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Corea del Sud-Ue, quando la cooperazione è davvero win-win

Attesa nella seconda parte dell’anno la firma dell’accordo Horizon Europe dopo che il 25 marzo sono stati conclusi i negoziati. Per Seul è un’occasione importante di diversificazione delle partnership in materia di ricerca ma anche per affermare il proprio ruolo globale

Sull’esempio di Canada e Nuova Zelanda, la Corea del Sud ha concluso lo scorso 25 marzo i negoziati per aderire a Horizon Europe, il programma di ricerca e innovazione dell’Unione europea. Dal 2025, dunque, i ricercatori coreani potranno richiedere sovvenzioni nell’ambito del II Pilastro su un piano di parità con i colleghi europei. Il Pilastro II è la parte collaborativa più ampia del Programma perché si concentra principalmente sulle sfide globali condivise: clima, energia, economia digitale e salute, con un budget di 53,5 miliardi di euro. Inoltre, i ricercatori potranno partecipare alla maggior parte dei partenariati europei.

Tradizionalmente, questa forma di cooperazione veniva offerta dall’Unione europea ai Paesi geograficamente vicini. Ecco, dunque, la novità dell’accordo con la Corea del Sud così come di quelli con Canada e Nuova Zelanda: il programma ha introdotto un importante cambiamento nell’approccio alla cooperazione internazionale in materia di ricerca e innovazione, introducendo per la prima volta la possibilità di associazione di Paesi con idee simili con un forte profilo scientifico, innovativo e tecnologico, non necessariamente situati in prossimità geografica dell’Unione europea.

Per la Corea del Sud è un’importante occasione per almeno tre ragioni, individuate da Hyejin Kim, ricercatrice dell’Università nazionale di Singapore, su The Diplomat. Prima: potrà diversificare le proprie collaborazioni in materia di ricerca, allontanandosi dall’attuale dipendenza da Cina e Stati Uniti. Seconda: favorirà il potenziamento della ricerca in scienze base in Corea del Sud, un’area considerata prioritaria per il Paese. Terza: darà accesso a nuove risorse e opportunità di collaborazione, contribuendo allo sviluppo del suo settore scientifico e tecnologico.

Ma oltre a questi benefici concreti, l’adesione a Horizon Europe rappresenta un passo importante per la Corea del Sud nel riaffermare il proprio valore come attore globale nella ricerca e nell’innovazione. L’accordo dimostra l’impegno del Paese a favore di una scienza e di una tecnologia aperte, etiche e collaborative, volte non solo al progresso materiale e alla sicurezza nazionale, ma anche al miglioramento della società nel suo complesso. In definitiva, l’ingresso della Corea del Sud in Horizon Europe si configura come un’opportunità vantaggiosa per tutte le parti coinvolte, aprendo la strada a un futuro di collaborazione scientifica e tecnologica più proficua e inclusiva, osserva l’esperta.

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