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Da Tory a Labour. Cosa (non) cambierà nella politica estera di Londra

Il Partito conservatore pare destinato a cedere il testimone dopo 14 anni alla guida del Regno Unito. Con un esecutivo di sinistra, guidato da Starmer, nessun cambiamento su Russia e Cina. Si impegna a un patto di sicurezza con l’Ue. Primo banco di prova: il summit Nato di Washington, pochi giorni dopo il voto

David Lammy compirà i suoi 52 anni il 19 luglio prossimo e probabilmente lo farà da nuovo segretario agli Esteri del Regno Unito. Per allora, John Healey, che ha compiuto 64 anni lo scorso 13 febbraio, dovrebbe essersi insediato come nuovo segretario alla Difesa. Nei giorni stati sono stati loro due ad assicurare che, dopo le elezioni del 4 luglio, l’impegno di un nuovo governo laburista a Londra verso l’Ucraina sarebbe “ferreo”. L’ipotesi di un cambio di governo appare sempre più concentrata, considerati i sondaggi che vedono il partito guidato da Keir Starmer in grande vantaggio. Appena quattro giorni dopo il voto, il nuovo primo ministro sarà impegnato nel suo primo viaggio all’estero, per partecipare al summit di Washington che celebrerà i 75 anni della Nato.

Lammy e Healey sono stati a Kyiv due settimane fa e in una nota congiunta hanno mandato un messaggio chiaro: in caso di vittoria dei laburisti alle prossime elezioni generali, e dunque di ritorno al governo della sinistra dopo 14 anni di esecutivi tory (i primi cinque in coalizione con i lib-dem), non ci sarà “alcun cambiamento nel nostro sostegno militare, diplomatico, finanziario e politico all’Ucraina”. Una linea ribadita nei giorni scorsi dai due, intervenuti alla London Defence Conference presso il King’s College di Londra. Ha dichiarato Healey: “Ci saranno le elezioni generali nel Regno Unito. Potrebbe esserci un cambio di governo nel Regno Unito. Ma non cambierà la determinazione del Regno Unito a stare al fianco dell’Ucraina, a fronteggiare l’aggressione russa o a perseguire Putin per i suoi crimini di guerra”.

“La cooperazione rafforzata di Mosca con Pechino, Teheran e Pyongyang ci impone di approfondire la cooperazione con gli alleati del Regno Unito per dimostrare che il nostro impegno per l’Ucraina durerà più a lungo dell’invasione imperialista di Vladimir Putin”, si legge nella dichiarazione congiunta. L’impegno del prossimo governo laburista nei confronti dell’Ucraina sarà “ferreo e la sicurezza europea sarà la nostra prima priorità in materia di politica estera e di difesa”, prosegue la nota. E ancora: “Il piano d’azione del Partito laburista definisce un approccio ad ampio raggio per stare al fianco dell’Ucraina, affrontare l’aggressione russa e perseguire Putin per i suoi crimini di guerra. Saremo al fianco dell’Ucraina finché non vincerà”.

Per questo, ma anche perché è probabile che la prossima amministrazione americana, sia essa guidata da Joe Biden o da Donald Trump, si concentrerà in particolare sulla Cina, il Regno Unito e l’Unione europea deve consolidare il loro rapporto e il pilastro europeo della Nato, dicono i laburisti. “Siamo stati molto chiari sul fatto che non rientreremo nel mercato unico e nell’unione doganale” dopo la Brexit, “ma vogliamo essere forti e lavorare con i partner europei, quindi abbiamo proposto un patto di sicurezza con i nostri partner dell’Unione europea”, aveva spiegato Lammy a settembre, ospite assieme a Healey del think tank statunitense Wilson Center. Sulle spese per la difesa, Haley al King’s College ha rivendicato che “l’ultima volta che questo Paese ha speso il 2,5% del prodotto interno lordo per la difesa è stato nel 2010 con i laburisti, e da allora nessuno ha più fatto altrettanto”. Parole che sembrano voler far intendere un impegno in questa direzione.

Continuità ci dovrebbe essere anche sulla Cina. All’inizio dell’anno, il segretario ombra agli Esteri ha delineato il suo approccio in un documento per la Fabian Society. La strategia di un governo laburista sarebbe stata guidata da tre C: compete, challenge e cooperate, ovvero competere, sfidare e cooperare. Tradotto: “Daremo priorità alla sicurezza nazionale del Regno Unito sopra ogni altra cosa. Saremo fermi sui diritti umani. Tuttavia, riconosciamo anche che è importante che il Regno Unito si impegni con la Cina laddove è nel nostro interesse farlo, che si tratti di cambiamento climatico, commercio o salute globale”. Una linea molto simile a quella del Partito conservatore, delineata nella Integrate Review con parole d’ordine quali proteggere, allinearsi (con gli alleati) e impegnarsi (purché in maniera coerente con gli interessi britannici). Durante l’evento al Wilson Center, Healy aveva assicurato l’impegno “totale” a “fare la nostra parte per far funzionare bene l’accordo strategico Aukus” che impegna anche Stati Uniti e Australia nella deterrenza nucleare nel Pacifico.

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