinjiang-Salerno, il treno sulla Via della Seta preoccupa le ong

Uyghur Human Rights Project e Safeguard Defenders scrivono al governo italiano: “Agire immediatamente per indagare sull’origine delle merci e attuare misure per prevenire l’importazione di prodotti frutto del lavoro forzato”

Lasciare che il primo treno China-Europe Railway Express, un progetto simbolo della Belt and Road Initiative, entri in territorio italiano “con prodotti che si presume siano frutto di lavoro forzato” sarebbe “un messaggio molto brusco e di segno opposto” rispetto alla decisione di non rinnovare il memorandum d’intesa sulla cosiddetta Via della Seta. È quanto dichiarano, rivolgendosi al governo italiano, le ong Uyghur Human Rights Project (americana) e Safeguard Defenders (spagnola).

Il caso è stato sollevato da Formiche.net, che ha raccontato l’enfasi posta dalla propaganda cinese sulla partenza del treno da Urumqi, capitale del Xinjiang, la regione autonoma dove le autorità del Partito comunista cinese sono accusate di violazioni dei diritti umani contro gli uiguri e altre minoranze etniche. Direzione: Salerno.

“Chiediamo al governo italiano di agire immediatamente per indagare sull’origine delle merci in arrivo a Salerno e di attuare misure per prevenire l’importazione di prodotti frutto del lavoro forzato”, si legge nella lettera indirizzata al governo italiano tramite l’ambasciata italiana a Washington. E ancora: “Chiediamo all’Italia di lavorare con i suoi partner internazionali per affrontare le cause profonde del lavoro forzato che lo Stato impone sotto l’autorità del governo cinese e per sostenere i diritti e la dignità di tutte le persone colpite da questi abusi”.


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