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Svolta nelle forze spaziali americane? La proposta del senatore Usa

Più Forze spaziali, e ripensate in chiave offensiva. Dagli Stati Uniti arriva un nuovo importante segnale di una nuova attenzione militare verso, nell’ambito del Defense bill. E i privati non rimangono a guardare

Il dipartimento della Difesa deve passare dal pensare alle Space force solo come un abilitatore e iniziare a concepirle come una Forza armata dal formidabile potenziale offensivo, unica nella sua capacità di rompere i sistemi letali degli avversari degli Usa, a cominciare da quelli della Cina. Questo il concetto di base espresso di recente dal senatore repubblicano Robert Wicker, voce di primo piano nel ramo legislativo americano circa la Difesa. L’intervento di Wicker, però, non è solo, e si unisce ad una serie di riflessioni, anche italiane, in merito alla crescente importanza del dominio spaziale.

L’analisi parte dal fatto che, per quanto il budget della Space force sia sempre cresciuto, deve essere fatto di più, a fronte della corsa cinese e del fatto che, al momento attuale, le Forze spaziali riceverebbero due miliardi di dollari in meno di quanto richiedono per il 2025. Soprattutto, deve essere fatto di più perché le Forze spaziali sono essenziali anche a Esercito, Marina, Aeronautica e Marines per poter condurre una guerra moderna. Perché ciò possa essere impattante in situazioni di conflitto tra pari, o “peer-to-peer”, diventa necessario dotare le Space force di capacità difensiva nello spazio e a terra con caratteristiche cinetiche, cyber e elettromagnetiche (anti-jamming). Ma d’altra parte, la parola d’ordine è anche resilienza: creare un network di satelliti che sia numericamente ridondante, che operi su orbite diverse e che sia in grado di sopperire autonomamente a danneggiamenti. In quest’ottica, in particolare, è essenziale integrare le capacità governative con quelle dei privati, che devono essere pronti ad operare in modo appropriato in caso di guerra e continuare a diminuire il costo di lancio di vettori spaziali.  

Un aspetto significativo della riflessione di Wicker è quello di arrivare a suggerire un uso offensivo della US Space force, per far fronte alle tecnologie aggressive sviluppate da Russia e Cina. A un livello più sottile, è da notare come il senatore auspichi per le Forze spaziali americane un ruolo di guida – a livello strategico, tecnologico e finanziario – dei privati. Infatti, dopo che per tutta la Guerra fredda il Pentagono è stato il primo motore immobile delle innovazioni mondiali, si è recentemente assistito ad un’inversione della direzione di adattamento tecnologico: non più innovazioni militari trasposte nel civile, ma innovazioni civili adattate alle necessità militari. 

Le realtà private americane, infatti, continuano ad innovare. La start-up Inversion space, per esempio, si appresta a condurre una missione di prova per il suo ambizioso progetto: conservare scorte belliche in delle sorte di magazzini orbitanti da cui si possa raggiungere qualsiasi punto nel globo in un’ora. Nel corso di questa missione, la capsula pianifica di rientrare nell’orbita terrestre a velocità ipersoniche (cosa che sarebbe utile per eludere eventuali difese aeree). Emblematico come l’amministratore delegato di Inversion space, Justin Fiaschetti, abbia dichiarato a SpaceNews di non cercare fondi governativi per lo sviluppo, in quanto “non vediamo alcun rischio di mancata adozione, nessun rischio che il prodotto non sia desiderato” dal dipartimento della Difesa.

Lo spunto di Wicker è da inserirsi all’interno del dibattito del Congresso circa il Defense bill, formalmente il National defense autorization act (Ndaa), cioè il documento che determina il budget annuale del Pentagono. Dopo l’approvazione nella Commissione alla Camera dei rappresentanti (budget di 883,7 miliardi di dollari, per un aumento dell’1% rispetto all’anno fiscale 2024), il documento deve passare dal corrispettivo organo del Senato e da entrambe le Camere. Wicker è uno dei due senatori del Mississipi ed è un repubblicano neo-con: estremamente conservatore in politica interna e estremamente a favore di una forte presenza americana nello scacchiere geopolitico mondiale. Inoltre, è il ranking member del Committee of armed services del Senato, ovvero il leader del partito di minoranza della Commissione difesa. La visione del senatore non si ferma allo spazio. Nel libro bianco “Pace attraverso la forza”, Wicker definisce l’ambiente creato dall’asse formato dai dittatori di Cina, Russia, Iran e Corea del Nord come “la minaccia più pericolosa dagli Stati Uniti dagli anni precedenti alla Seconda guerra mondiale”. Pertanto, si propone di realizzare un “investimento generazionale” nelle Forze armate: altri 55 miliardi quest’anno, fino a raggiungere il 5% del Pil (livello da fine Guerra fredda) nel giro di 5-7 anni (adesso gli Usa sono al 3%, che è effettivamente una cifra bassa, anche rispetto alle percentuali post-1990). Per Wicker, fare questo raggiungerebbe due obiettivi strategici: prevenire guerre e stimolare e sostenere l’innovazione statunitense. 

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