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Tensioni (cinesi) fra Crosetto e il sindaco di Asti? Cosa è successo

Rasero critica il ministro della Difesa, che aveva parlato di problemi di produzione in Europa e del furto di tecnologia. Da Fratelli d’Italia, Coppo risponde criticando l’avvicinamento del primo cittadino al Partito-Stato: “Spero vivamente che si capisca il limite oltre il quale è bene non andare”

“L’unica invenzione dei cinesi negli ultimi decenni è stata la carta igienica che è una grandissima invenzione, ma tecnologicamente non è il massimo dell’avanzamento”. Le parole pronunciate sabato scorso da Guido Crosetto, ministro della Difesa, ospite (in collegamento) di un confronto pubblico promosso da Fratelli d’Italia ad Asti, stanno animando il dibattito nella cittadina piemontese di poco più di 70.000 abitanti che da un anno, per volontà del sindaco Maurizio Rasero, si è gemellata con Nanyang, oltre 10 milioni di persone, nella provincia di Henan, in Cina.

Il sindaco a difesa della Cina

Il primo cittadino ha rilasciato un’intervista a una testata locale, La nuova provincia, criticando il ministro: “Sono dispiaciuto che una carica dello Stato importante come quella, in ruoli strategici nello scenario mondiale dove c’è una continua evoluzione e dove si rischiano escalation proprio nel campo militare, non sia stata un po’ più prudente nelle sue dichiarazioni. Fosse stato un cittadino qualunque avrei immaginato che si trattasse di una mancanza di conoscenza, ma il fatto che sia un ministro, con esperienza in campo di armamenti, mi fa dire che siamo in campagna elettorale e che abbia voluto usare un po’ di più di enfasi”. Poi, il sindaco della “città amica della Cina”, così la definisce, ha aggiunto: “Crosetto, data la sua preparazione in campo militare, non può non sapere che anche la polvere da sparo è stata inventata dai cinesi, come i caratteri mobili ben prima di [Johannes] Gutenberg o la stessa carta per scrivere”.

Le critiche a Fratelli d’Italia

Due, però, le frecciate a Fratelli d’Italia, che governa in città assieme a Rasero (ex Forza Italia, ora civico) dal 2017. Prima: “I rappresentanti locali di Fratelli d’Italia sono venuti con me durante l’ultimo viaggio e sono tornati entusiasti”. Seconda: “Crosetto ha fatto un discorso sulla Cina dove ha voluto evidenziare problemi che abbiamo noi nel nostro Paese, ma che secondo me non sono minimamente riconducibili all’altra parte del mondo”.

La risposta

A rispondere a Rasero è arrivato poi Marcello Coppo, deputato di Fratelli d’Italia e vicesindaco di Asti tra il 2017 e il 2022, ovvero durante la prima amministrazione Rasero. “Parlare della polvere da sparo e dei caratteri mobili per far passare da ignorante una persona che non lo è, ed è pure ministro della Repubblica, e tutto questo per ‘salvare l’onore’ a un [P]aese estero, quello sì è stato uno scivolone”, ha scritto il parlamentare in una lettera indirizzata a La nuova provincia. E ancora: Crosetto “ha detto anche che, a furia di copiare, negli ultimi anni la Cina è diventata la prima a produrre e poi si è concentrata nell’innovazione, tant’è che ha il 71% dei brevetti (nel 23) su IA”. Sul rapporto così stretto con la Cina, Rasero “sa benissimo che non mi è mai molto garbato ma doveri di coalizione richiedono serietà nei rapporti, qualità che noi abbiamo sempre avuto”, scrive Coppo. “Non perché non si debba avere buoni rapporti con tutti, ma sono quelli troppo esclusivi che non comprendiamo, come non lo comprendono molti astigiani”, aggiunge il parlamentare dicendo che “parlare di entusiasmo a nome di altri” “non è elegante”. Infine, definendo “scellerata” la scelta dell’Europa di appaltare la produzione alla Cina, lancia un messaggio duro al primo cittadino: “Alla parola Cina” si è “persa un po’ di lucidità” e “[s]pero vivamente che si capisca il limite oltre il quale è bene non andare”.

Le ospitate del primo cittadino in Cina

A metà maggio, il sindaco ha accolto ad Asti una delegazione della provincia dello Hubei. Ad aprile era stato di nuovo in visita in Cina, accompagnato da alcuni assessori e da Claudio Lu Xiao, manager della Way Assauto (storica azienda astigiana da oltre un decennio di proprietà cinese) e responsabile dell’ufficio relazioni con la Cina (oltre 1,4 miliardi di abitanti!) del Comune di Asti. Poco prima della partenza, era stato ospite del programma “Conversation with Global Mayors” (Conversazione con i sindaci nel mondo) di Cgtn, televisione controllata dal dipartimento per la propaganda del Partito comunista cinese. Con un panda (simbolo della Cina) e una teiera cinese sulla scrivania, aveva raccontato il suo entusiasmo per i rapporti con la Cina ricordando, nel videomessaggio in italiano, di aver visitato 7 province e 26 città cinesi soltanto nel 2023, anno del gemellaggio. Paga “chi ospita”, aveva spiegato nei mesi scorsi all’edizione locale della Stampa dopo un articolo di Formiche.net sui suoi viaggi e sull’ipotesi di insegnanti di cinese inviati dal Partito-Stato cinese nella cittadina piemontese.

Sulla Via della Seta

Da tempo si registravano malumori sotterranei nella maggioranza che sostiene Rasero sulla postura verso la Cina. Per esempio, il sindaco si è pubblicamente speso a favore del rinnovo – poi mancato – del memorandum d’intesa sulla Belt and Road Initiative, la cosiddetta Via della Seta. Come aveva spiegato un anno fa Mareike Ohlberg, senior fellow del German Marshall Fund, in audizione davanti alla US-China Commission a Washington, DC, può capitare che “se incontra opposizione con un governo nazionale o federale”, la Cina “può anche cercare di esercitare pressione su di esso cercando di conquistare le amministrazioni locali, le imprese o altri gruppi di interesse”.

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