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Il ddl cyber è legge. Ora tocca a sicurezza e direttive Ue

Il testo prevede “strumenti operativi più adeguati”, ha dichiarato il sottosegretario Mantovano. Opposizioni critiche per l’assenza di risorse. Nei prossimi mesi altri due passaggi parlamentari cambieranno il “quinto dominio” in Italia

Il via libera definitivo dato oggi dal Senato al ddl cybersicurezza rappresentano la realizzazione del primo dei tre passaggi parlamentari destinati a cambiare la natura della sicurezza informatica in Italia.

Il sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha lei deleghe alla sicurezza e alla cybersicurezza, ha espresso “apprezzamento e soddisfazione”. Si tratta, ha dichiarato in una nota, di un testo che fornisce “strumenti operativi più adeguati” a respingere gli attacchi informatici, in particolare da parte di soggetti statuali ostili (come la Russia e la Cina).

Il testo allarga il Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, quello dei soggetti tenuti a rafforzare le proprie difese. Inoltre, prevede una procedura di allarme e di collaborazione con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, per gli interventi riparatori e definisce la modalità di intervento quando ci sono competenze concorrenti, per esempio dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e della polizia giudiziaria. Infine, viene rafforzata l’azione contro il cyber-crime, con l’individuazione di nuove fattispecie di reato e l’uso di più efficaci strumenti di indagine.

Il testo prevede anche uno stop alle porte girevoli nell’intelligence. Gli ex direttori, vice e capireparto di Dis, Aisi e Aise non potranno lavorare all’estero o in aziende rientranti nel perimetro del golden power per tre anni, a meno di un’autorizzazione del presidente del Consiglio.

Il testo è stato approvato con 80 voti favorevoli, 3 contrari e 57 astensioni. Le opposizioni hanno criticato il ddl soprattutto su un punto: la clausola di invarianza finanziaria. “Senza risorse, questo ddl è poco più di una elaborazione di buoni propositi”, ha dichiarato il senatore Ivan Scalfarotto annunciando l’astensione del gruppo di Italia Viva.

È il primo di tre passaggi, dicevamo. I prossimi sono il dl Sicurezza, sul quale il Partito democratico ha già presentato un emendamento per la realizzazione di una strategia contro gli attacchi ransomware, e il recepimento nell’ordinamento nazionale, entro metà ottobre, di due direttive europee, la Nis 2 per la cybersicurezza e la Cer per la resilienza dei soggetti critici.


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