Il Global Times, giornale-megafono in lingua inglese della propaganda di Pechino, attacca il summit. In particolare gli Stati Uniti. Obiettivo: dividere gli alleati. Ma fonti diplomatiche replicano: “Non vale la pena commentare”
“Il G7 sembra ora avviato a diventare ‘1+6’, guidato dall’agenda degli Stati Uniti per contenere la Cina”. Questa frase è la miglior fotografia di un articolo del Global Times, giornale-megafono in lingua inglese della propaganda del Partito comunista cinese, sul summit in corso in Puglia. Attacca gli Stati Uniti, non i Paesi europei. È tra i due che Pechino sta provando a insinuarsi, facendo leva sulle dipendenze strategiche dell’Europa.
“Negli ultimi anni, il G7 ha trovato il modo di aumentare la propria visibilità e la cosiddetta coesione enfatizzando le questioni legate alla Cina”, si legge. Il comunicato congiunto dell’anno scorso ha menzionato la Cina venti volte, “quasi esaurendo tutti i possibili argomenti per sensazionalismo”, è la versione del Global Times. Quest’anno, “anche se non sono gli Stati Uniti a ospitare questo vertice del G7, finora tutti i temi esposti dai media sono riconducibili agli Stati Uniti, in linea con lo stile diplomatico statunitense sul piano internazionale”.
Elementi che, assieme al fatto che l’Italia viene citata soltanto due volte in apertura, e come luogo non come presidenza, confermano la visione cinese del G7 e l’intento di Pechino per il summit: sfruttare le divergenze – come sugli asset russi e sul rischio guerra commerciale con la stessa Cina a causa delle politiche di contrasto ai sussidi statali cinesi – per dividere gli alleati.
Questa settimana gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni alle aziende cinesi che forniscono semiconduttori alla Russia e l’Unione europea ha annunciato che da luglio imporrà dazi extra fino al 38,1% sulle auto elettriche cinesi importate.
Mentre l’Ucraina ha dominato il primo giorno di colloqui in Puglia, la Cina è il tema principale delle sessioni di questa mattina. In particolare, per quanto riguarda la sovraccapacità industriale e il sostegno alla Russia nell’invasione dell’Ucraina. Il Global Times è convinto, o quantomeno questo è il punto propagandistico, che “anche se alla fine il G7 potrebbe giungere a una dichiarazione che enfatizza l’’unità’, la delusione e la rabbia dell’Europa nei confronti degli Stati Uniti, che non rispettano i sentimenti e gli interessi di questi alleati, sono piuttosto evidenti”.
È una narrazione cinese “molto tipica” che “non vale la pena commentare”, spiega una fonte diplomatica impegnata al summit sottolineando i valori condivisi tra i Sette su dossier come sicurezza economica, sicurezza marittima, Taiwan e diritti umani. “Piuttosto, il G7 è una delle migliori occasioni per i leader di confrontarsi sulla Cina e di condividere gli appunti, tra chi ha recentemente incontrato il leader Xi Jinping, come il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, e chi dovrà incontrarlo a breve, come Giorgia Meloni, presidente del Consiglio”.