Terzo round del piano del colosso statunitense per l’isola. La presenza all’evento della vicepresidente Hsiao Bi-khim conferma il rafforzamento delle relazioni tra Washington e Taipei, che passa anche per questi investimenti
Cisco è al suo terzo round di investimenti in Taiwan. Il colosso statunitense delle comunicazioni ha annunciato l’apertura di un centro di cybersecurity nell’ambito del suo “Taiwan Digital Acceleration Plan”. Oltre alla cybersicurezza, il Taiwan Digital Acceleration Plan 3.0 riguarderà l’intelligenza artificiale, in settori quali i trasporti e le operazioni di sostenibilità nel porto di Kaohsiung, il più grande porto di Taiwan. “Cisco intende collaborare con le associazioni tecnologiche interessate per creare un centro di sicurezza a Taiwan per migliorare la threat intelligence e la cyber readiness”, ha dichiarato l’azienda in un comunicato. Cisco ha inoltre dichiarato di voler collaborare con il governo taiwanese per formare un maggior numero di persone a lavorare nel settore della cybersicurezza, per far fronte alla carenza di talenti a livello globale.
Parlando del programma, Guy Diedrich, vicepresidente del gruppo e responsabile globale dell’innovazione, non ha detto quanto l’azienda investirà nel progetto ma spiegato che “la cosa bella” è che “non c’è un tetto agli investimenti”. Ospite di CNBC, ha annunciato anche il primo investimento di Cisco in Vietnam e ha osservato che “l’unico rischio reale” dell’investimento in Taiwan è rappresentato da possibili cambiamenti di priorità nel corso del programma. Si è, dunque, tenuto lontano da questioni geopolitiche e dalle rivendicazioni cinesi sull’isola che ritiene una provincia ribelle da annettere anche a costo dell’uso della forza.
Presente all’evento anche Hsiao Bi-khim, vicepresidente di Taiwan, che nei tre anni e mezzo da rappresentante negli Stati Uniti, dal luglio 2020 al novembre 2023, ha lavorato duramente per rafforzare le relazioni tra Taiwan e Stati Uniti, sotto i profili politici, economico e militare in particolare.
Taiwan si sta avvicinando sempre di più agli Stati Uniti in una fase in cui la crescita economica della Cina è debole e le imprese globali cercano di diversificare a seguito delle interruzioni della catena di approvvigionamento durante la pandemia.
Per esempio, il più grande produttore mondiale di chip per computer, Tsmc, ha annunciato investimenti negli Stati Uniti per 65 miliardi di dollari, stimolato dagli incentivi dell’amministrazione Biden. Anche altri giganti taiwanesi come Foxconn e Pegatron stanno spostando la produzione in Paesi come India e Vietnam. Gli investimenti di Taiwan in Cina Cina continentale sono diminuiti drasticamente, mentre quelli negli Stati Uniti sono aumentati notevolmente, passando da 1 a 9,6 miliardi di dollari nel 2023. Nel primo trimestre del 2024, gli Stati Uniti sono diventati il principale mercato di esportazione per Taiwan, superando la Cina per la prima volta dal 2016. Questa strategia mira a ridurre i rischi geopolitici e a rafforzare la resilienza economica di Taiwan. In questo scenario rientrano anche investimenti americani come quello di Cisco, che non è soltanto economico ma anche di sicurezza, considerati i frequenti cyber-attacchi attributi alla Cina da parte delle autorità taiwanesi.