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Leonardo e Fincantieri player globali. Mediobanca spiega come cresce l’industria della difesa

Di Francesca Lenzi

Il settore della difesa globale sta assistendo a un’espansione notevole a causa di crescenti tensioni internazionali, con un incremento previsto dei ricavi del 6% per il 2024. Le aziende statunitensi dominano il mercato, rappresentando il 74% dei ricavi globali, mentre l’Europa mostra una minore cooperazione e frammentazione. Ecco i dati di Mediobanca

Nel contesto attuale caratterizzato da crescenti tensioni internazionali, particolarmente accentuate dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, il settore della difesa mondiale sta vivendo una fase di espansione significativa. Secondo l’ultima analisi di Mediobanca, le principali multinazionali del settore prevedono un aumento dei ricavi del 6% nel 2024, continuando così la tendenza di crescita osservata negli ultimi anni. Nel 2023, il fatturato aggregato dei trenta maggiori gruppi ha raggiunto i 456 miliardi di dollari, con un incremento del 6,6% rispetto al 2022 e del 18,4% rispetto al 2019.

Le aziende statunitensi dominano il settore, rappresentando il 74% dei ricavi globali, seguite dalle aziende europee con il 22%, e da quelle asiatiche con il 4%. In termini numerici, gli Stati Uniti dominano con 15 delle più grandi aziende del settore con Lockheed Martin in testa con 55,0 miliardi di dollari nel 2023, seguita da RTX con 36,8 miliardi, Boeing con 31,0 miliardi, Northrop Grumman con 30,6 miliardi e General Dynamics con 26,8 miliardi. Mentre Francia, Germania, Gran Bretagna, India e Italia seguono a grande distanza. Nell’elenco dei giganti europei, la compagnia britannica BAE Systems guida la classifica europea con 25,8 miliardi, con Leonardo e la francese Thales subito dietro.

L’Italia da sola invece genera il 19% delle vendite europee e il 4,2% a livello globale, con Leonardo che si distingue posizionandosi all’ottavo posto mondiale con entrate di 11,5 miliardi di dollari, mentre Fincantieri si classifica venticinquesima con ricavi di 2 miliardi di dollari.

Gli incrementi più notevoli sono stati registrati dalla compagnia americana V2X e la Korea Aerospace Industries con rispettivamente un +37,1% e +37,0% sui ricavi del 2022, seguiti da altre aziende di spicco come Parsons con un 29,7% e la svedese Saab con +22,9% che si posiziona prima in Europa. Nonostante l’incremento dei ricavi, la redditività media del settore, espressa tramite l’ebit margin, ha mostrato un leggero calo, attestandosi al 7,2% nel 2023 rispetto al 7,9% del 2019.

Il settore ha anche visto un rilevante aumento degli investimenti, che hanno toccato i 13 miliardi di euro nel 2023, dove le aziende che si distinguono per intensità sono la francese Dassault Aviation e la turca Aselsan, entrambe al 7,2%. Seguono la tedesca Hensoldt con il 6,2% e la statunitense BWX Technologies, che registra il 6,1%. Inoltre, una distribuzione di dividendi è cresciuta del 5% rispetto all’anno precedente, con il 77% assorbito dai gruppi statunitensi.

L’occupazione nel settore della difesa ha visto un incremento del 20,9% rispetto al 2019, con oltre 1,4 milioni di persone impiegate, di cui il 69% nei gruppi statunitensi. Questi dati sottolineano una predominanza americana che rispecchia sia la maggiore capacità di spesa militare degli USA sia una frammentazione e minore cooperazione all’interno dell’industria europea dove il budget comunitario ammonta a 352 miliardi di euro, corrispondente al 14,4% del totale mondiale, rappresentando appena oltre un terzo del bilancio degli Stati Uniti.

In sintesi, il settore della difesa mostra una vigorosa espansione, sostenuta da una domanda sempre più ininterrotta e da investimenti strategici, sebbene con sfide legate alla redditività e alla cooperazione internazionale.

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