Il design del nuovo elicottero riprende in parte quello del suo predecessore AW129 ed in parte quello dell’elicottero medio AW149. Un esemplare del nuovo elicottero, in colorazione verde oliva, è stato esposto alla fiera parigina dell’industria internazionale della difesa Eurosatory 2024. L’analisi di Filippo Del Monte, Geopolitica.info
Uno dei programmi più ambiziosi di ammodernamento dell’Esercito Italiano riguarda la sostituzione dell’elicottero d’attacco AW129D Mangusta con il nuovo AW249 Fenice, che dovrebbe entrare in linea entro il 2028. Il design del nuovo elicottero riprende in parte quello del suo predecessore AW129 ed in parte quello dell’elicottero medio AW149. Un esemplare del nuovo elicottero, in colorazione verde oliva, è stato esposto alla fiera parigina dell’industria internazionale della difesa “Eurosatory 2024”.
L’AW249 è stato pensato per operare negli scenari multidominio dei conflitti attuali, con elevata resistenza a corrosione derivante dal contatto con la sabbia o la salsedine, superando quello che era stato in parte un limite del Mangusta, concepito fin dall’inizio come elicottero esclusivamente “terrestre”. L’AW249 avrà la capacità di atterrare e decollare da piattaforme navali, oltreché essere approntato, rifornito e riarmato sulle stesse. Questo consentirà all’AW249 di raggiungere con maggiore rapidità la propria area d’operazioni con continuità (considerando le navi come Farp).
Inoltre, nel quadro di una sempre maggiore integrazione sia per i suoi utilizzi con l’Esercito Italiano, sia nel quadro delle forze Nato, l’AW249 potrà sinergicamente operare con elicotteri come l’NH-90 e il CH-47, andando a superare un altro limite della versione originaria dell’AW129, solo parzialmente risolto nel corso degli ultimi anni.
Oltre al cannone TM197B da 20 mm ed al sistema di puntamento Rafael Toplite, ereditati dall’armamento della versione “Delta” del Mangusta – quella aggiornata dalla Leonardo a partire dal 2014, sulla base delle esperienze e dei suggerimenti dell’Esercito impegnato in Afghanistan e che, operando nella Task Force Fenice dell’EI, diede ottimi risultati – l’AW249 è equipaggiato con missili aria-aria AIM-92 Stinger, missili aria-aria a corto raggio AIM-9 Sidewinder, missili anticarro Spike, razzi aerei ad alette ripiegabili Hydra e razzi balistici e a guida laser di tipo Apwks.
Anche in questo caso, dai campi di battaglia ucraini stanno arrivando importanti ammaestramenti sia tattico-militari che industriali. Una delle cause del fallimento dell’offensiva estiva ucraina del 2023 è stata frutto dell’utilizzo da parte russa degli elicotteri Ka-52 Alligator con funzione di “punta di lancia” nei contrattacchi. Per difendere le trincee della prima e della seconda linea, infatti, i russi hanno utilizzato, sfruttando i campi minati e la superiorità numerica, una tattica statica, puntando sulla diluizione fino ad esaurimento della potenza di fuoco nemica. Una volta che i campi minati hanno smesso di essere una “sorpresa” per le truppe ucraine, in grado a quel punto di lanciare attacchi mirati ed in forze su specifici punti della linea difensiva russa, individuati anche attraverso l’elaborazione di dati digitali e raccolti sul campo, i russi sono stati obbligati a strutturare per linee elastiche la difesa del territorio.
Ad ogni ondata offensiva ucraina corrispondeva una ritirata russa, che si trasformava poi in un contrattacco sostenuto, in particolare, da elicotteri d’attacco Kamov Ka-52 Alligator, a tutti gli effetti la punta di diamante del dispositivo controffensivo dell’esercito russo sul campo, in cui le Forze Aerospaziali-VKS e, all’interno di esse, le Forze Aeree-V-VS, hanno ricoperto un ruolo fondamentale. La centralità dell’elicottero nelle azioni militari russe non è una novità, anche perché è la stessa dottrina militare moscovita ad assicurare una primazia operativa alla componente ad ala rotante nell’ambito della manovra terrestre “condotta dal cielo”.
L’AW249 risponde all’esigenza strategico-dottrinaria dell’Esercito di mantenere alta l’attenzione sulla centralità delle manovre dalla 3ª Dimensione, a supporto della manovra a contatto e raccordandola con quella non a contatto. L’evoluzione del pensiero operativo sull’utilizzo degli elicotteri in combattimento – che segue la trasformazione anche nei ruoli da “supporto al combattimento” a “esplorazione e scorta”, per dirla con le definizioni date dall’Esercito Italiano – sta riguardando lo sviluppo di piattaforme in grado sia di combattere autonomamente contro forze di terra ed altri elicotteri, sia di ottemperare al ruolo di arma di supporto a squadre di fanteria e corazzati in avanzata.